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Guida della Val di Bisenzio/Prefazione

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Prefazione della prima edizione al lettore

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Prefazione della prima edizione al lettore
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PREFAZIONE DELLA 1a EDIZIONE


AL LETTORE


Il desiderio sempre crescente di visitare a parte a parte le nostre valli e le nostre montagne, l’importanza che esse acquistano per il diffondersi di varie industrie e l’apririsi di nuove strade, ha fatto si che anche in Italia siasi da qualche tempo posto mano a descrivere minutamente valli e monti, l’esatta conoscenza dei quali è tanto vantaggiosa sia per le industrie agricole, estrattive e manifatturiere, sia per la scienza e per l’arte, sia infine per l’igiene e il diletto.

Non ultima fra le valli italiane è certamente quella onde Bisenzio si dichina; ed ora che sta per compiersi la tanto desiderata via provinciale tra Prato e Bologna, ora che il moltiplicarsi degli opifici, specialmente lanieri, le accrescono importanza e valore, parve necessario illustrarne meglio che fosse possibile il territorio. [p. ix modifica]

Ed a questo un’altra cagione mi spinse.

Considerando l’amenità dei luoghi, la pittoresca bellezza dei monti, la salubre situazione dei villaggi, il clima dolcissimo, i miti costumi dei valligiani, ed una sicurezza piena ed intera, mi venne l’idea che anche a questa valle potessero rivolgere i passi e dimorarvi nell’estiva stagione gli amatori di montagne. È vero, il passaggio non è per chi si cimenta nelle valli profonde delle Alpi o sulle perigliose loro vette. Sui nostri monti non proviamo le forti emozioni dei grandi pericoli, le care ebbrezze dei picchi superati, nè si ha la vaghezza di prospettive lontane lontane; ma in compenso abbiamo il conforto gradevole di una solitudine beata in mezzo a boschi che paiono giardini, e giù per le pendici e nel piano la vista di borgate e città che si mostrano in lontananza all’occhio, ma non turbano l’animo coi loro mormorii e pettegolezzi.

Le nostre piccole valli presso l’Appennino del Bisenzio e della Setta, della Limentra e della Sieve non hanno da offrire le frescure degli abeti e dei larici svizzeri, non le capanne pastorali sul margine di rumorosi torrenti o in vicinanza di ghiacciai, ma danno graditi recessi in un clima dolce, sotto un cielo sereno, all’ombra di annosi castagni: e spesse volte accanto alle modeste bellezze della natura si trovano quelle gentili dell’arte; tanto perchè il colore locale non manchi e non si scordi che sono valli italiane. [p. x modifica]

Ed io mi provai ad illustrare questo territorio pubblicando il libro, al quale, spero, sarà fatto buon viso.

Non è nè una storia nè una monografia sull’agricoltura o sulle industrie della valle; ma una semplice descrizione per uso specialmente degli amatori di gite alpestri, corredata di notizie storiche, agricole, industriali tanto che basti per avere un’idea precisa e chiara del paese che si visita; una Guida insomma nel significato che si vuol dare ai dì nostri a questo genere di lavori descrittivi.

Non pochi hanno scritto della nostra valle, ma parmi che nessuno abbia saputo riunire in un solo volume quello che è indispensabile a sapersi da chi si diletta di gite in montagna, le quali oggi sono venute anch’esse di moda; cioè un po’ di storia del paese da percorrersi e precisi itinerari, fatti in modo che si possa veder tutto e bene con la minore spesa possibile di tempo e di denaro.

Non credo di aver compilato una Guida senza mende ed errori; pur troppo ve ne saranno; anzi questo difetto è proprio dei libri di questo genere. Sarò infinitamente grato a tutti coloro che vorranno farmi avere quelle notizie e dati che potessero giovarmi a correggere, levare od aggiungere ciò che fosse necessario per rendere il lavoro più completo, più esatto, e quindi più utile, se avvenga abbia da farsene, quando che sia, una seconda edizione.

La Guida si compone di due parti: la prima assai breve e concisa, descrive la valle intiera; topografia, [p. xi modifica] storia, coltura, industrie, ecc. la seconda contiene minuti ed esatti itinerarii per visitarne i luoghi più belli ed importanti.

Non mi sono chiuso nella sola Val di Bisenzio, ma ho percorso anche le piccole Valli limitrofe del Bagnolo, della Bardena e della Marina, vicine a Prato, e quelle della Limentra, della Setta e della Sieve per quel tratto che m’era necessario nella descrizione delle diverse gite.

Le distanze sono indicate a ore e calcolate per pedoni che siano buoni camminatori, piuttosto agiati, non divoratori di miglia: chi va piano va sano e va lontano.

Ho unita alla Guida una carta itineraria nella proporzione da 1 a 75,000, ed ho cercato di renderla esatta più che fosse possibile indicando anche con segno speciale le fonti e sorgenti d’acqua. Chi ha camminato molto in montagna e vi ha patito la sete per non saper dove trovare una goccia d’acqua, troverà ben fatta quest’aggiunta.

La Guida è dedicata ai soci della sezione fiorentina del Club Alpino italiano, come in segno di gratitudine per aver fatto della Val di Bisenzio la regione preferita nelle loro escursioni domenicali in primavera, e scelta a luogo di memorabile riunione fra i soci delle due sezioni bolognese e fiorentina nel giugno 1879. Codesta riunione, simpatica festa, alla quale convennero circa un centinaio di alpinisti, fu cagione precipua che il nome della valle nostra si [p. xii modifica] diffondesse per le altre Valli italiane e fuori, si divulgasse il grido delle sue naturali bellezze e delle sue industrie, s’inaugurasse, direi quasi, il suo lieto e prospero avvenire.


Prato Toscana, Agosto 1881

Emilio Bertini

del Club Alpino Italiano, sezione di Firenze