Favole (La Fontaine)/Libro ottavo/V - L'Uomo e la Pulce
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Spesso il buon Dio con voti stanchiamo e con preghiere
noiose ed anche indegne d’un uomo d’intelletto,
come se Dio dovesse su noi sempre tenere
lo sguardo, e fosse in Cielo degli uomini il valletto.
Passò quel tempo, Enea, che usavano le mani
menar gli Dèi per conto dei Greci e dei Troiani.
Una pulce morsicò
sulla gamba un bighellone
e scappò.
- Corri, Alcide, corri e libera
da quest’Idra, - egli gridò, -
da quest’Idra l’universo,
mostro orribile e perverso
della tiepida stagione.
Anche tu,
padre Giove, e che ci fai
fra le nuvole lassù? -
Dagli Dèi la mazza e il fulmine
supplicava per cagione
d’una Pulce il bighellone.