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Gazzetta Musicale di Milano, 1845/N. 5

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N. 5 - 2 febbraio 1845

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N. 4 N. 6

[p. 19 modifica]GAZZETTA IMtSICALE ANNO IV. - N. 5. DI MILANO DOMENICI 2 Febbrajo 4 845 Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà: Antologia classica musicale. COLLABORATORI. M.° Balbi. - Battaglia. - M.° Bellini. - M.° Bercanovich. - Bermani. - Pr. Bigliani. - M.° Boucheron. - Doit. Calvi. - Cambiasi. - Avv. Casamorata. - Cattaneo. - Doit. Liciitentiial. - M.° Manna. - M.° Mayr. - Pr. Mazzucato. - Minoli. - M.° Cav. Pacini. - M.° Perotti. - M.° PicciiiANTi. - M.° Bossi. - Doti. Torelli. - M.° Torrigiani. - Vitali. - Zucoli, ecc., ecc. Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta caH’^nlologia Classica Musicale è di effettive Austr. lire 12 per semestre, ed effettive Austr. lire 14 affrancala di porlo tino ai confini della Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — I.c associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa II icori! i. contrada degli Omenoni num. 1720, e nelle sale sotto il portico di fianco nifi. R. Teatro alla Scala; all’estero presso i principali negozianti di musica c presso gli Uffici postali. SOMMARIO. I. I. R. Teatro alla Scala. Rosvina de la Foresi. II. AlTEstensore della Gazzetta Musicale di Milano. - III. Proposta di una defìnieione del Ritmo. - IV. Varietà’. Roberto il Diavolo. - V. Gazzettino settimanale di Milano. - VI. Carteggio. Firenze. - VII. Notizie. - Vili. Altre cose. - IX. Nuove pubblicazioni musicali. I. R. TEATRO ALLA SCALA ROSTOA ©B BA FOBBST Tragedia lirica in tre atti di Giambattista Cely Colajanni, posta in musica da Vincenzio Battista, e rappresentata la prima volta la sera 23 corrente dalla signora Fhezzolim-Poggi e dai signori Poggi e Collisi. voi ’opera di Battista ne conduce a fare sull’organo vocale della Frezzolini la seguente osscrva■ zionc - Voi, sig. maestro, avete a vostra disposizione la voce di questa signora voi scrivete per lei: voi volete certamente servirvi delle sue più belle doti; volete ’fare risaltar queste, c coprire i difetti, se ve n’ha. Ma la voce di questa celebrata cantante non cjforte nella sua più alta significazione, o, se volete che ci spicghiam meglio, non è un organo gridato!JA’

  • Te. No; una volta per sempre lo diciamo,

non è pel merito delle grida che la Frezzolini si è fatta la prediletta del nostro pubblico; si è per l’ampiezza de’suoi modi, per l’eleganza dei passi, per la purezza e l’ardire dell’esecuzione: e voi, maestro Battista, dovete pur concedermi che parecchi brani del vostro spartito esigono il grido, il grido disperato, il grido strillato, il grido completo infatti. Tal foggia di grido (che abborriremo sempre) esige la cabaletta finale delI’Opera, nella quale, checché vi sembri in proposito, c per quanto possiate illudervi, la Frezzolini non v’interpreta certamente le vostre idee con quella potenza di grido che voi avete imaginato in componendole. Ed infatti, bisogna dirlo, la sua voce qui pure resta soffocata, ed anzi che guadagnare perde di ampiezza. Non fatevi i forte degli applausi che susseguono questa cabalctta: son applausi di gratitudine all’egregia artista, al nobile suo sforzo, all’interesse che vi dimostra, alla simpatia che si ha per lei e fors’anco per voi: sono applausi chiamati anche dal complesso dell’animata azione della cantante, dalle sue rette intenzioni; e in parte anche dalla sua voce, ma in parte soltanto in quel punto. Noti invece il signor Battista nella sua bella preghiera [adagio del rondò tinaie), noti quale impronta veramente angelica prenda la voce dell’esimia esecutrice: egli è là ch’ella canta, ed I è là che vi incanta, c vi imbalsama il core di vo; luttuosa dolcezza. Del rimanente Rosvina de la Foresi ha piaciuto in complesso. Piacque la spontaneità dei motivi, piacque la dolcezza di alcuni canti, e il brio di alcuni altri. Fu condannata alquanto in qualche sua parte per trascuratezza di alto stile, o, comesi suol dire, di filosofia, ed anche per difetto di novità; ma in generale convien dire che l’Opcra venne c viene gustata, e che fa gradita parte del repertorio attuale, non in vero troppo ricco nè in qualità, nè in quantità, nè in novità. Il merito del libretto fu elevato troppo da alcuni, e troppo da altri abbassato. E attinto, come di consueto, a fonte straniera: l’autore lo confessa: da tale confessione si volle anzi trar alcun argomento per dar lode alla modestia del verseggiatore. Ma era essa in questo caso, sembrami, un annegazione necessaria; perchè chi mai non; sarebbesi avveduto da quale originale sia stata tratta la copia? Non è difficile, che abbiamo a toccare nuovamente, e più a dilungo, di questo spartito. AEI7 ESTENSORE DELLA GAZZETTA MUSICALE DI MILANO Firenze, 23 gennajo 1815. >on certo che mi attribuite a