Epistolario di Renato Serra/Alla madre - 22 aprile 1905
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Roma, 22 aprile 1905.
Cara mamma,
mi guarderò bene oramai dal chiederti un favore; t’avevo pregato di spedirmi sotto fascia la guida di Roma come - stampe -, se era possibile; e se no, no; mi sarei servito di quella di qualche compagno. Invece tu mi metti in testa di mandarmela per mezzo di non so chi, che manda un suo servitore invece che a casa mia (F.M. 60) a seccarmi l’anima in piazza d’armi, mentre io sto in riga a manovrare; e seguita per più d’un ora, poichè io non gli bado, a gesticolare e a levarsi il cappello, e finalmente si pianta, quando rientro, alla porta del quartiere; e quando io arrivo a uscire per dirgli il fatto suo, mi chiude la bocca: "Sono mandato da casa sua, che hanno incaricato il signor avvocato che ha incaricato me ..."
Piuttosto che far così un’altra volta, e trattandosi di roba di nessuna importanza, non me la mandare.
Io sto bene e così spero di voi, tanti saluti e baci a tutti dal tuo.