Libro quintoXI - La Fortuna e il Ragazzo
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16 ottobre 2009
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raccolte di fiabe
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<dc:creator opt:role="aut">Jean de La Fontaine</dc:creator>
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Favole - Libro quinto XI - La Fortuna e il Ragazzo Jean de La FontaineEmilio De Marchi1669
Tornando dalla scuola un ragazzino,
si pose a sonnecchiar soavemente
sopra l’orlo d’un pozzo assai profondo.
Ogni cosa ai ragazzi è un buon cuscino.
Se un vecchio fosse stato sì imprudente,
o un padre di famiglia,
scommetto che sarìa cascato in fondo.
Fortuna volle che la dea Fortuna
passasse a lui vicino,
e assai cortesemente lo svegliò.
- Mio caro, - disse, - ascolta,
non esser sì imprudente un’altra volta,
perché sempre vicina non sarò.
Se tu cadi la colpa mia non è,
ma la gente la piglia poi con me -.
Avea ragion da vendere
la buona dea volubile,
che al mondo d’ogni male
è fatta responsabile.
Sempre gli sciocchi pensano
di scaricar la colpa dei malanni,
tirando la Fortuna per i panni.
Sia l’uomo dritto o storto,
sempre Fortuna ha il torto.