Donne e Uomini della Resistenza/Romano Cocchi
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Romano Cocchi
Nato ad Anzola dell'Emilia (Bologna) il 6 marzo 1893, morto nel lager di Buchenwald il 28 marzo 1944, dirigente sindacale e politico.
Era cresciuto nella famiglia di un bracciante, padre di undici figli. Un parroco di San Giovanni in Persiceto, dove i Cocchi si erano trasferiti, ebbe presto modo di apprezzare l'intelligenza di Romano e si adoprò perché il ragazzino studiasse nel Seminario di Bologna. Romano non ultimò però gli studi religiosi, interrotti quando s'innamorò di una ragazza, ma trovò lavoro prima alle Ferrovie dello Stato, poi come commesso alla Buton, quindi al Resto del Carlino , sempre impegnandosi nei movimenti politici dei cattolici laici dei primi anni del XX secolo. Per seguire il deputato del Partito Popolare Guido Miglioli, di cui diventa segretario, il giovane si trasferisce nel Cremonese. Gli anni tra il 1919 e il 1923 vedono Cocchi impegnato nella Bergamasca, alla testa delle lotte dei diseredati. Ma è espulso dal PPI, che non ne apprezza l'impegno "a sinistra" in difesa dei contadini e degli operai, impegno per il quale finisce anche in carcere. Cocchi passa così nel campo delle organizzazioni socialiste e comuniste e quando, nel 1927, il Tribunale speciale lo condanna a 12 anni di reclusione per "propaganda sovversiva tendente all'insurrezione e incitamento all'odio di classe", lui è contumace. È infatti espatriato clandestinamente in Francia, dove diventa segretario della Sezione italiana del "Soccorso Rosso". Quando anche dalla Francia lo espellono, continua l'attività antifascista in Belgio e in Svizzera. Ma è costretto anche a lasciare la Confederazione elvetica e, di nuovo in Francia, si impegna in organizzazioni vicine al Partito Comunista d'Italia. Nel 1936 ecco Cocchi a Londra, per saggiare, con l'ex dirigente del Partito Popolare Italiano don Luigi Sturzo, la possibilità di un'azione unitaria tra comunisti e movimento antifascista cattolico. Nel 1937 Romano Cocchi (con lo pseudonimo di Adami), è in Spagna, in appoggio alle Brigate Internazionali. Nel 1939 è tra i comunisti contrari al "patto Ribbentrop-Molotov" e viene espulso dal suo partito. Ciò non gli impedisce, naturalmente, scoppiata la guerra, di battersi con il maquis contro i tedeschi e i collaborazionisti francesi. Catturato dai nazisti il 27 dicembre 1943, Romano Cocchi è deportato a Buchenwald, dove sarà registrato come prigioniero politico francese. Vi resisterà tre mesi, prima di morire di fame e di freddo. Il comune di Anzola dell'Emilia ricorda con una via questo suo generoso cittadino.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
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