Educazione del baco da seta/Capitolo II/Articolo II

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Articolo 2. Effetti della luce

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articolo secondo


Effetti della luce.


L’oscurità comunemente adottata nell’educazione del baco da seta se dapprincipio [p. 22 modifica]può essere opportunamente applicata, in seguito riesce dannosa.

Vero è infatti che per un regolare e pronto sviluppo dei germi è necessario un certo grado d’oscurità, poichè la stessa natura a ciò scelse come si disse, la primavera ed anche l’autunno, stagioni che, oltre la dominante umidità, hanno le notti più lunghe del giorno, e questo illuminato da un sole ancor debole a cagione della poca sua altezza sull’orizzonte; come pure è di fatto che più prontamente e meglio germogliano quei semi che siano in luoghi ombreggiati o coperti interamente dalla terra, che non quelli che, essendo alla superficie, siano esposti a soverchia luce. Questa legge però cessa al momento che il seme siasi sviluppato; che anzi allora abbisogna tanto più di luce quanto più s’avanza nel suo sviluppo o perfezionamento. E difatti se noi faremo germogliare un seme vegetale in luogo oscuro, esso, dopo sbucciato, crescerà esile e biancastro e si dirigerà verso quella parte donde per caso penetrasse qualche raggio di luce; difficilmente poi fiorirà, e certamente non porterà semi, chè la sua inattitudine ad eseguire una data funzione riescirà sempre [p. 23 modifica]maggiore quanto più questa sarà importante. La luce è quella che presta vigore alla vita; essa rende atte al mantenimento di un essere organico molte sostanze che l’oscurità tiene inattive; essa decompone il gas acido carbonico ne’ vegetali, onde, lasciato in libertà l’ossigeno, s’assimilino il carbonio; e questa operazione che decresce col diminuir della luce, cessa affatto nell’oscurità: quindi la diversità di vegetazione dai tropici ai poli, e quella, a pari latitudine, fra le profonde ed oscure vallate, e le aperte campagne. Così degli animali; gl’inferiori quelli cioè d’un organizzazione più semplice, possono vivere ad un grado di luce nel quale non potrebbero mantenersi e progredire quelli di un ordine superiore o più complicato1. Se quelli abitano luoghi ombreggiati, l’acqua o le viscere della terra, questi una maggior quantità d’aria o la viva luce richieggono come necessaria; e pur troppo languida vediamo la vita dell’uomo condannato a dimorare nelle profonde vallate o nelle oscure abitazioni. [p. 24 modifica]

Se adunque la vita degli esseri organici tanto più abbisogna di calore e di luce quanto più essa progredisce, perchè noi faremo del baco un essere eccezionale, obbligandolo a condur la sua esistenza in una continua notte, e rendendolo così debole e meno atto ad assimilarsi quel cibo che deve quasi a tentone ricercare? Mentre anzi sapiamo che i bruchi i quali si alimentano delle foglie, a preferenza di quelli che si alimentano delle parti corticali o legnose d’un vegetale, abbisognano di maggior quantità di luce onde assimilarsene la sostanza2.


  1. La scala degli esseri dai più semplici ai più perfetti o complicati, guardata complessivamente, ci presenta quasi la vita di un sol individuo, tanto riguardo alle facoltà come ai bisogni.
  2. Vedi anche Saccardo op. cit. pag. 173.