I Caratteri/I caratteri morali/La vanità

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I caratteri morali - La vanità

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Teofrasto - I Caratteri (Antichità)
Traduzione dal greco di Goffredo Coppola (1945)
I caratteri morali - La vanità
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21.

LA VANITÀ

La vanità parrebbe essere volgare1 appetito di onore, e il vanesio2 cotal uomo che invitato a desinare mangia seduto accanto al padron di casa. E il figlio ei lo conduce in Delfi3 a tosarsi, e cerca di avere per accòlito un Etiope; e se deve pagare una mina di argento, fa di pagarla in moneta nuova di zecca. E se ha sacrificato un bue, la pelle della testa l’inchioda dirimpetto all’ingresso di casa legandola tutto intorno con grandi corone, affinché quelli che entrano vedano ch’egli ha sacrificato un bue; ed è capace di acquistare una scaletta per il corvo che alleva in casa4 e di fargli fare uno scudetto di metallo affinché con esso il corvo salga sulla scaletta. E dopo aver preso parte al corteggio insieme co’ cavalieri, dà al paggio ricondurre a casa gli equipaggi5 ed egli rinvolto nel manto passeggia in speroni su e giù per la piazza. E se gli muore il cagnolino maltese, gl’innalza una [p. 116 modifica]tomba e postovi un cippo ci scrive sopra Ramoscello maltese6; e se dedica in voto ad Asclepio un dito di rame7, tutti i giorni ei lo forbisce lo abbellisce di fiori lo unge. Per verità egli si adopera presso i pritàni affinché abbia l’incarico di annunziare al popolo i sacrifizi, e fattasi fare una splendida veste8 e tutto inghirlandato presentasi a dire: Ateniesi, noi pritàni abbiamo celebrato i sacrifizi Galassii in onore della madre degli dèi e sono sacrifizi suntuosi, e voi raccoglietene i benefizi9. E annunziate coteste cose, se ne va a casa a raccontare alla moglie che quella è stata per lui una gran bella giornata10.

Il greco ha [testo greco], che è un misto di volgarità abietta e servile e nient’affatto degna di uomo generoso e aperto. Meglio forse in italiano «insipido».

Traduco «vanesio», che è per appunto l’uomo insipidamente vano, essendo la vanità vana opinione del proprio merito congiunta alla smania di porre il proprio merito in cose dappoco. In greco [testo greco] significa «la piccola ambizione», e difatti la vanità è l’ambizione delle animucce ed è brama dei piccoli onori.

Era costume assai antico questo di mandare i figliuoli a Delfi e offrire poi la loro chioma ad Apollo, ed era caduto in disuso perché troppo costoso il viaggio da Atene a Delfi. Ma il nostro vanesio non bada a spese pur di ostentare ricchezza.

Il corvo era come il pappagallo di certi nostri ricconi di qualche anno fa, e di corvi con lo scudetto ce n’è che sono raffigurati su vasi antichi.

Traduco con «equipaggi» [testo greco], che letteralmente sarebbe «tutto il resto». Il nostro vanesio appartiene alla borghesia indanaiata, a quel popolo «grasso» come dicevamo noi qualche secolo fa, il quale sfoggia per farsi ammirare ed è sbracione per eccellenza e fa vedere gran cose. [p. 117 modifica]

Il greco ha [testo greco], per mettere in evidenza che il vanesio le vesti della cerimonia se le fa fare espressamente dal sarto.

I sacrifizi in onore di Cibele si chiamavano così perché nell’occasione si mangiavano focacce di orzo con latte. Perciò erano suntuosi, e però il vanesio si gloria di potere annunziare al popolo, dopo celebrato i sacrifizi, la buona notizia delle focacce che gli erano regalate in... pasto.

Accetto la lezione [testo greco] dei codici più recenti, ma è buona anche l’altra del codice vaticano, [testo greco], se la si corregge in [testo greco], cioè a dire; «e va a casa a raccontarlo alla moglie, come se abbia vissuto una gran bella giornata», o anche, per l’uso del participio, «come vivendo un bel giorno».

  1. [p. 124 modifica]Il greco ha [testo greco], che è un misto di volgarità abietta e servile e nient’affatto degna di uomo generoso e aperto. Meglio forse in italiano «insipido».
  2. [p. 124 modifica]Traduco «vanesio», che è per appunto l’uomo insipidamente vano, essendo la vanità vana opinione del proprio merito congiunta alla smania di porre il proprio merito in cose dappoco. In greco [testo greco] significa «la piccola ambizione», e difatti la vanità è l’ambizione delle animucce ed è brama dei piccoli onori.
  3. [p. 124 modifica]Era costume assai antico questo di mandare i figliuoli a Delfi e offrire poi la loro chioma ad Apollo, ed era caduto in disuso perché troppo costoso il viaggio da Atene a Delfi. Ma il nostro vanesio non bada a spese pur di ostentare ricchezza.
  4. [p. 124 modifica]Il corvo era come il pappagallo di certi nostri ricconi di qualche anno fa, e di corvi con lo scudetto ce n’è che sono raffigurati su vasi antichi.
  5. [p. 124 modifica]Traduco con «equipaggi» [testo greco], che letteralmente sarebbe «tutto il resto». Il nostro vanesio appartiene alla borghesia indanaiata, a quel popolo «grasso» come dicevamo noi qualche secolo fa, il quale sfoggia per farsi ammirare ed è sbracione per eccellenza e fa vedere gran cose.
  6. Anche il cagnolino maltese per il quale, quando esso muore, il vanesio fa costruire la tomba, e ci scrive su parole affettuose come se fosse una creatura umana. Oggi da noi son così certe donne che amano il cane di affetto materno, e difatti la vanità è difetto di certe donne e di quanti trattano le cose serie con frivolezza donnesca. La parola [testo greco] «ramoscello, germoglio», ed è voce poetica come [testo greco].
  7. Letteralmente: «e appeso in voto nel tempio di Asclepio». Ad Esculapio il nostro eroe dedica un dito di rame, perché forse un | patereccio gli aveva procurato enfiamenti e febbri. Leggo col Naber [testo greco], invece di [testo greco] del codice vaticano: ma è probabile che debba rimanere il [testo greco], «anello», del codice, giacché negl’inventari del tempio di Asclepio riprodotti in iscrizioni figurano assai spesso gli anelli.
  8. [p. 125 modifica]Il greco ha [testo greco], per mettere in evidenza che il vanesio le vesti della cerimonia se le fa fare espressamente dal sarto.
  9. [p. 125 modifica]I sacrifizi in onore di Cibele si chiamavano così perché nell’occasione si mangiavano focacce di orzo con latte. Perciò erano suntuosi, e però il vanesio si gloria di potere annunziare al popolo, dopo celebrato i sacrifizi, la buona notizia delle focacce che gli erano regalate in... pasto.
  10. [p. 125 modifica]Accetto la lezione [testo greco] dei codici più recenti, ma è buona anche l’altra del codice vaticano, [testo greco], se la si corregge in [testo greco], cioè a dire; «e va a casa a raccontarlo alla moglie, come se abbia vissuto una gran bella giornata», o anche, per l’uso del participio, «come vivendo un bel giorno».

Note