Sonetto XLII
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31 dicembre 2020
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<dc:title> Il Misogallo </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Vittorio Alfieri</dc:creator>
<dc:date>1789-1798</dc:date>
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Il Misogallo - Sonetto XLII Vittorio AlfieriGli epigrammi le satire, il Misogallo di Vittorio Alfieri (1903).djvu
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XXVIII. Et nomen pacis dulce, et ipsa res salutaris: sed inter pacem, et servitutem plurimum interest. Pax est tranquilla Libertas: Servitus malorum omnium postremum, non modo bello, sed morte etiam repellendum. |
Soave nome la pace, e salutarissima cosa ad un tempo: ma fra la pace, e il servaggio ci corre moltissimo. La pace è una tranquilla libertà: il servaggio è dei mali tutti l’estremo, e debbesi, non che con la guerra, ma con la morte stessa respingere. |
Laudato alfin sia il Diavolo, una pace
Han gli schiavi-Re Galli impiastricciata,
Per cui disartigliata, e spennacchiata
La men ladra di loro Aquila giace.
Un decrepito molto, e non sagace
Leon, che in due trist’ali avea cangiata
Sua maschil masserizia omai tarlata,
Di se fa base al patteggiar rapace. —
Pace non v’è, da libertà divisa;
Galli, e non Galli, in rio servaggio avvinti
Noi tutti, avrem dei posteri le risa.
Tutti del par, di codardia convinti
Saremo, e in nuova, ma dissimil guisa,
Infami al par dei vincitori i vinti.
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