Ed or qual volta del mio stato indegno
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II
Ed or qual volta del mio stato indegno
Sdegnoso a me l’antico me richieggio,
E i gran recinti a ricercarne vegno,
Che fur di lui tant’anni albergo e seggio:
5Ahi che, qual va per desolato regno,
Più di quel che già fu nulla vi veggio,
E in van qualche memoria o qualche segno
A un cheto orror, che v’abita, ne chieggio
Onde vegg’io ch’ei tutto in abbandono
10Gito è del mondo, e nulla più n’avanza
Se non dell’opre e del suo nome il suono;
E in questa spoglia, e in questa sua scordanza
Niuna parte di lui son’io, ma sono
Una confusion senza possanza.