Filocolo/Libro secondo/38

Da Wikisource.
Libro secondo - Capitolo 38

../37 ../39 IncludiIntestazione 17 settembre 2008 75% letteratura

Libro secondo - Capitolo 38
Libro secondo - 37 Libro secondo - 39

Lungamente si tacque ciascuno, poi che il re ebbe parlato; e bene avrebbero volontieri risposto il duca e Ascalion, però che a loro parea manifestamente conoscere chi questo veleno avea mandato e ordinato; ma però che la volontà del re conobbero, ciascuno si tacque, dubitando di non dispiacergli. E similmente fecero tutti quelli che presente lui erano, fuori che Massamutino, il quale dopo lungo spazio, dimorando tutti gli altri taciti, si levò e disse: - Caro signore, io so che ’l mio consiglio sarà forse tenuto da questi gentili uomini qui presenti sospetto per la presura che di me subita fare faceste sanza colpa, e so che diranno che ciò che io consiglierò, io il faccia a fine di scaricare me e di levare voi di sospezione; ma io non guarderò già a quello che alcuno possa dire o dica, che io non vi dia quello consiglio in ciò che dimandato avete, che a legittimo e vero signore donar si dee, in tutto ciò che per me conosciuto sarà, sempre riservandomi allo ammendamento di voi dov’io fallissi. E così m’aiutino gl’immortali iddii, com’io se non quello che diritta coscienza mi giudicherà non dirò; e dico così: "Il fallo, il quale Biancifiore ha fatto, è tanto manifesto, che in alcuno atto ricoprire non si puote, né simigliantemente si può occultare il grande onore da voi fatto a lei: per lo quale avendo ella voluto sì fatto fallo fare, merita maggiore pena. E certo, se quello che in effetto s’ingegnò di mettere, avesse solamente pensato, merita di morire". Onde per mio consiglio dico e giudico che misurando giustamente la pena col fallo che ella muoia: e sì come ella volle che la vostra vita per la focosa forza del veleno si consumasse, così la sua con ardente fuoco consumata sia. E certo tale giudicio pare a me medesimo crudele; e non volontieri il dono per consiglio che si dea, però che per la sua piacevole bellezza assai l’amava; ma nella giustizia, né amore, né pietà, né parentado, né amistà dee alcuno piegare dalla diritta via della verità. Non per tanto, voi siete savio, e appresso di molti più savii uomini che io non sono avete, e sì come signore potete ogni mio detto indietro rivocare e mettere ad essecuzione. Però là ove nel mio consiglio, il quale giusto al mio albitrio v’ho donato, si contenesse fallo, saviamente l’ammendate -. E più non disse.