Gli assempri/D'una buona donna che fece dire le messe di Santo Gregorio a un prete negligente e che non le diceva ordenatamente come doveva

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D'una buona donna che fece dire le messe di Santo Gregorio a un prete negligente e che non le diceva ordenatamente come doveva

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D'una buona donna che fece dire le messe di Santo Gregorio a un prete negligente e che non le diceva ordenatamente come doveva
D'un uomo devoto de la Vergine Maria el quale ebbe ben vinti ferite et essendo sotterrato non potè morire D'un usuraio che fu veduto da un fanciullo infermo come e' diavoli ne portavano l'anima sua

[p. 122 modifica]D’una buona donna che fece dire le messe di Santo Gregorio a un prete negligente e che non le diceva ordenatamente come doveva.

CAP. 36°


In Montamiata nel Castello di Santa Fiore fu una donna molto devota di Dio e de la Vergine Maria la quale aveva nome Gemma, et aveva una sua figliuola che aveva nome Niccola. E come piacque a Dio questa sua figliola si morì e passò di questa vita. Sicchè la madre se n’andò a un frate suo compare santolo de la fanciulla, e pregollo che gli piacesse di dire le messe di Santo Gregorio1 per l’anima de la predetta fanciulla. El frate cosi promisse di dire, e cominciò le messe. Poi non si [p. 123 modifica]curava di fare le callaie fra le messe come faceva fra l’officio, cioè d’interrompare quando un dì, e quando un altro che non diceva messa, e cosi ne ’nterruppe più e più dì. Unde che continuamente la notte sequente la fanciulla appariva in visione a la madre, e mostravale piene le mani di mele rotte e quasi fracide e diceva a la madre. Ecco le mele che voi mi date, elle non mi son buone e non mi fanno prò nessuno, unde io vi prego che voi mi diate de le salde se voi mi volete far prò nessuno. La madre isvegliandosi non intendeva questa visione. E così ogni notte che quel frate misero lassava la messa che non la diceva, la notte sequente la fanciulla appariva in visione a la madre e lagnavasi che voleva de le mele salde, e la madre per nullo mo’ poteva intendere la sopra detta visione. Alfine la fanciulla apparendo simigliantemente a la madre con piene le mani di mele rotte e dissele. Ecco le mele che voi m’avete date, io non le voglio, io voglio de le salde, però che queste nullo prò m’hanno fatto. E pregovi che voi mi diate di quelle di frate T: (cioè un altro frate del detto convento, el quale era di buona conscienzia) e quelle so’ certa che mi faranno prò. Allora la madre isvegliandosi intese troppo bene la detta visione, cioè che quel [p. 124 modifica]frate porcastrone non aveva dette le messe ordenatamente come aveva dovuto dire. Unde la madre se n’andò a quel frate che la figliuola l’aveva detto in visione, e pregollo che per amor di Dio gli piacesse di dire le messe di Santo Gregorio per l’anima de la sua figliuola. El frate el quale aveva buona conscienzia e temeva Idio, disse le messe ordenatamente come sì conveniva. E dette che l’ebbe anco medesimamente la figliuola apparbe a la madre in visione e dissele; Sia benedetto e laudato e ringraziato Idio, però ch’io ho avuto ora le mele salde, et hannomi fatto prò e so’ contenta, e d’ora innanzi non ho più bisogno di cavelle. E detto questo la madre subbito si sveglia, et andò a quel suo compare porcastrone, e ringraziollo secondo ch’egli meritava e recitogli tutta la visione. Allora el misero si vergognò molto e si confuse in se medesimo. Questo assempro mi disse un frate dignissimo di fede dal quale ella molte volte si confessò et udillo da lei medesima.


Note

  1. Le messe di S. Gregorio erano dette con certe regole superstiziose, che più tardi le fecero proibire.