Gandino e il suo distretto/Capitolo IV
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CAPITOLO IV.
Commercio di panni e lanificj.
Il commercio è antichissimo, e non sussiste società senza commercio. Desso unì gli uomini: dalle famiglie compose la società, dalle società gli imperi, dagli imperi il mondo tutto; contribuisce a render floridi e grandi gli stati, e in Inghilterra dove tanto prospera, il figlio ed il fratello di un Pari del regno, non arrossiscono di essere negozianti. Nell’industre abitatore dell’Orobia sembra innato l’amor del commercio. Di svegliatissimo ingegno, senza consultare gli autori, e loro grandi opere, da se stesso ne indovina quasi e concepisce si può dire le grandiose idee, e pensieri; lasciatelo agire a suo modo, proteggetelo nelle oneste sue mire, e in breve tempo lo vedrete prosperare nei di lui
tentativi. In qualunque siasi ramo al quale si applichi, e che la natura il prescelse, risorgendo si può dire dal nulla, le vie tutte ricercando della speculazione, con immensa vigoria di spirito, e di talenti, creerà uno stabilimento, distinguendosi nella società, ed in breve sarà quasi per miracolo additato, con una straordinaria fortuna. Tali esempi sono comuni non solo nell’illustre città Bergomense, ma anche nella provincia. Gandino ne somministra una evidentissima prova. Col commercio di panni e lanificj di remotissima origine, come pure nell’antica Valle, a motivo delle innumerevoli praterie, e lanose gregge pasciute, si rese doviziosissimo, e ne sorsero le grandi e potenti famiglie Giovanelli, Gazzana, Dal-Negro, Castelli, Caccia, Rotigni, ed altre delle quali ne daremo un ragguaglio nell’articolo degli uomini illustri. Dagli infaticabili cronicisti, padre Celestino e padre Calvi1 rilevasi che ab-antiquo, dal ricco borgo di Gandino, sortivano annualmente da tre mila panni alti, e quattro mila bassi, che spedivansi nel Milanese, nel Piemonte, nella Romagna, nella Germania, e regno di Napoli. Dalle corrispondenze tuttora esistenti si riconoscono le commissioni che davansi di simil genere ad Ancona, Amburgo, e Danzica; che a Gazzaniga fabbricavansi i migliori pettini per simile fabbricazione, e che in Vertova tenevansi nel mercoledì e venerdì d’ogni settimana il più bello mercato di panni, che esistesse in Italia.
Introdottosi in Germania, ed altri stati altro genere di fabbricazione, ed inventate le macchine ebbe a risentirne un danno il commercio in Gandino, e furono costretti i negozianti sciolti, che furono dai vincoli dello statuto Veneto, che ne prescriveva l’incannaggio, peso e forma, a seguire il nuovo ordine di cose. In fatti Marco Ghirardelli secondando il naturale suo genio, ed amore pella negoziatura, e del quale era sì vivamente animato, nel 1820 conosciuto avendo, che andavano in degradazione le manifatture a vecchio metodo, e non risparmiando fatiche, nè viaggi, con grave suo dispendio, fece pervenire le macchine costrutte, sopra i modelli inglesi da Como, dalla ditta Girard, e Descamps, trovando molti ostacoli nell’eseguire le di lui intraprese; mossi da così bello esempio i negozianti Gio. Maria Pasini nel 1830, e successivamente la ditta Fratelli fu Luigi Radici, e la ditta Antonio Motta, seguironlo; di nobile gara accesi, per quanto da loro dipende, continuano gli instancabili negozianti, a rendere migliorata la loro fabbricazione dei panni. Prospera grandioso nuovo stabilimento di lanificio fondato dal Marco Ghirardelli, che estese durante la sua vita, terminata nel 1828. I superstiti di lui figli Andrea e Battista le orme seguendo del rispettabile loro genitore, sempre più vanno ampliandolo, in modo da renderlo degno di ammirazione, a chi davvicino il riguarda, le novità, le perfezioni introducendo tutte, che la bravura del secolo seppe inventare, ponendosi in tal guisa a livello, ed in concorrenza con nazionali, e delle estere nazioni. Gli altri commercianti surriferiti, non tralasciano pur essi ogni cura per rendere migliorati i loro negozi, esistendo quello a vecchio metodo dei Radici prima del 1722, eretto da Gio. Andrea Radici, passato nei figli e pronipoti.
Le nuove macchine introdotte di una estrema rapidità, e movimento, coll’opera ed impiego di pochi operai, in breve tempo scardassano, distendono la lana, riducendola in cannette ed alla filatura in grosso, ed in fino. Una o più ruote idrauliche dando anima allo scardassiere, passano le lane aperte dal diavoletto, alli molini, alla gianetta. La tessitura continua cogli antichi metodi, colla sostituzione per altro della volante spola, inventata da Ray di Bury. Altra macchina fu sostituita da Duclò, alla vecchia, per la garzatura dei panni, ed altra simile denominata rotulatoria per la cimatura, da Seren di Parigi, e seguonsi quindi tali utili innovazioni, dagli industri ed attivissimi commercianti di Gandino, e da Francesco Giuseppe Briolini di Gazzaniga, del quale ne faremo cenno a suo luogo, secondo anche i varj sistemi introdotti da Kocril e Levis.
In tal modo anzichè impiegare, col massimo risparmio d’individui e di tempo, quattrocento persone pel prodotto di mile ottocento panni, non se ne impiegano, che sole cento.
Si potranno calcolare presso a poco occupate e stipendiate tra li nuovi edificj ed il vecchio metodo nella negoziatura panni nel solo Gandino, circa cinquecento persone. Attesa l’attiveggenza e bravura dei commercianti, che sanno ben regolarsi in proposito, l’annua riproduzione del genere può essere ragguagliata col consumo, servendosi anche molte truppe del Regno Lombardo. I prezzi si vanno raggirando dalla lira una austriaca, qualità più ordinaria, ascendendo sino alle dodici lire, della qualità più fina, al braccio.
La ditta Fratelli Campana fu premiata con medaglia d’argento dall’Eccelso I. R. Governo con Decreto 2 Gennajo 1826 per nuova invenzione, e metodo di purgare e lavorare i cascami di seta, facendone scelti tapeti, coperte di letto, e fanelle.
Note
- ↑ Celestino storia pag. 540.