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I quattro pareri

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Ippolito Nievo

1860 Satira letteratura I QUATTRO PARERI
O
UN PRELIMINARE DEL CONGRESSO
Intestazione 20 luglio 2008 75% Da definire

Personaggi:
Il visconte di Laguerrnière
Il Cavalier Massimo D'Azeglio
Il Professor Giorgini
Il Filosofo di Ripetta

La scena è a questo mondo


Prof. Giorg.
- Sissignori, ve lo dissi e ve lo ripeto. Il mio specifico è il migliore ed assicura il mondo per un maggior numero di anni. Del resto io ho il privilegio della priorità, e voglio che nel congresso prevalga la mia opinione.
Visc. di Lag.
[a parte] - È il primo toscano dopo Porsenna e Piero Capponi che osa dir: voglio! sarà un uomo di spirito! proviamo! [forte] Signor professore, voi capirete benissimo che il vostro specifico è troppo violento; gli è come tagliar la mano per guarir i geloni; il papa...
Prof. Giorg.
- Il papa, signor visconte, non ha nessuna analogia coi geloni; come poter temporale esso è una vera cancrena. Come voi diceste benissimo bisogna tagliar la mano per salvar il resto.
Visc. di Lag.
- Che idee chiare! sembrano quasi le mie!... Dunque voi insistete per proporre che il papa sia mediatizzato?
Prof. Giorg.
- Subito e senza pietà!

Il Cav. D'Azeglio: - Che anacronismo!

Visc. di Lag.
- Di grazia, cosa c'entrate voi, signor cavaliere?
Cav. D'Azeglio
- Oh bella, c'entro, c'entro, perché sono autore d'un progetto che tenderebbe a conciliare la ragione storica colla ragione pura, restringendo al patrimonio di san Pietro il poter temporale del papa, e...
Visc. di Lag.
- Ma questo progetto è il mio, signor cavaliere!
Cav. D'Azeglio
- Nego che sia vostro per la semplice ragione che è mio; e se volete le prove domandatele al mio stampatore.
Visc. di Lag.
- Non ho bisogno di prove. Il mio opuscolo famosissimo di cui si fecero venti edizioni contemporanee e che fu venduto a dieci milioni di esemplari testifica contro di voi. Io fui il primo in Europa che ha proposto di restringere il papa.
Cav. D'Azeglio
- Il vostro opuscolo, signor visconte, dato che sia vostro, sarebbe ancora mio perché è ricalcato sul mio. Del vostro voi non vi avete aggiunto che qualche volo poetico e qualche assurdo; il sogno d'un popolo che vive di contemplazione in mezzo alle rovine come san Girolamo, è l'utopia prudhoniana (vergogna signor visconte!) d'uno stato senza governo, e senza leggi!
Visc. di Lag.
- Signor cavaliere, io non son prudhoniano! son segretario al Ministero dell'istruzion pubblica! Gridando a quel modo mi farete perdere il posto. Vi prego di moderarvi.
Prof. Giorg.
- Ha ragione l'onorevole cavaliere: se non siete prudhoniano, è certo prudhoniano chi ha composto l'opuscolo. Un popolo senza governo e senza leggi che viva di contemplazione in mezzo alle rovine al secolo XIX è un'utopia ultra-prudhoniana!
Visc. di Lag.
- Signori, la contemplazione è l'alimento delle anime elette. Coll'imbadirla ad un milione e mezzo d'Italiani io faceva loro un grandissimo onore. Insisto perché al congresso si proponga di favorire al centro dell'Italia una costituzione papale-contemplativa.
Cav. D'Azeglio
- Per definirla con tutti i vostri elementi potevate aggiungere e rovinata. Infatti rovinerà prima di essere eretta. L'alimento della contemplazione era buono per la vecchia Osteria delle catacombe; ma sulla faccia della terra, alla luce del sole, nel nostro secolo!! ... Eh signor Visconte! ci vuol altro che contemplazione! ci vuol pane, lavoro, educazione...
Prof. Giorg.
- E libertà, signori miei, senza libertà non ne faremo nulla. Per cui io torno a protestare che se il congresso non decide la mediatizzazione del papa, io non rispondo di nulla.
Visc. di Lag.
- Signor professore, siete un degno nipote di Porsenna e di Piero Capponi, ma avete torto.
Prof. Giorg.
- Vorrei anche saperne il perché!
Visc. di Lag.
- Perché il papa è il vicario di Dio in terra.
Prof. Giorg.
- E perciò?
Visc. di Lag.
- E perciò, mediatizzare il papa equivarrebbe a mediatizzare Iddio. Signor professore, il congresso si dichiara incompetente.
Cav. D'Azeglio
- Eh giusto! la quistione è male intavolata. Il papa come re di Roma non è niente affatto il vicario di Dio. Il congresso sarebbe competentissimo a mandarlo... dove si vuole. L'eresia del prof. Giorgini non è teologica ma logica. L'errore sta in questo di pretendere di cancellar d'un colpo un fatto storico che ha esistito per migliaia di anni!
Prof. Giorg.
- Corbellerie! corbellerie! E l'impero del gran Mogol, e la repubblica di Venezia! Il marcio va in putredine. Ecco la legge chimica ch'io conosco, e non ci veggo eresie.
Visc. di Lag.
- Sí, ma il congresso non vorrà pigliarsi la responsabilità di guardar la quistione cosí all'ingrosso. Torno a dire che si deve limitarsi a decidere sul mio espediente.
Cav. D'Azeglio
- Torno a dire, signor Visconte, che il vostro spediente non è che il mio, corretto e deteriorato. Il primo che abbia proposto di sciogliere la quistione italiana restringendo il papa sono stato io!
Visc. di Lag.
- No, sono stato io, signor cavaliere!
Prof. Giorg.
- Signori, vi prego ad osservare che il vero e preciso ristringimento del papa è di mia invenzione. Le vostre non sono che limitazione.
Visc. di Lag.
- E la vostra è una soffocazione!
Cav. D'Azeglio
- È un assurdo storico!
Visc. di Lag.
- Il papa ristretto al Vaticano non potrà piú respirare.
Cav. D'Azeglio
- Duecento milioni di cattolici sorgeranno per risuscitare con tutti i suoi orrori l'idea del poter temporale!

