Libro quarto - Capitolo 76
../75
../77
IncludiIntestazione
17 settembre 2008
75%
letteratura
<dc:title> Filocolo </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Giovanni Boccaccio</dc:creator>
<dc:date>1336</dc:date>
<dc:subject></dc:subject>
<dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights>
<dc:rights>GFDL</dc:rights>
<dc:relation></dc:relation>
<dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Filocolo/Libro_quarto/76&oldid=-</dc:identifier>
<dc:revisiondatestamp>20110417152953</dc:revisiondatestamp>
//it.wikisource.org/w/index.php?title=Filocolo/Libro_quarto/76&oldid=-
20110417152953
Filocolo - Libro quarto - Capitolo 76 Giovanni Boccaccio1336
Libro quarto - Capitolo 76
In questi pensieri dimorando Filocolo sedendosi sopra uno antico marmo posto a fronte alle grandi case di Sisife, avvenne che Sisife dimorando ad una finestra verso il mare riguardando, il vide, e molto il rimirò, volendosi pure alla memoria riducere d’averlo altra volta veduto. E dopo molto riguardarlo, si ricordò di Biancifiore, a cui, secondo il giudicio di Sisife, Filocolo molto risomigliava. Per che ella vedendolo così malinconico dimorare, fra sé cominciò a pensare che costui per Biancifiore malinconico dimorasse, e volendosi della vera imaginazione accertare, discesa del luogo dove dimorava, a sé chiamare fece lo innamorato giovane e così gli disse: - Giovane, se gl’iddii ad effetto produchino ogni tuo disio, non ti sieno gravi le mie parole, né noioso il contentarmi di ciò ch’io ti domanderò, se licito t’è il dirmelo. Dimmi qual cagione è in te che sì occupato di malinconia tiene il tuo viso, che ha potenza di porgere pietà nel cuore a chi ti mira -. Riguardò Filocolo costei nel viso, e vedendola gentilesca e bella e di costumi ornata, pietosa di sé, dopo un sospiro così le rispose: - Gentil donna, appena che io speri che mai gl’iddii alcuna cosa che mi contenti mi concedano, per che io per questo già poco mi curerei la cagione della mia malinconia narrarvi; ma il gentilesco aspetto di voi ad ogni vostro piacere adempiere mi costringe, per che io la vi dirò, ben che mai io non trovassi a cui pietà di me venisse se non a voi. Il pensiero che sì malinconico il mio aspetto vi rapresenta è che dagl’iddii, dal mondo e dagli uomini abandonato mi trovo in questo modo. Io povero giovane e pellegrino, statomi dato dal mio padre etterno essilio dalla sua casa, vo ricercando una giovane a noi per sottile ingegno levata, la quale s’io ritrovo, licito mi fia alla paternale casa tornare. Ma di ciò male mi pare essere nel cammino, però che da alcuno iddio dopo divoto sacrificio ebbi risponso di dovere qui di lei udire vere novelle; ma ciò truovo falso, però ch’io sono qui più giorni dimorato, né alcuno ci ha che novelle di lei mi sappia contare: per che trovandomi dagl’iddii ingannato, quasi come disperato vivo di ritrovarla -.