I funghi mangerecci e velenosi dell'Europa media/Parte speciale/Descrizione delle specie/Agaricacee/Amanita/Amanita solitaria

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Amanita solitaria

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Amanita solitaria Bull. (Am. strobiliformis. Vitt.)
Tav. VIII. ½ grandezza naturale.

Ital. Tignosa bianca maggiore dei campi con radice grossa. Franc. Oronge solitaire.

Ha cappello da convesso spianato e finalmente depresso nel centro, di colore bianco, con tinta bianco-sporca grigiastra nel mezzo, tutto coperto da verruche piramidali troncate, di color [p. 39 modifica] cinereo, col margine elegantemente frangiato da fiocchi candidi, farinosi, che spariscono nel fungo adulto; lamelle assai spesse, candide, appressate al gambo e poi libere dallo stesso; gambo solido, bianco, coperto sul principio da squame bianche, fioccoso-farinose, che scompaiono al tatto e nel fungo perfettamente sviluppato, terminante alla base in un bulbo ovato o coniforme, talora di grande dimensione, superiormente per lo più spianato e quasi tutto confitto nel terreno; anello apicale, bianco, ampio, reflesso, membranaceo-fioccoso, esternamente striato, che cade sempre a pieno sviluppo; carne bianca, senza odore speciale e di grato sapore; basidii clavati, 40-50 ︾ 9-10 μ; spore ellittiche, bianche, 11-12 ︾ 7-8 μ.

Nasce al margine dei prati dove sono costeggiati da alberi, nei boschetti di collina, nei luoghi un po’ umidi. Da noi è raro; trovasi nei dintorni di Trento a Gocciadoro, S. Rocco, ecc.

È mangereccio e assai gustoso. Si cuoce in una mezz’ora, e se si prepara fritto con olio, sale, pepe e prezzemolo, conservando il cappello intiero, oppure se si frigge involto con farina ed uovo, è suffìciente una cottura di un quarto d’ora.