VISC. DI LAG.: - Ed io sarò bruciato vivo come Arnaldo da Brescia!

Cav. D'Azeglio
- Ed io giustiziato come Cola da Rienzi!
Prof. Giorg.
- Ed io morirò anche sul rogo e sul patibolo per la causa della verità; ma insisto perché il congresso ristringa il papa secondo il mio progetto, e secondo il buon senso!
Visc. di Lag.
- Oh generoso nipote di Porsenna, non perdurare nella tua cecità!
Cav. D'Azeglio
- Professore, voi guasterete tutto per voler tutto in una volta; i bisogni dei popoli non vanno soddisfatti che mano a mano che si fanno sentire.
Il Filosofo di Ripetta
- Con permesso!
Visc. di Lag.
- Avanti!
Il fil. di Rip.
- Sono loro signori che lavorano per far le proposte al congresso?
Visc. di Lag.
- Cioè... Sí, sí, siamo noi; ma voi chi siete buon uomo?
Il fil. di Rip.
- Sono il filosofo di Ripetta.
Visc. di Lag.
- Vale a dire?
Il fil. di Rip.
- Vale a dire lo spirito, l'intelligenza e la volontà del popolo romano.
Visc. di Lag.
- Oh bravissimo! aveva appunto bisogno di voi. Siete disposto a nutrirvi di contemplazione?
Il fil. di Rip.
- Preferirei i maccheroni.
Visc. di Lag.
- E ad amare e rispettare il papa come il vostro padre?
Il fil. di Rip.
- Canchero! veniva appunto per pregarvi di pregare il congresso che preghi il signor papa di trovarsi degli altri figliuoli perché noi siamo proprio stufi, e potrebbe darsi che nascesse un qualche sproposito.
Prof. Giorg.
- Lo avete udito!? Aveva io ragione?
Cav. D'Azeglio
- Quali esaltazioni!
Visc. di Lag.
- Quali eresie!
Cav. D'Az.
- Voler cozzare contro l'impossibile!
Visc. di Lag.
- Minacciar il papa! il vicario di Dio!
Il fil. di Rip.
- Signori miei, non sono né esaltazioni, né eresie, né minaccie, sono triste previsioni che faccio a malincuore. Il papa è vicario di Dio come autorità; come uomo ha una pancia da conservare. Badi il congresso a mettergliela al sicuro non per un anno né per due ma per sempre. Non dico altro: soltanto ricordo loro che undici anni prima ch'essi pensassero a ristringere e a mediatizzare il papa io l'aveva bello e ristretto... a una camera d'albergo in Gaeta; l'aveva bello e mediatizzato... agli stipendii di re Bomba. Torno a dire: pensino e provvedano, se no verrà una volta o l'altra il buon momento e provvederemo noi -.


ARSENICO