I Salmi di David (Diodati)/SALMO XXXVI

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SALMO XXXVI.

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SALMO XXXV SALMO XXXVII
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SALMO XXXVI.

1          Del fello peccator i rei costumi
     M’accennan dentro al petto
     Quel sinistro concetto,
     Ch’egli d’innanzi a’ scellerati lumi
     Cacciato ha il pio timore,
     De l’eterno Signore.
2          Perch’ei si sprona ed a compier s’alletta
     Le sue niquizie e frodi,
     Degne d’orrori e d’odi.
     L’impura bocca altro non sgorga o detta,
     Ch’inganno e falsitade,
     Schiva di veritade.
3          Manco gli venne ogni intelletto al bene,
     Sopra ’l suo letto cova
     Ognor malizia nuova.
     Al distorto sentier fermo s’attiene,
     Nè sa portar al male
     Odio e rancor mortale.
4          O Signor, la tua grazia e buon volere
     Dal terren basso suolo,
     S’erge a le stelle a volo.
     Fin a le nubi ed a l’eteree spere,
     Il tuo costante vero
     Solleva ’l capo altero.
5          De’ monti eccelsi a le superbe fronti
     È tua giustizia pari

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     A cupi abissi e mari
     Son simiglianti i tuo’ giudizi conti.
     Tu gli uomini e gli armenti
     Guardi, curi e sostenti.
6          Quant’ogni stima e paragon il prezzo
     Di tue grazie divine
     Eccede senza fine?
     Per ciò rifuggon appresso a te al rezzo
     De le tue penne ed ali
     I miseri mortali.
7          Del tuo Tempio berranno, a pien disio,
     Le celesti dolcezze,
     Diffuse in gran larghezze.
     Tu loro fai sboccar un largo rio
     Di tue delizie vaghe,
     Ch’ogni lor sete appaghe.
8          Perche ’n te sol de la beata vita,
     A’ tuo’ santi riposta,
     È la fonte nascosta.
     E, co’ raggi di tua luce infinita,
     N’accendi le pupille
     Di lucide faville.
9          A’ tuo’ devoti e conoscenti veri
     Dispiega, senza posa,
     La tua bontà pietosa.
     Ed a le pure menti e cor sinceri
     Fa gli effetti sentire
     Del tuo leale dire.
10          Nè ’l piè m’assalti de’ nemici felli,
     Nè di me crudi scempi
     Faccia la man degli empi.
     Già spinti traboccar i tuo’ ribelli:
     E risurger, caduti,
     Unque non son potuti.