Filocolo/Libro quinto/32

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Libro quinto - Capitolo 32

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Finito il ragionamento, e Filocolo dimorato alcun giorno con Caleon, lo stretto vinculo del paterno amore lo ’ncominciò a stringere, e con intera volontà disidera di rivedere i parenti, e così propone e comanda che verso Marmorina si prenda il cammino, e con seco mena Caleon, disideroso della futura salute. Elli passano, o Capis, la tua città, Capo di Campagna; e le fredde montagne, fra le quali Sulmona, uberissima di chiare onde dimora, si lasciano dietro, e pervengono al luogo ove l’uccello di Dio, mutato in contrario pelo, da rustica mano si dovea ancora portare in insegna. E quindi partiti, passano l’alpestre montagne e truovano le dolci onde del Tevero; e passando avanti, i gelati monti truovano ancora tiepidi delle battaglie di Persio. Né videro la sera del secondo giorno che alle graziose montagne pervennero, che nel futuro da’ vecchi doveano pigliare etterno nome. Quivi venuti, Filocolo si ricordò di Fileno, il quale in fonte lasciato avea sopra il cerruto poggetto, e disideroso di rivederlo, là egli e’ suoi compagni n’andarono, non avendo il sole ancora di quel giorno l’ottava ora toccata.