gravissima colpa il lungo silenzio tenutovi sul movimento musicale di questa città: ma esponendovi semplicemente la làtal circostanza che me lo ha impedito, io credo che voi non poticele non assolvermi da questa recriminazione. Eccomi al fatto. Io ho il difetto di non potere nè saper parlare che di quelle tali cose che seguono davanti ai miei occhi, o per meglio dire, trattandosi di musica, di quel tanto che mi si insinua nello spirito c nell’intelletto per mezzo degli orecchi. E per un certo mio viziaccio attuale, di cui non mi riesce emendarmi, su quelle tali cose vado poi tra me tanto fantasticando, fino a che mi venga fatto di rinvenirvi una qualche osservazioncella, o mi promuovano una qualche idea, che secondo il mio tenue discernimento mi sembri, quando che la fosse resa nota, la potesse recare un qualche vantaggio all’arte. Ora in simili casi sempre mi accade che, assorto in queste illusorie contemplazioni, il tempo mi vola, ed allorquando ordinato il pensiero incomincio a scarabocchiarvi una Lettera nelle forme, ecco che mi giunge l’ultimo numero della Gazzetta Musicale di Milano, ove sotto la rubrica - Carteggio particolare - leggo la data di Firenze, in cui si spiattellano, un poco più alla spiccia è vero, tutte quelle notizie che ero sul punto di trasmettervi. Ed allora che cosa mi resta a fare? Nient’altro di meglio che posar la penna, stracciar la carta, e dimenticar tutti i ghiribizzi che mi erano sdrucciolati dalla fantasia, o che cran lì lì per sdrucciolarmi. Ecco per esempio, io ci scommetto che a quest’ora voi siete già informalo che domenica scorsa 19 correlile vi ebbe nella sala della nostra Società Filarmonica un privato esercizio musicale! Certo la sarebbe stata crossa se i vostri più di me solleciti corrispondenti avesser mancato di darvi conto di questo bellissimo trattenimento filarmonico. E probabilmente vi avran detto che quella seduta si aprì con la esecuzione di un bel.Mottetto, Venite adorenats, a quattro voci con coro, fresca e vigorosa produzion musicale di non fresco c vigoroso, ma valente c rispettabile artista, con molto sentimento concepita nel suo settantaquattresimo anno. Francesco Blasis napoletano rendea con questa un tributo di affetto paterno alla memoria di Virginia sua figlia, ahi troppo immaturamente tolta ai vivi ed alle glorie della scena lirica italiana! Nel giorno che si inaugurava il di lei monumento sepolcrale (11 dicembre 1859 ) quel Mottetto sarebbesi eseguito nella chiesa di santa Croce, ove un anno avanti era già stata tumulata, se il Blasis non vi avesse impiegato le voci bianche lauto nelle parti di concerto che nel coro, le quali non si sarebber potute convenientemente sostener dai fanciulli; e siccome alle donne, come vi è noto, non si permette il prender parte nelle musiche di Chiesa, così questa sentimental com- fO posizione rimase incognita, essendo forzata in quella circostanza, per cui espressamente era deslinata, a cedere il posto ad altro classico lavoro Q5.V [p. 20 modifica]funebre, cioè al Requiem per voci d’uomini di Cherubini. Sia lode dunque alla recente istituzione degli esercizi di studio della nostra Società Filarmonica, nei quali precipuo scopo si è l’eseguir musica clic non si senta ripetere quotidianamente nei teatri, e grazie sien rese al degno allievo dell’illustre Fenaroli, l’autore di quel bel Mottetto, per averci porta l’occasione di gustare questo suo lavoro in cui era da ammirarsi la bella fattura del primo tempo ed il bel canto degli a solo del tenore c del soprano, abbenebe questi alcuna volta apparissero improntati di una leggera tinta teatrale. Gli accompagnamenti bene elaborati c di elegante forma, sufficientemente risaltarono, non ostante che la parte dell’orchestra fosse per maggior comodo ridotta dall’autore istcsso per due pianoforti.. Ma uno dei maggiori pregi di questa composizione, a mio parere, si è la fluidità c naturalezza delle melodie di vero tipo italiano, e soprattutto la giusta distribuzione e collocazione delle parti vocali nel complesso armonico, da cui ne risulta quella forza e quella robustezza che non stordisce l’uditore, ma con diletto risveglia la di lui energia, e lo muove a quelle passioni che il musico tenta di esprimere. Il signor Cattaneo, non trovandola nei trattatisti di musica in corso, domandò ai più dotti collaboratori della vostra Gazzetta una esatta definizione del vocabolo Ritmo, che oggi nel linguaggio tecnico dell’arte, parmi venga usato a significare forma del movimento musicale (1); ora ncll’istessa maniera io domanderei che mi si additasse se tra i mille Trattati di Armonia, d* Contrappunto c di Composizione del giorno alcuno ve ne abbia che bastantemente si diffonda su quella interessantissima parte dell’arte musicale sopraccennata, cioè sulla conveniente impostatura, sull’ordine c contcssitura delle parti vocali di un componimento, nella qual parte tanto si distinsero quei sommi compositori italiani