El libro dell'amore/Oratione VII/Capitolo IX

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Oratione VII - Capitolo IX

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Quali sono le persone che innamorare ci fanno.

Dimanderà forse alcuno da quali persone maxime e in che modo s’allacciano gli amanti, e in che modo si sciolgono. Le femmine pigliano e maschi facilmente, e quelle femmine più facilmente che mostrano qualche masculina effigie; e maschi ancora più facilmente pigliano gli huomini, essendo a·lloro più simili che le femmine e avendo el sangue e lo spirito più lucido, più caldo e più sottile, nella qual cosa s’appiccano le reti di Cupidine. E del numero de’ maschi più velocemente fanno mal d’occhio a’ maschi o alle femmine quegli, e quali nel maggior grado sono sanguigni e nel minore collerici, e hanno gli occhi grandi, azzurri e splendidi, spetialmente se casti vivono; imperò che per l’uso del coito, risolvendosi e chiari spiriti, el corpo fusco diventa. Le parti predecte, come sopra toccammo, si richieggono a saectare velocemente quegli strali che sogliono el cuore ferire; oltr’a questo coloro danno presto nelle reti, e quali sono della complexione medesima, e flemmatici non sono presi mai, e melancolici sono presi tardi, ma presi che’e’ sono mai non si possono sciorre. Quando la persona sanguigna lega la sanguigna è lieve giogo e legame soave, perché la simile complexione scambievole amore produce; ancora la soavità di questo omore speranza e confidentia allo amante concede. Quando la persona collerica allaccia la collerica tale servitù è più difficile; vero è che la similitudine di complexione fa qualche riscontro di benevolentia in questi tali, ma quel focoso humore della collera gli fa spesso insieme imbizzarrire. Quando la persona sanguigna pone el giogo alla collerica, o la collerica alla sanguigna, per cagione di quella mistione dell’acro humore e del suave ne viene una certa alternatione d’ira e di gratia, di voluptà e di dolore. Quando la persona sanguigna annoda la melancolica ne nasce nodo perpetuo ma non miserabile, perché la dolcezza del sangue l’amaritudine della melancolia bene tempera. Ma quando la persona collerica strigne la melancolica resulta pestilentia sopra tutte mortale, imperò che lo humore acutissimo della persona più giovane per le viscere della più vecchia di qua e là trascorre, onde la fiamma consuma le tenere midolle per la quale arde lo infelice amante. La collera all’ira e al percuotersi commuove, la melancolia al dolore e a’ ramarichii perpetui. El fine dell’amore di costoro spesse volte è quel medesimo che di Phillide, Didone e Lucretio philosopho. La persona flemmatica o melancolica, perché in lei el sangue e gli spiriti sono grossi, non ferisce mai alcuno.