Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. VI/Libro III/VII

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Libro III - Cap. VII

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CAPITOLO SETTIMO.

Si continua il viaggio sino all’Isola dell’Avana.


P
Reso congedo dal Governadore e da gli altri amici, m’imbarcai il Sabato 14. sul vascellotto del Sivigliano, venuto di registro a Maracao, per unirsi poscia co’ galeoni all’Avana, ed andare a Cadiz. Non permise il Signor Governadore, che s’aprissero le mie casse nella Dogana, per aggiungere questa all’altre obbligazioni, che gli dovea. Verso mezzo dì ci ponemmo in cammino, per lo Canale di Ponente, allato al Castello (ch’è picciolo, e d’incomoda abitazione, non meno al Castellano, che a’ soldati); non senza molta diligenza, a cagion delle secche, delle quali è circondato: e sull’acchetarsi de’ venti Settentrionali, che impediscono l’uscita dal Seno Mexicano (ch’è fatto in forma di mezza luna) e molto più dal canale. Dalla [p. 290 modifica]parte d’Oriente vi ha un altra entrata, per picciole barche, ed una Darsenetta. Uscimmo dal Canale sulle 24. ore; e si governò il timone per Greco 4. a Tramontana. La Domenica 15. si tenne il medesimo cammino, con vento Maestro, osservandosi 20. gr. e 12. m. d’elevazione.

Il Lunedi 16. con vento Scirocco, s’andò per la medesima linea, e si osservarono 21. gr. e 1. m. di latitudine.

Avemmo una gran tempesta il Martedi 17. che fece venir la nausea al medesimo Capitano del vascello, non che a’ passaggieri; e perche continuava il medesimo vento, si proccurò guadagnare altezza, per evitare alcuni scogli, e poi andar per dritto all’Avana. Si osservò il sole a 22. gr. e 50. m.

Una forte, e tempestosa Tramontana sopraggiunse il Mercordi 18. che ne fece porre la prora a Levante. Si osservarono 24. gr. d’altezza. Continuò l’istesso vento il Giovedi 19. e si navigò sulla stessa linea; però il Venerdi 20. s’andò colla prora a Maestro 4. a Levante, con vento Mezzogiorno. Vedendoci in bastante altezza, cioè di 24. gradi, e 30. minuti; la sera ponemmo la prora per Greco-levante; e nella stessa guisa andando il [p. 291 modifica]Sabato 21. molto c’innoltrammo. Osservati 25. gr. e 30. m. d’altezza, quanto bastava, per evitar le secche; andammo in traccia dell’Isola di Cuba, colla prora per Levante. Alle 4. ore di notte si mosse un gran vento Maestro, con pioggia; ondo si andò per Levante 4. a Scirocco.

La Domenica 22. vedutesi tonnine, si giudicò, che stavamo vicini a terra. Si osservò il Sole a 25. gr. e 26. m. Il Lunedi 23. con vento Tramontana, andammo per Scirocco-levante; e poscia per Levante 4. a Scirocco: osservatasi l’altezza di 25. gr. e 20. La notte cessò affatto il vento; ma il Martedi 24. (Vigilia del nascimento del Signore) si mosse un Libeccio, che ne fece andare per Scirocco-levante. Tornò la calma la notte; e’l Mercordi 25. giorno della Natività, spirando Greco, s’andò verso Scirocco. Si osservarono 24. gr. e 55. m. Si passò in vigilia tutta la notte, per la furia dell’onde, agitate dal vento.

Il Giovedi 26. si andò per Scirocco-levante, con vento Greco (osservati 23. gr. e 17. m. d’altezza) che ne fece allontanar dalla terra, che già vedevamo; e passare una notte, più inquieta della passata. Mutatosi poi il vento in Mezzo giorno, andammo a Levante. La mattina del [p. 292 modifica]Venerdi 27. vedemmo terra, e la costeggiammo tutto il dì, e la notte seguente, colla prora a Levante. Rimanemmo fermi alla fine vicino il Castello del Morro (che sta alla bocca del porto) poiche essendosi tirate due cannonate, non si curò il Castellano di far porre il fanale, per vedere l’entrata.

Il Sabato 28. un vento Meridionale, che veniva dal porto, non ne fece entrare, che a mezzo dì, sempre però bordeggiando; onde in fine ci vedemmo nell’Avana dopo 300. leghe di navigazione. Rimasi io la notte sui vascello, perche a terra non si trovava albergo; e vi stetti molto incomodamente a cagion d’una gran pioggia, che cadde.

Una furiosa Tramontana la Domenica 29. commosse sì fattamente il Mare, che l’onde sorpassavano di gran lunga il Castello del Morro; e se noi non ci fussimo trovati già in porto, avriamo corso gran pericolo.

Le guardie della Dogana, e del Governadore aveano impedito, sino allora, anche lo scender de’ letti; ma fattasi la visita, ad vascello il Lunedi 30. ciascuno cominciò, a tirar fuori le sue robe. Io riposi le mie nella casa, che presi affitto, [p. 293 modifica]presso l’ospedale di S. Juan de Dios. Il Martedi ultimo andai a visitare il Governadore, ch’era insieme Capitan Generale della Città, e dell’Isola.

Il Mercordi primo di Gennajo del 1698. surono eletti gli Alcaldi nuovi, ed altri officiali della Città; dopo di che si trovarono tutti, col Governadore, e’l Vescovo alla messa, nella Chiesa Cattedrale. Sedeva il Governadore in una sedia, e’l Tenente, con gli Alcaldi, in un banco.

Il Giovedi 2. entrai nel Convento de’ PP. Domenicani, di fabbrica mal disposta: la Chiesa però tiene dodici Cappelle, convenevolmente ornate.