che oggi son detti antichi, le di cui Opere, per fatai disgrazia dell’arte, sono dai più, come vecchie, tenute in dispregio. La esagerazione delle forme, le escursioni in incogniti domimi della modulazione, l’avida ricerca di sempre maggiori forze sonore hanno alla nostra epoca tanto occupalo ogni mente, che senza accorgersene, col trascurare ciò che vi ha di più essenziale, sempre si va di più in più offendendo le parti più vitali dell’arte, dimodoché, non ostante la sua apparente pinguedine, la mi sembra adesso in uno stato di etisia. La fantasia di Thalberg su temi tolti dalla Norma per due pianoforti, che servì di intermezzo all’altro esercizio vocale, fu resa con somma esattezza ed in modo tale da porre in rilievo la maggior potenza sonora a cui è ridotto quell’istrumento mercè i perfezionamenti del famoso Erard. Certo se alcuna cosa mancava a quella esecuzione, non era nè la nettezza del meccanismo, nè la forza muscolare dei due valenti esecutori. Dopo questa, molto desiderato e vagheggiato dalla colta udienza compariva Rossini nelle sue Virtù teologali, Fede, Speranza e Carità, col massimo impegno interpretate da una trentina di signore dilettanti, che forman la parte più nobile c più gentile delia Società medesima. La Speranza e la Carità ottennero il favore di un bis, e veramente per ogni rapporto il meritavano. L’opinione pubblica ha già accordato una preminenza di bellezza all’ultimo di quei tre (1) Vedasi il susseguente articolo del sig. Balbi. cori, La Carità, nè io oserei pensar diversamente; ma anche nel secondo, cioè nella Speranza, mercè una felice esecuzione, si poterono j espcrimentare degli effetti magnifici, e specialmente quello che produce la preparazione della cadenza finale, dimodoché mi sembra che non sia da tenersi in minor conto dell’altro, a favor del quale la maggiorità si è dichiarata. I Credetemi, ecc., ecc. Luigi Picchiarti. PROPOSTA DI IJIA DEFINIZIONE del mino [Risposta ad un Quesito del signor Don N. E. Cattaneo). ella Gazzetta Musicale, Anno III. ■ SIS- d°n Nico10 Eustachio 1 Bi^Ealtaneo ProPonc un quesito sulla H definizione del termine Ritmo. Nobile è il suo desiderio, giusta la sua domanda, adottabili i suoi atti di fede, ma non sempre un termine tecnico è tale, a mio credere, da offrire così facilmente una completa, chiara c logica definizione, come ragionevolmente il prelodato signor Cattaneo richiede. E di vero, equivalendo il Ritmo nel suo più semplice significato a numero, non è questi un termine così generico da addimandarc forse tante parziali definizioni quanti siano gli oggetti che in esso numero abbiano il loro elemento?... Che ciò sia vero mcl provano le diverse maniere di definirlo consegnateci dai principali istitutori antichi e moderni. Da taluno chiamasi Ritmo l’indicazione del Tempo; da altri il membro di un periodo; e da certi altri ancora il rapporto armonico. Raccogliendo adunque queste diverse maniere di considerare il Ritmo, conviene stabilire che ad esso appartenga tutto ciò che abbia base su quantità numerativa, e che quindi delibasi definire essere generalmente il Ritmo Musicale una ordinata disposizione di parti quantitative, razionalmente fra loro combinate, per cui l’assieme tutto risulti regolare, perfetto, ed uno. Rcndcsi poi necessaria una qualificativa divisione, c questa a seconda degli oggetti cui vuoisi riferire; così dirò Ritmo razionale quello che esprime le ragioni dei suoni nella loro combinazione; metrico quello che offre la misura della battuta, del membro di periodo, ecc.; e chiamerò finalmente dispositivo quel ritmo che stabilisce la distribuzione delle parti costituenti le diverse battute. Due sono gli elementi musicali, Suono e Tempo. Non v’ha musica senza suoni, non esistono suoni senza tempo: quelli danno la materia, questo la forma; dunque se l’armonia regge il tessuto musicale in quanto all’esistenza dei suoni, il Ritmo lo regola in quanto alla disposizione loro. Nè ciò solo basta, poiché se all’armonia spelta la reggenza dei suoni tanto simultanei quanto successivi, al Ritmo spetta di giustificarne il rapporto egualmente simultaneo o successivo. Ed unendo questi due principj dovremo concludere, j che l’Armonia, nella sua generalità di significato, ambiduc li abbraccia, tosto che si rifletta dovere ad essa attribuire, c l’esistenza, e l’ordine, equivalendo a nesso, concatenazione, ecc. Ciò premesso, vedremo di subito come dall’esistenza dei suoni sia inseparabile quella dei Ritmi. 4. Nel semplice suono esiste soltanto il principio melodico od armonico, e così avviene della sua durata di tempo, la (piale non offre che il principio Ritmico, come succede dell’unità considerata soltanto principio di (pianiità: ma se avviene che questo suono sia fondamentale, esiste tosto la tonalità, c così pure accade della durata, che se dà una misura completa offre tosto la battuta, ossia il Ritmo. 