El libro dell'amore/Oratione III/Capitolo II

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Oratione III - Capitolo II

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Che l’amore è factore e conservatore del tutto.

Ma el secondo membro della nostra oratione, nel quale l’amore si dice factore e conservatore di tutto, così si pruova. El desiderio d’amplificare la propria perfectione è un certo amore; la somma perfectione è nella somma potentia di Dio; questa dalla divina intelligentia è contemplata e di qui la volontà divina intende fuori di sé producere; pe ’l quale amore di multiplicare, tutte le cose sono da·llui create. E però Dionisio disse: «El divino amore non lasciò el Re del tutto sanza generatione in sé fermarsi». Questo medesimo instinto di multiplicare in tutti è dal sommo Autore infuso. Per questo e sancti spiriti muovono e cieli e distribuiscono loro doni alle creature sequenti; per questo le stelle el loro lume spargono per gli elementi; per questo el fuoco presta di sua natura all’aria; l’aria all’acqua e l’acqua alla terra, e, per ordine opposito, la terra tira ad sé l’acqua, l’acqua l’aria, l’aria el fuoco. E ciascuna erba e alberi appetendo multiplicare suo seme generano effecti simili a·lloro; similmente e bruti e gl’uomini allectati dalla cupidità medesima sono tirati ad procreare figliuoli. Se l’amore fa ogni cosa, certamente ogni cosa conserva, perché a uno medesimo s’appartiene l’ufficio di fare e di conservare. Sanza dubio e simili sono da’ simili conservati, e l’amore el simile tira al simile. Tutte le parti della terra per forza di scambievole amore tra loro come simili s’accostano, e tutta la terra ad uno centro del mondo come ad simile suo discende. Ancora le parti dell’acqua tra loro e con tutto el corpo dell’acqua ad luogo conveniente si muovono. Questo medesimo le parti della aria e del fuoco fanno, e la spera dell’aria e del fuoco alla regione superna, come simile, per amore di quella salgono. Oltr’a questo per la unità delle sue parti tutte le cose si conservano, e per la dispersione si guastano; e la unità delle parti dell’amore che è tra quelle nasce. E questo si può vedere negli humori de’ corpi nostri e negli elementi del mondo, per la concordia de’ quali, secondo che disse Empedocles Pictagorico, el mondo e el corpo nostro consiste, e per la discordia si disperge. E la concordia in questi nasce da naturale amore. Per questo Orfeo dell’amore così cantò: «Tu solo, Amore, reggi le redine di tutte le cose mondane».