Donne e Uomini della Resistenza/Natalina Vacchi

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Natalina Vacchi

Nata a San Pietro in Vincoli (Ravenna) nel 1914, impiccata a Ravenna il 25 agosto 1944, operaia.

Nata in una famiglia di braccianti antifascisti aveva frequentato le scuole sino alla sesta classe elementare. Un breve periodo di lavoro come sarta e poi l'assunzione, come operaia, alla "Callegari" di Ravenna. Iscritta al Partito comunista clandestino nel 1942, Natalina Vacchi è alla testa delle azioni di protesta contro la guerra fascista e la politica di Mussolini che sono organizzate nella fabbrica di costruzioni nautiche. L'8 settembre 1943, è lei che evita l'arresto di Arrigo Boldrini , che ha appena tenuto un comizio volante di fronte alla Questura e sta per essere catturato. Natalina carica "Bulow" sulla sua bicicletta e lo porta in salvo in un rifugio sicuro. Nella Resistenza ravennate la giovane donna svolgerà un ruolo importante come staffetta e come responsabile dei servizi sanitari della brigata partigiana "Terzo Lori". Quando, il 18 agosto del '44, il gappista Umberto Ricci , imbattutosi casualmente per strada nel repubblichino Leonida Bedeschi (noto come "Cattiveria") e lo uccide, Natalina Vacchi ignora gli inviti alla prudenza. Come tutti gli altri giorni, va a lavorare alla "Callegari". È arrestata dai fascisti il mattino del 25 con altri undici membri della Resistenza. A lei è riservato un trattamento particolare: è impiccata, senza alcun processo, sul Ponte degli Allocchi. I repubblichini, come monito alla popolazione, lasceranno, per alcuni giorni il corpo di Natalina appeso al ponte.