2. Appena si moltiplica il numero dei suoni ne succedono i rapporti; c siccome questi suoni possono essere combinati simultaneamente, od espressi successivamente, anche i rapporti possono essere simultanei o successivi. L’unione simultanea dei suoni dà la risonanza, l’accordo, ecc., la loro successione dà la melodia, l’armonia. Nella risonanza c nell’accordo l’orecchio gusta la convenienza, o soffre la discrepanza, ma F acustica ne dimostra razionalmente il rapporto. Così, dati per esempio i tre suoni do, mi, sol formanti l’accordo perfetto maggiore, il Ritmo razionale mostra il rapporto fra le tre numeriche quantità corrispondcnlii ad 4/4,4/5,1/6 nelle ragioni di 6/4, 5/4, e 6/5, da cui ne succede l’armonica proporzione 1/4: 1/6:: 1/20: 4/50, dunque ove esistano quantità numerative esiste Ritmo; cd ecco a che voglia riferirsi razionalmente fra loro combinate. 5. Se la successione dei suoni offre la melodia, l’armonia, i proseguenti rapporti offrono il successivo Ritmo: ed ella è cosa veramente degna di tutto il riflesso l’osservare come questi due clementi camminino perfettamente di un passo parallelo!... Sotto tre diversi aspetti puossi considerare questo ritmo successivo; l.° come misura semplice, 2.° come misura riportata, 5.° come misura condizionatamente disposta. Al primo aspetto appartiene la battuta che equivale effettivamente al piede latino qualunque ci sia, appartiene il metro che consta realmente di due battute, e v’appartiene il Ritmo propriamente detto, il quale offre una misura soltanto determinata dalla maggiore o minore lunghezza della frase e dell’intiero periodo (1). 4. Sotto il secondo aspetto devesi considerare il riporto di un Ritmo semplice eguale all’antecedente; lo che forma quella perfetta simetria che produce un Ritmo complesso bensì, ma sempre imo nel suo tutto. 5. Appartiene finalmente al terzo aspetto la. condizionata disposizione delle parti costituenti la battuta. Se due specie di piedi latini abbiamo, una delle quali offra una totalità pari come lo Spondeo, il Datilo c l’Anapesto, e l’altra dia una totalità impari come il Jambò, il Trocheo cd il Tribraco, anche le battute musicali sono di due specie, Luna con divisione pari e dicesi di tempo perfetto, l’altra con impari divisione c dicesi di tempo imperfetto. Adunque consistendo tutto l’officio di questo genere di Ritmo nella disposizione delle parti formanti la compiuta misura semplice, o battuta, giustamente potrassi denominarlo Ritmo dispositivo. (1) V. Dizionario Greco-Tedesco ove dice PjSo.oç Il primo cd antichissimo significalo sembra che sia di un movimento che si ravvolge in sè stesso, ovvero di una forma circolare; quindi principalmente quel movimento che, giusta una certa misura di tempo, succede per i piedi e pel corpo nella danza, e nei toni della musica che l’accompagnano: epperò tact, e cadence sono i primissimi ed universali concetti e significati di questo vocabolo. Periodo viene dal greco Perì (latino circuin) e odos (italiano corso) che equivale a giro circolare, ecc. [p. 21 modifica]Riepilogando tutto il fin qui detto, m’è forza ritenere: che la semplice individuale durata di tempo non formi assolutamente Ritmo; che il Ritmo razionale non si debba considerare che implicito e sottointeso; che il riporto di ritmo non sia che una composizione dello stesso; c che quindi tutta la spiegata attribuzione del Ritmo si riduca a due soli oggetti, cioè all’indicazione del tempo, ed alla ordinazione del periodo. Ciò tutto sembrami di avere abbastanza chiarito nella data mia definizione; se questa è giusta l’intendimento del succitato sig. Cattaneo e de’ mici rispettabili collaboratori, nessuno più di me contento; e se pure è tale che con qualche menda possa rendersi perfetta ed adottabile, egualmente pago mi dichiaro pronto e docile a qualunque ragionata correzione. Melchiorre Balbi. VARIE T À ROBERTO II. USATOLO Si sono ricercate tutte le opere teatrali che hanno avuto esito felice, c si è collocato in primo rango Roberto il Diavolo. - 11 primo giugno 4851 l’opera venne affidata alle scene; l’antica amministrazione dell’Opera non aveva legato alla nuova che una sola partizione, Roberto il Diavolo. Vi fu soltanto fra il sig. Meyerbeer c l’amministrazione qualche conferenza per cambiamenti di parte, di mise en scène, ed ecco tutto. La parte di Bertramo, questa parte imponente, clic sola ha bastato alla riputazione d’un artista, era stata scritta pel sig. Dabadic. La parte era nelle sue mani; ma la lìsonoinia onesta c candida del sig. Dabadic, il suo sguardo virtuoso, il suo portamento patriarcale c la sua voce soave mal convenivano al personaggio diabolico di Bertramo. 