Ecco il volto leggiadro, al cui splendore
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I
Ecco il volto leggiadro, al cui splendore
Strinsemi un tempo Amor d’aspra catena,
Cangiato sì, che il riconosco appena
Per le vestigia dell’antico ardore,
5Nè sento più l’usata fiamma al cuore,
Qual fu di speme, e di desìo ripiena,
Ma d’una non so qual tacita pena,
Che m’empie di pietà più che d’amore.
Nè so, se per mio bene entro raccoglia
10L’anima bella il suo splendor divino,
Per far, ch’io torni a più matura voglia.
Sento bensì, che il guardo umile e chino,
E ’l grave aspetto a lacrimar m’invoglia
La sua fragil bellezza ’l mio destino.