Filocolo/Libro quinto/80

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Libro quinto - Capitolo 80

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Era già della notte gran parte passata, quando la reina da loro si partì, e essi molto onorati, sì come ella avea comandato, andarono a dormire. Il vecchio re, a cui il riposo più ch’altro porgea nutrimento alla debole vita, andato di grande spazio avanti a riposarsi, e rivolgendosi sopra i niquitosi pensieri, in quelli s’adormentò, e più fiso dormendo, sentì nella sua camera uno strepito grandissimo, simile a quello che suol fare squarciata nube: per che egli pieno di paura riscotendosi si svegliò, e la camera sua piena di mirabile splendore vide. E non sappiendo che ciò si fosse, prima ruina avendo temuta, e ora temendo fuoco, pavido cominciò a dire: - Or che è questo? -. Ma poi che fuoco non essere il conobbe, con aguto viso cominciò a riguardare per la luce, nella quale, o perché ella fosse molta o perché la vista del re fosse poca, niuna cosa dentro vi discernea, ma bene udì alle sue parole rispondere: - Io sono colui che tutto posso, e a cui niuno pari si truova, e in cui il tuo figliuolo con la sua sposa e co’ suoi compagni credono novellamente, a’ cui piaceri se tu benignamente non acconsenti, io il farò in tua presenza, o vuogli tu o no, regnare tanto che de’ suoi giorni il termine fia compiuto, il quale niuno può passare: e te farò viver tanto, che tu la sua morte vedrai. Appresso la quale, la ribellione de’ tuoi baroni ti fia manifesta, i quali davanti agli occhi tuoi, contradicendolo tu, a poco a poco il tuo regno ti leveranno: e quello perduto, in tanta miseria verrai, che il morire di grazia mille volte il giorno domanderai, né ti sarà dato, prima che le mani t’abbia per rabbia rose; e dopo questo vituperevolemente morrai, e abominevole a tutto il mondo -. E questo detto, a un’ora tacque la voce e sparve lo splendore. Per che il re desto e pauroso, in sé molte volte ripeté l’udite parole dicendo: - Or chi potrebbe esser costui che tutto puote, che sì aspramente ne minaccia? Certo la sua venuta venuta di Dio risembra, e similemente il partire! Dunque è da temere, e da fare i piaceri suoi, anzi che incorrere nella sua ira: ma come gli farò, ch’io nol potei vedere né nol conosco? -. E in questi pensieri stando, sanza punto più la notte dormire che dormito infino allora avesse, venne il giorno, e egli si levò. E sappiendo che gli ambasciadori di Florio non erano partiti, a sé gli fece chiamare, e umilemente li pregò che di ciò che detto avea la passata sera niente al figliuolo narrassero, però che egli, spaventato con minacce la notte dal novello Iddio, avea mutato proposito, e però gli dicessero ch’egli venisse, e troverialo ad ogni suo piacere disposto.