11 sig. Meyerbeer trasportò la parte di Bertramo, e questa parte fu la più bella creazione di Levasseur. La signora Dorus creò la parte d’Alice e vi seppe spiegare tutta l’ingenuità d’una donzella e tutto il talento d’una grande cantante. Madamigella Falcon fu in questa stessa parte l’angelo inspirato, e produceva soprattutto un grande effetto, come attrice e come cantante, a piè della croce cd al gran terzetto nel quint’atto. La scena delle religiose che escono dalle loro tombe, non esisteva nel libretto quando fu rimesso । alla nuova direzione. Al sig. Duponchel devesi | l’onore di questa idea. La scena non si tramu-! tava che in giardini incantati. Il sig. Meyerbeer riunisce d’altronde tutto il sentire d’un uomo di genio. Ei sente infatti energicamente, e quel cuore appassionato si abbandona quindi a tutte le debolezze d’una continua diffidenza e d’una modestia esagerata. Egli dubita sempre di sè stesso. Alcuni giorni avanti la prima rappresentazione di Roberto il Diavolo, lo preoccupavano i più minuti particolari della mise en scène. Una sera egli assisteva ad una prova di scena del quarto atto: alla vista della piccola sala ove Isabella viene addormentala per mezzo della virtù magica del ramo d’oro, il signor.Meyerbeer sentì raddoppiare le sue inquietudini. Égli aveva immaginalo un palazzo più grandioso, più degno della principessa di Sicilia, e tutto desolato: «mio caro direttore, diss’egli, I io m’accorgo che voi non fate capitale Sull’Opera i mia; voi non avete voluto fare delle spese!» Il giorno della prima rappresentazione tutte । le diffidenze del sig. Meyerbeer cessarono. Nour- | rit, Levasseur, mad. Dorus e mad. Damoreau c la partizione eccitarono unanimi applausi. Levasseur spiegò un nuovo talento. L’esito fece quel clamore che tutti sanno. E nulladimcno quanti sinistri accidenti accompagnarono questa prima j rappresentazione! - Al secondo alto, un lampada- I rio cadde improvvisamente sulla scena e si ruppe | in mille pezzi; al terzo atto uno dei praticabili del chiostro si staccò e fu sul punto di schiac- I ciare madamigella Taglioni; inoltre, al quinto atto, furibondo per la sua passione, smarrito, Nourrit scomparve con Levasseur nella buca che non doveva inghiottire che Bertramo. Ma il ciclo proteggeva il Diavolo Roberto. GAZZETTIHO SSTTIHAITALE DI HIL.AM) — La Scala diede nel corso della settimana la riproduzione di due balli, La Rivolta nel Serraglio c Gisella. - Il repertorio delle Opere inantiensi lo stesso, ancora per (ulto il carnovale. - lìosvina di Ballista continua ad esservi applaudita in più brani. - Una specie di novità avremo tuttavia domani a sera, cd è la Semiramide non più con la Michel, ma invece colla Marini. — Martedì sera ebbe luogo al teatro Re la prima rappresentazione della deliziosa Linda di Donizetti. Ecco quanto leggiamo nella Fama in proposito degli esecutori: a Salvo il Pozzolini, che fece già di belle prove «nella Sonnambula c nella Figlia di Domenico, salvo h il basso Slrorn, cui fu affidata una parte di troppa h levatura come quella del Prefetto, c in fuori della» Corvetti seconda donna, tutti gli altri erano gente h nuova. Il Cappelli però, che assai buone memorie a lasciò al Corcano, c il Torri, che s’acquistò colfinh gegno e coll’esercizio il grado di primo buffo, non h cran nuovissimi a Milano, cd amendue fecero bene, «c ne’ precipui momenti delle lor parli deslaron plauso,» ebbero titolo di bravi, e ùseiron pure al proscenio u mentre ferveano i viva del pubblico stipato c teli stante. - Giuseppina Carlini (Pierotto), la cui voce u in alcune corde non è soverchio omogenea, canta u di assai bella maniera, e ove s’innalzi a più acuto a registro trae suoni grati c piace. Ed ella ebbe apu plausi a più tratti, anzi al duellino di lei colla Peli corini ruppe il maggior entusiasmo di tutta la sera, h perchè volevascne ad ogni modo la replica. - Gioii vannino Pecorini giovane allieva di questo 1. R. h Conservatorio, raccolse poi sopra di sè la magli gior somma delle lodi, come quella che lottar doti veva e vincere difficoltà ben molle pel carattere a musicale, tutto canto e gorgheggi, pel carattere h drammatico, tutto passione, c per la multiforme h quantità de’ brani, tanti, per vero, da affrangere la a più robusta voce, l’animo più alacre e volonteroso. h Con tutto ciò ella uscì lodatissima di così arduo citi mento, eseguendo con una mirabile giustezza c corti rezione tutta «pianta la sua parte, a tale da suscitar u piacere e maraviglia. La sua voce non forte, ma di a timbro soave, argentino, la spontaneità del suo porti gerc, le sue agilità, granile di spesso, l’intonazione a perfetta fanno della giovinetta Pecorini una cara a prima donna, che acquisterà tli certo coll’esercizio h il sentimento dell’arte. E fu lungamente, clamoroii samcntc, concordemente applaudita e ridomandala u ad ogni brano, ad ogni atto e da ultimo a furor u di viva. u Tutto ciò abbiam detto lasciando da un canto i a confronti; la Linda del teatro Re è a dir netto h una Linda in miniatura, gentiletta pertanto ben h molto, imperocché la picciolezza delle proporzioni, u assai di sovente, è singoiar carattere delle grazie t>. — Al teatro Re ebbe pur luogo giovedì la beneficiala di madamigella Sara. Ella vi fu festeggiata, e nella cavatina