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Facezie (Poggio Bracciolini)/69

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LXIX. Di un avaro che bebbe il piscio

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Poggio Bracciolini - Facezie di Poggio Fiorentino (1438-1452)
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
LXIX. Di un avaro che bebbe il piscio
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LXIX

Di un avaro che bebbe il piscio.


Uno de’ nostri colleghi della Curia, notissimo avaro, veniva, mentre i servi mangiavano, a bere il loro vino, per vedere se fosse abbastanza annacquato; e diceva di far ciò per vigilare che essi avessero sempre buon vino. Se ne accorsero alcuni e concertarono di mettere in tavola del piscio fresco in luogo del vino, in quell’ora nella quale aspettavano la sua venuta. Venne egli come di consueto, e bebbe il piscio, e se ne andò sputando e vomitando, facendo gran rumore e uscendo in molte minacce contro chi gli aveva giocato quel tiro. E i servi finirono la cena fra le risa, e chi aveva immaginato lo scherzo me lo raccontò poi, che rideva ancora.