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El libro dell'amore/Oratione III/Capitolo IV

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Oratione III - Capitolo IV

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Oratione III - Capitolo III Oratione IV
Che nessuno membro del mondo porta odio all’altro.

Se così è, nessuno membro di questa opera può avere odio all’altro membro, perché el fuoco non fugge l’acqua per odio che all’acqua porti ma per amore di sé, acciò non sia dal freddo dell’acqua spento. Né anche l’acqua per odio di fuoco el fuoco spegne, ma per uno certo amore d’amplificare el proprio freddo è tirata a generare acqua simile a·ssé della materia del fuoco. Imperò che essendo ogni appetito naturale diricto al bene e nessuno al male, el proposito dell’acqua è non spegnere el fuoco, che è male, ma è generare acqua simile ad sé, e questo è bene; e s’ella potessi sanza danno di fuoco questo fare non spegnerebbe el fuoco. La medesima ragione s’assegna dell’altre cose che tra·lloro contrarie e inimiche paiono. Certamente l’agnello non ha in odio la vita e figura del lupo, ma la destructione di sé la quale del lupo seguita, e ’l lupo non per odio dello agnello ma per amore di sé l’agnello divora. E lo huomo non ha a noia l’uomo ma e vitii dello huomo; e se portiamo invidia a’ più potenti e acuti di noi non procede da odio di loro, ma da amore di noi, dubitando di non essere da loro superati. Per la qual cosa niente ci dà noia che non possiamo dire l’Amore essere in tutte le cose e per tutte discorrere. Adunque questo tanto iddio perch’egli è in ogni luogo e è dentro a tutte le cose, doviamo temere come potente signore, lo imperio del quale schifare non possiamo, e come sapientissimo giudice al quale non sono le nostre cogitationi nascose. Questo ancora, che è creatore del tutto e servatore, come padre doviamo venerare, e come tutore e refugio stimare; costui perché insegna l’arti come preceptore seguitare, pe ’l quale come factore siamo e viviamo, come conservatore perseveriamo in essere, come da giudice siamo governati, come da preceptore siamo ammaestrati e formati ad bene e felicemente vivere.