di Emani si meritò bella lode, per ben sentita passione c per esecuzione ardita c felice. CARTEGGIO PARTICOLARE Firenze, 25 Gennajo 1845. I Due Pascavi alla Pergola vanno sempre più aumentando nel pubblico favore (1). La Società Filarmonica dette la scorsa domenica un trattenimento musicale privato che riuscì soddisfacente più che molle c molte delle grandi accademie. Vi fu (1) Riguardo all’esecuzione dei Foscari alla Pergola ci si scrive e leggiamo anche nei giornali di Firenze cose lusinghiere del tenor Sinico come quello che vi eseguisce mollo lodevolmente la sua parte. i eseguilo un Inno o Mottetto scritto dal maestro Blasis in occasione dei funebri suffragi di sua figlia Virginia, rapila così immaturamente all’arte di cui era ornamento (I). In questa composizione del vocchio allievo di Fenaroli ad uno siile largo e dotto ad un tempo va congiunto un sentimento di patetica mestizia, che si fa tanto più possente per l’associazione delle tristi idee che la udizione ne risveglia nell’animo. A questo mottetto successero i tre Cori di Rossini, intitolali la Fede, la Speranza e la Carità. Furono essi assai bene eseguili da numeroso stuolo delle nostre più distinte dilettanti, ed accolli tra entusiastici plausi. Dei due ultimi fu domandata cd ottenuta gentilmente la replica. Il solo fu detto con gran potenza d’accento dalla principessa Elisa Poniatowski. Come, accompagnatori sedevano a due buoni pianoforti di Pleyel i signori Schimon e Manetti. Tutti convenivano che tra i moderni a ninno è dato come a Rossini possedere il segreto di dilettare senza fatica, di trarre tanto effetto da mezzi che in apparenza sembrati talora così ristretti. In questo stesso trattenimento si produsse una distinta pianista dilettante, la signora contessa Kalergi, suonando assai bene col prefato signor Schimon una fantasia a due pianoforti di Thalberg. Mercè le cure dello zelantissimo direttore musicale della Società, il principe Carlo Poniatowski, è preparalo ed annunzialo per domani mattina un pubblico concerto. Martedì scorso ebbe luogo nella sala dell’antico palazzo Acciajoli un’accademia data dal già celebre pianista Golinclli. Numeroso fu il concorso, molli c meritati gli applausi. (1) Vedasi più sopra la lettera del sig. Picchiatili. NOTIZIE — Angers S9 dicembre. Joseph Hayn, ou La Tempête, opera nuova, parole del sig. Eugenio Bonneinère. La musica del sig. Carlo Hetrel ottenne sul teatro di questa città un successo completo c di buon augurio per l’avvenire del giovane compositore, di cui è primo saggio quest’opera. — Augusta. (15 gennaio). - Jeri si rappresenti’) per la prima volta la nuova Opera / Cadetti di Marina del maestro Chelard. Ricchezza di bei motivi e maestrevole condotta caratterizzano anche quest’opera buffa, medesimamente che il suo Macbet. Viotti pezzi ebbero un applauso strepitoso, cd alcuni si dovettero ben anche ripetere. Il maestro fu chiamalo sulla scena dopo ogni atto. Così la Gazzetta Universale. — Berlino. Presso i signori Bote e Boch, editori di musica, è comparso ii terzo volume della Raccolta di Musica Sacra de’più rinomali autori dei secoli XVI, XVII e XVIII. In questi primi tre volumi vi si leggono fra gli altri i nomi di Caldaia, Scarlatti, Palestrita, Leo e Gabrieli. — Scrivasi da colà, 15 gennajo: — L’ambasciatore inglese allo nostra Corte, lord Westinorcland, farà rapresentare nel suo palazzo l’opera L’Eroe di Lancastro ch’egli ha composto a Firenze all’epoca del suo soggiorno in quella città. L’ambasciatore stesso dirigerà l’orchestra. Le LL. MM. e tutta la Corte assisteranno a questa serata musicale. — Bordò. L’oratorio NoiH di Lesueur venne eseguito alla cattedrale. L’esecuzione diretta dal sig. Andrevi, maestro di cappella, è stata perfetta; questa bell’opera ha profondamente impressionato, per la sua melodia soave ed armoniosa, e numerosi uditori che si erano pressati a sentirla. — Brusseli.es. Per ordine del ministro delITnterno, il sig. Adolfo Fétis, figlio del maestro di cappella del re del Belgio, venne nominato professore d’armonia e d’accompagnamento al Conservatorio per la classe delle fanciulle. — r Cremona. La Muta di Portici cadde: i soli ballabili furono veramente applauditi, e la Tarantella in particolare ebbe l’onore della replica. Non mancarono applausi d’incoraggiamento alla giovine esordiente signora Mora, al tenor Assandri cd al basso Luisia; ma nel suo insieme I’Opera non potè sostenersi. (Figaro) — Dresda. 