Esempi di generosità proposti al popolo italiano/La vittoria pura

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La vittoria pura

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La Vittoria pura.


Abramo conservava nel cuore l’affetto del nipote lontano; perchè la lontananza può accrescer valore ai degni affetti nelle anime degne. Come veramente amasse Abramo il suo nipote, lo fece vedere nel dì del pericolo. Quattro piccoli signori di quattro paesi vicini mossero guerra a cinque altri piccoli signori; e tra questi era il re della città dove Lot dimorava. Ma re, di que’ tempi e in que’ luoghi, vuol dire il capo del popolo; e non poteva e non voleva far cosa senza il consenso del popolo stesso; e vivevano senza sfarzo alla buona. Quattro signori combattevano dunque contro i cinque; e li messero in fuga. Molti morirono; altri scapparono alla montagna: e la città dove Lot viveva con la sua famiglia, fu presa, e le robe delle persone che non avevano fatto alcun male ai vincitori, come accade nella guerra, rubate; e preso anche Lot con la sua famiglia, e portato via tra’ nemici. Abramo stava allora nella valle di Mambre; e Mambre co’ due suoi fratelli erano buoni amici d’Abramo. Questi non sapeva del caso; quando si vide venire un uomo fuggito dalla battaglia, e spaurito tuttavia, che gli dice, Lot essere preso. A quella novella Abramo non stette a pensare nè il disagio nè il pericolo, tolse trecendiciotto de’ suoi servi, e corse a liberare il nipote e tutti coloro che andavano prigioni seco. Perchè Abramo era buono, e coraggioso; e l’amor del congiunto e di tutti gl’infelici non si contentava di mostrarlo con lezii o con lamenti, ma sapeva fare fatti, a un bisogno. Lot, dimorando in città, aveva perduto forse di quel vigore che la sua natura gli diede; ma Abramo, per valli e per montagne, sempre nel prospetto del cielo immenso [p. 6 modifica]e dell’ampia campagna, conservava robuste e le membra del corpo e i sentimenti dell’animo. Corse co’ suoi trecendiciotto che gli servivano, ma con fidato amore, e con familiarità come di figliuoli servivano; buoni e al lavorare e al combattere. Camminò lunga via, prima d’arrivare i nemici; i quali aveva la vittoria resi già spensierati, perchè la lieta fortuna a molti è cagione di mali grandi. Per piombar loro addosso, aspettò il buon Abramo la notte, acciocchè quei pochi suoi nel buio paressero ancor più. Piombò addosso ai vincitori, e li spaventò e li disperse, e li inseguì buon tratto di via: e ricondusse salvo Lot il nipote con la sua famiglia e la sua roba, e tutti i prigioni seco. Allora il re della città dove Lot abitava, si fece coraggio e uscì fuori, e si rallegrò con Abramo. Venne anche un altro re, che aveva nome Melchisedecco, il quale era insieme e re e sacerdote perchè gli antichi patriarchi in que’ tempi semplici trovavano modo di fare le due cose bene. Questo re profferse pane e vino ad Abramo, come per segno che l’uomo deve a Dio e agli amici di Dio offrire le cose più necessarie e più veramente pregiate. E però Gesù Cristo, sacerdote sovrano della umanità offre sè stesso sotto le umili forme comuni di pane e vino; santificando e il cibo dello uomo e i lavori delle sue braccia e i frutti che gli offre la terra. Dunque il re che dicevo, benedisse Abramo così: “Benedetto sii, Abramo, dall’alto Dio che creò il cielo e la terra! E benedetto l’alto Iddio, la cui mercè tu hai vinto i nemici!.” Ma il re della città dove Lot abitava disse ad Abramo: “Dammi la persona di coloro che hai salvi; e la roba, tienlati.” Perchè il re di quella città si credeva poter pagare con robe il benefizio resogli, e sciogliersi dal debito della gra[p. 7 modifica]titudine forse credeva così. Abramo rispose a lui: “Io levo la mano al Signore Iddio altissimo, ch’è il Signore del cielo e della terra; e affermo che nè un fil di roba nè un legacciolo di calzare io prenderò delle cose che sono tue: che tu poi non dichi: Abramo è arricchito da me.” Non per orgoglio rispose così; ma perchè si sapesse a che fine egli aveva fatto il bene, e perchè quel re di quella città imparasse ad essere umile e grato; difficile cosa a imparare. Volle Abramo, però, che il vitto de’ trecendiciotto gli fosse pagato, e data parte della preda ai tre fratelli venuti seco, che stavano in quella valle di Mambre. Perchè l’uomo deve saper essere generoso per sè, ma richiedere agli altri meno che può doni e fatiche.

E dopo queste cose, Iddio disse in visione ad Abramo: “Non temere, io sono il tuo protettore, e la tua ricompensa assai grande.” E un’altra volta che, dopo offerto il sacrifizio consueto, sul far della notte, un letargo pien di spavento e di immagini tenebrose lo prese, Iddio gli parlò e disse: “Sappi fin d’ora che i tuoi discendenti andranno pellegrinanti ed afflitti, e saranno schiavi, schiavi per quattrocent’anni. Ma io giudicherò la gente alla quale serviranno; ed eglino saranno da ultimo liberati.”