Gynevera de le clare donne/14. De Cleofe di Lapi da Cesena

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14. De Cleofe di Lapi da Cesena

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Cleofe figliuola de Lodovico de la clarissima prole di Lapi da Cesena, fu cara moglie del magnifico Pietro di Genaro da Pesaro, habitante in la cità de Arimino, per longo tempo al consiglio di principi Malatesti. Questa donna, de quanto habiamo de sua conditione possuto intendere, troviamo fu de tanto valore, che la generosità del suo sangue non fece poco radiante. La quale fu formosa asai, prudente et docta, fu optima musica de tenore et soprano et de contra, et sapea formare le note del canto; gubernava uno sparviero et uno falcone egregiamente, et quilli ucellava non a modo di femina, ma de uno experto ucellatore. Fu donna de conversatione lepidissima et sempre cum grande honestate; fu benigna et catholica; fu magnanima virago, como dimostraremo. [p. 137 modifica]

Dobiamo duncha intendere, che essendo Azzo di Lapi homo magnifico, fratello de questa donna, al Cesenatico porto mortalmente assalito da uno fiero marinaro venitiano, chiamato Marchotto, per darli morte, per certa inimicitia era infra loro, la donna ad fortuna se li trovò, in compagnia de la illustre matrona Violante Colonnese, moglie del principe Malatesta Novello de Cesena. Vedendo questa crudele invasione et l’arme denudate contra il fratello, subito depose la mansuetudine feminea, acendendose de focoso animo et ardire; trasse per subita forza una partesana de le mane de uno che era al crudelle insulto: et nel suo core chiamando el nome de Iesu in suo auxilio, caciosse contra el fiero marinaro et il fratello strenuamente difese, per tal modo, che se ’l marinaro volse fugire la morte, li fu necessario getarse nel mare, et in una navicella recuperò la vita. Hebbe costei ancora animo grande ad ogni honorata impresa; [p. 138 modifica]quando li parea, sapea pore da canto la rocha et scrivere bone lettere de forma et de ornate parole. Hebbe cum l’agho virtuose mane; fu de la casa sua degna gubernatrice et benignamente officiosa in li coniuncti et amici.

O donna da essere celebrata cum optime laude, che almeno non consumasti li tuoi anni intorno al fuoco cum la rocha, fuso, naspa et arcolaio dicendo male del proximo, overo favole piene de pacia, sentimento et lasivia, come molte legiere fano ! Le quali poi, convenendoli fare qualche laudabile opera, manchano de spirto, de ingegno, de animo et de virtute, che poi conoscendo el loro defecto, ne suspirano, et talvolta, secundo lo accidente, ne chiamano la morte.

Ultimamente, costei fu donna de tanto ornamento, che lo episcopo Egidio de Arimino et Seneca de la Marca et molti altri poeti et oratori la celebrarono cum epytaphii eloquentissimi [p. 139 modifica]di gloria pieni, quanto doppo il tormento de alquante giornate continue di febre, rese l’anima al suo Factore in Arimino, dove nel templo del divo Cathaldo, in l’oraculo del proprio marito, con funerale pompa et divo exequio gloriosamente fu sepulta; la cui fama è tanto degna de perpetua laude, che ’l nostro Gynevero ne farà festa et triumpho, per sociare la sua virtute grande.