21 dicembre. - La commissione incaricata delle soscrizioni per l’erezione in questa capitale di un monumento in onore di Carlo Maria Weber, annuncia ch’essa ha testé ricevuto da Meyerbeer a Berlino una lettera in cui queirillustre maestro le scrive che dietro sua proposta S. M. il re Federico Guglielmo IV volle di buon grado permettere che l’introito della prim’opera di Weber che sarà data al teatro reale della Grand’Opera di Berlino sia versato alla Commissione per essere impiegato al monumento in questione. La stessa commissione ha ricevuto da Mendelssohn Bartholdy, Liszt e Benedici delle lettore colle quali la prevengono ch’eglino si propongono di dare ognuno un concerto a beneficio del monumento di Weber, cioè: il primo a Berlino; il secondo a Parigi; il terzo a Londra. — Il 5 gennajo venne quivi rappresentata per la prima volta la nuova Opera di Enrico Marschncr, intitolata Z’Imperatore.Adolfo di Nassau, e s’ebbe la più lieta accoglienza. — Malta. Private lettere ci danno ragguaglio del fortunato esito della Sonnambula, in cui madamigella Emma Bingley molto si distingue nella parte di Amina | meritandosi generali applausi e come attrice e come । cantante. [p. 22 modifica]— Mantova, L’Antonio Foscarini, nuova Opera del maestro Luigi Pelraii, appariva alle scene il 22 corrente con successo stabilito da venticinque chiamale del maestro al proscenio. (Figaro) — Monaco (13 gennaio). • L’/donieneo, opera eroica, composta da Mozart per questo teatro di Corte, or sono sessantaquattro anni, della cut prima rappresentazione nessun’anima vivente di questa capitale si ricordata, fu data ieri per la seconda volta, tale e quale la scrisse il maestro, e ad onta della mancanza di pezzi concertali, malgrado i lunghi recitativi, il successo fu dei più brillanti, e l’entusiasmo si protrasse dal principio fino al-; l’ultima nota. S. M. il re Luigi aveva predetto una tale splendida accoglienza a quest Opera. Così la Gazzetta Universale. — Si sono testé messi in vendila in questa città dei Liindler Stiriani per chitarra, composti dal principe Massimiliano di Baviera, e dedicati da S. M. al suo maestro, sig. Pelzmayer. — Napoli. Il nobile maestro conte Gabrielli, notissimo nel mondo musicale, fu dall’impresa de’ Reali teatri scritturato per comporre due opere al teatro del Fondo, una nel corrente e l’altra nel prossimo anno. (Bazar) — Francesca Donato, Opera rifalla da Merendante, non piacque, sebbene la Tadolini, Donzelli, Coletti e F raschini tentassero di condurla a buon porto; essa nau- | fragò ne’ paraggi del San Carlo. (Fama)! — Parigi. Lcggcsi nel ménestrel: «La sinfonia del ■ Désert del sig. Feliciano David ha prodotto martedì i l; gennajo 14,orni franchi d’introito al Teatro Italiano,; avendo luogo, coinè noto, la riconciliazione fra le parti dopo il processo fra i signori Vatel ed il giovane mae- i stro orientale: il sig. Feliciano David ha quindi definitivamente assistilo al suo concerto. La voga di questo j nuovo compositore si mantiene tuttavia. 11 sig. David ha fatto rivivere in Francia un bel costume, quello cioè d’assistere ad un concerto o ad una secala drammatica 1 nello scopo di sentirvi un’opera musicale c non un’esecutore; or più non siamo all’epoca in cui tutta Parigi si recava ogni giorno all’Accademia reale di musica al solo nome di Duprcz esposto in caratteri cubitali, e senza darsi pensiero dell’opera che vi si rappresentava. Fa d’uopo ormai che il compositore riprenda alquanto del suo vero valore.Se voi non badaste che incantanti, dessi incetterebbero l’ammirazione pubblica, e l’uomo di genio diverrebbe rumile servitore dell’interprete. Bisogna abolire questa perniciosa tradizione: a ognuno secondo le opere sue! Quante voci spente rivivcrebbero oggigiorno se Rossini loro volesse confidare di nuovo i suoi magici accenti! ma gli ingrati obblierebbero subito questa risurrezione e non mancherebbero^di vantarsi protettori della musica di Rossini! — Teatro Italiano. - La Rinegata è stala finalmente rappresentata giovedì 16 gennajo. Nel dramma non vi fu altro di cambiato che il titolo, l’argomento, i nomi ed ì i costumi; quanto alle situazioni, esse sono pressocchè! le stesse: in somma La Rinegata differisce da Lu- I crezia Borgia quanto basti perchè il sig. Victor Hugo 1 non ne possa più rivendicare la paternità, ma senza che la musica di Donizetti abbia avuto a soffrire il minimo! danno in questa trasformazione; la difficoltà e stala dunque superata con vera abilità, ne sian lodi all’autore del nuovo libretto. - La partizione di cui i Parigini erano da lungo tempo privati è stala accolta dai più vivi applausi ed ha prodotto, in alcune parli, un grand’effetto. Ognuno de’suoi interpreti ha riconquistato l’antica sua piazza, tranne Ronconi che sosteneva la parte i creata da Tamburini. 