I saltarelli dell'Abbrucia sopra i Mattaccini di ser Fedocco/4. Dov'arrenò la fusta trivellotta
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4. Dov'arrenò la fusta trivellotta
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Dov’arrenò la fusta trivellotta
armata di chimere e rovescioni
e quanti furno a peso i verrettoni
che percosson la fabbrica nebrotta
e s’un ranocchio a dir “guotte” e non “guotta”
sarebbe censurato da’ rabboni
e, quanto buio, andando brancoloni,
s’imbottere’ con la nostra barlotta
vorrei sapere e se la succiolaia
dal ponte Vecchio, stampando cartelli,
vuol tar tropp’arti e a questo che l’induche
e quanto sia ’l pescar d’una ragniaia,
da grilli a braccia quadre e martinelli
tirato, e se, tra’ granchi e le pesciuche,
di loliche e ferruche
può farsi un ponte, e di lolla, che ’n collo
tenga la piena, che sì mal conciollo.