Grammatica Piemontese/Capo I. Dell'alfabeto piemontese

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Capo I. Dell'alfabeto piemontese

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Prefazione Capo II. Delle pronunzie piemontesi

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CAPO I

DELL’ALFABETO PIEMONTESE.


Figura Nome Valore, ossia Suono Esempi delle lettere.
a
b
c
d
ę muta, ossia recisa. Vale una mezza e chiusa. Prinsipęssa, męssa, Contęssa, Badęssa, baręta, camisęta, vęrda, ecc.
e Vale la e degli italiani. Re, fedel, sincer, temp, seren, ecc.
ëu dittongo improprio Vale il dittongo francese eu. Bëu, fëu, blëu, farëu, dirëu, vëule, pëule, ëui, ëuli, ecc.
f
g
h
i
l
m

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ñ Torinese. Vale la y ain degli Ebrei, ossia una n, la quale in gran parte si perde in bocca nel pronunziarla. Padroña, padroñe, Catliña, porslaña, smaña, duña,cuñi, peña, ecc.
n
o chiusa. Vale la o chiusa degli italiani. Sol, ombra, boca, roca (strumento da filare) tos, tor, torre, por, paura, Dio, bon,son, odor, favor, ecc.
ò aperta. Vale la o aperta de’medesimi italiani. òm, òstia, ròca, rupe, tòr, toro, por, porro, òr, oro, vòstr, vostro, ecc.
p
q
r
s dolce. Si fa sentire con poco sibilo, ed in pronunziandola si protrae alquanto più il suono, che nella s aspra. Bas, basin, bacio, pas, pace, vas, vaso, nas, naso, nason, nasone, busia, bugia, ecc.

Per distinguere il suono della s che vorrebbe essere aspra si metteranno due ss: senssal, sensale, pass, passo, nass, nasce, ecc.

t
u Lombarda, o francese Vale la u de’lombardi e de’ francesi. Luña, lum, brut, tut, mut, butir, pur, ecc.
v
z
[p. 15 modifica]Le lettere, o sieno caratteri detratti dall’alfabeto italiano sono tre, cioè la k, la x e la y; le aggiunte sono queste, cioè ę, ëu, ñ, ò, una delle quali una vocale, cioè la ò, una semivocale, cioè la ę, altra dittongo, come la ëu, ed una consonante, come la ñ.

AVVERTIMENTI.

I.

Tutte le lettere, alle quali non è apposta alcuna nota, ossia spiegazione, ritengono il medesimo suono che loro vien dato dagli italiani.

II.

Sebbene in bocca de’ torinesi non mai sentasi il suono della z, ma in suo luogo quello della s; tuttavia siccome si sente in parecchi termini di alcuni provinciali, giudicai opportuno di porla nel nostro alfabeto, perchè volendosi esprimere qualche termine col proprio suono che da loro si dà, si abbiano tutti gli opportuni caratteri, e possa ciascuno di que’ delle provincie esprimere il suono proprio del loro parlar famigliare, quando il voglia, sebbene io non possa a meno, pei motivi nella prefazione addotti, di persuaderli caldamente a coltivar quello de’ nostri torinesi.