11 grande artista si mostrò va- j lentissimo; il feroce duca d’Este è divenuto un Moro non meno feroce; la Grisi e Mario hanno fatto meraviglie; la Brambilla ha perfettamente disimpegnato la parte sua; Lablache, (che sostenne una seconda parte) Morelli, Tagliafico si distinsero non meno degli altri e contribuirono al felicissimo esito dell’opera. L’introduzione ha fatto furore e venne replicata; si è assai applaudito il magnifico finale del primo atto, l’aria di Ron coni ed il terzetto finale, il coro sì originale e la deliziosa romanza di Mario al terz’atto. - La Rinegata percorrerà sicuramente la lunga e fruttuosa carriera destinata a Lucrezia. — Sabato 18 gennajo, nel concerto che si dava alla corte, in presenza di tutta la famiglia reale, si eseguiva sotto la direzione del sig. Habenech, e per desiderio espresso del re, due frammenti della sinfonia in mi bemolle di Feliciano David, e Roger vi cantava le Chybouch e les Hirondelles, che l’autore ha {strumentato per quella festa. - Un altro concerto sarà dato il 12 febbrajo alle Tuileries, per l’esecuzione dell’ode sinfonia, le Désert. — Quest’anno, come di consueto, la compagnia italiana darà termine alle rappresentazioni alla fine del marzo prossimo; ma le porte del teatro non si chiuderanno come negli anni precedenti: al contrario esse resteranno aperte durante il mese d’aprile. Invece delle solite rappresentazioni vi avranno luogo durante tutto questo mese dei grandi concerti dati dai più celebri artisti francesi e stranieri, che si troveranno allora espressamente riuniti nella capitale. — È or ora comparsa la fantasia di Emilio Prudent sugli Ugonotti (1). — Madamigella Sofia Bohrer, la giovane e celebre pianista, è a Parigi, ove si farà quanto prima sentire. — Pesth. Briccialdi, il rinomato flautista, diede il suo secondo concerto il 20 gennajo. — Verona. Benissimo I Lombardi alla prima Crociata eseguiti dalla Lowe, dal Cinzani e dal Ferri. — Vicenza. Medea di Bacini ebbe il 22 la prima rap¬ ii) ii) Questa fantasia fu pubblicata anche in Milano dall’editore Ricordi. presentazione; il maestro, che assisteva a porla in iscena, fu ridomandalo più e più volte, e così tutti i cantanti. ii) — Vienna. La nuova sala deli’ Odèon pare essere presentemente il più vasto ed il più magnifico stabilimento di questo genere. La sala ha 60 tese di lunghezza; da ciascuna parte vi ha una galleria di quarantaquattro colonne sostenenti la cupola che ha 30 tesej di elevazione; alle due estremità della sala son vi dea boschetti e dei giardini; nel mezzo della sala s’innalza una fontana; quattro altre più piccole si trovano a ciascun angolo dei muri, ecc., ecc. La sala è stat inaugurata l’otto gennajo con un ballo, sotto la dire* zione di Strauss. ALTRE COSE — Lcggcsi nella Revue et Gazette Musicale: «Al- i cuni giornali francesi hanno annunziato che l’autore delle parole dell’opera II campo di Slesia, aveva ricevuto una somma considerabile da parte del re di Prussia; questa notizia non è probabile». — Thalberg sta componendo un’opera: Die Burgruine, poesia di Lodovico Rellstab, che verrà rappre- ’ sentala a Berlino. — Si sa che le invenzioni ed i perfezionamenti dovuti a! sig. Adolfo Sax hanno ottenuto il più bel successo in Inghilterra. Diversi fabbricatori di Londra hanno ■ acquistato la maggior parte de’ suoi nuovi istromenti ’ ch’essi scomposero per copiarli e contraffarli. La famiglia j Distili, che ha rinuncialo agli antichi istromenti per, servirsi esclusivamente di quelli del sig. Adolfo Sax,! venne già tre volte invitata al castello di Windsor per farvisi sentire. Il duca di Cambridge ha pure adottati questi istromenti per la musica del suo reggimento. Altre persone manifestarono il desiderio di seguire questo 1 esempio. Finalmente S. A. R. il principe Alberto si è ’ dichiaralo protettore del valente ed ingegnoso fabbricatore.! — La sera stessa del suo ultimo concerto, la Società i filarmonica di Nancy ha offerto al celebre pianista Emilio Prudent una magnifica tazza d’oro con questa inscrizione: La Società fiarmonica di Nancy a Prudent, ‘ 30 dicembre 1844. Dopo i suoi concerti a Strasburgo ■ Prudent si recherà a Francoforte, quindi a Berlino. NUOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI DELL’l. H. STABILIMENTO NAZIONALE PH1VILEG.0 DI GIOVAVA! RICORDI NUOVISSIME POLKAS per Pianoforte 47144 Benedici. Natale-Polka.. Fr. 4 50 47442 «luilien. La Polka originale..» 4 50 47413 — Polka delle Feste dei Nobili.» 4 80 47447 — La Polka reale, composta pei Balli di Corte a Londra n 4 50 47148 Pugni. La Redovva Polka, danzata da M.lla Ccrrito e da Saint-Leon i> 4 80 1712 Seliulz. Polka de Salon (à quatre mains) n 2 — LA CORNETTA DELLA POSTA Galop per Pianoforte DI 47416 Fr. 4 80 B HfflHN (Willkotìuiten-Rufe) DI Op. 468. 17102 Per Pianoforte solo... Fr. 2 70 17105 Per Pianoforte a quattro mani.» 5 — FAVORITES faciles et brillantes pour le Piano PAR ï. wrramoH 16895 Fr. - 90 N. 1. La Nationale. — N. 2. La Galicienne. VALZER PER CLARINETTO SOLO <7097 Eabitzky. Duoro. Op. 85. Fr. 1 50 47098 Strauss. I Buontemponi. Op. 455. w 4 80 17099 — Astrea. Op. 456 n 4 80 47400 — Salve d’allegria. Op. 465.. n 1 80 PEB PIANOFORTE DI mW w 17145 Op. 45, Fr. 2 40 PER PIANOFORTE NEI. BALLETTO JDOïV CHISCIOLTE COMPOSTO DA masiwHii 47096 Fr. 4 — GIOVARVI RICORDI EDITOSE>PBOPBIETAUIO( WB. Si unisce a questo foglio il peææo A. 1. aell’ANTOLOGIA CLASSICA MINSCILE Anno IV. Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di Giovarmi Bicorni Contrada degli Omenoni N. 4720, e sotto il portico di fianco all’I. R. Teatro «Sia Scala.