Il Parlamento del Regno d'Italia/Ferdinando Monroy di Pandolfina

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Ferdinando Monroy di Pandolfina

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Domenico Monti Vincenzo Fardella di Torrearsa


Questo testo fa parte della serie Il Parlamento del Regno d'Italia


[p. LXIV modifica]Ferdinando Monroy.

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Nato in Palermo nel 1814 da una delle più cospique ed antiche famiglie dell’isola, che ne possiede pur tante nobilissime ed antichissime, ebbe un’educazione libera ed informata ai più retti principî sotto la direzione e la sorveglianza di quell’onesto e leale gentiluomo che fu il principe di lui padre.

Dotato d’ingegno, di vivacità di sentire, nonchè di una gentilezza di modi che si cattivava tutte le simpatie, il giovine principe ebbe varî incarichi di filantropiche amministrazioni, che disimpegnò con tutto il disinteresse e lo zelo desiderabili. — Poco simpatico alla corte di Napoli, mentre egli certo non nascondeva le proprie antipatie verso di essa, ispirava invece ai propri concittadini tale e tanta fiducia, che sopraggiunti i maravigliosi avvenimenti del 1848, egli fu acclamato colonnello capo dello stato maggiore della guardia nazionale di Palermo e nominato pari [p. 270 modifica]ereditario al Parlamento siciliano. Poco dopo veniva spedito insieme al principe di Torremuzza ad offerire la corona di Sicilia al duca di Genova.

Cacciato in esilio nel 1849, per essere stato compreso in una nota di proscrizione di 45 siciliani, pubblicata dal principe di Satriano, luogotenente di Ferdinando II nell’isola nei dodici anni che visse lontano dalla sua patria, intraprese lunghi viaggi, durante i quali ebbe luogo di perfezionare la sua mente, sempre tenendo fermi i propri principi di condotta sociale e politica, e sperando che avesse a sorgere un giorno in cui gli fosse dato di poter esser utile di nuovo al proprio paese. Questo giorno sorge difatti, ed il 24 giugno del 1860 il principe di San Giuseppe venne spedito dal prode generale Garibaldi in missione strordinaria presso il governo britannico, missione ch’egli adempì con tutto lo zelo e patriotismo che lo caratterizzano.

Tornato in patria dopo il plebiscito che decretava l’annessione della Sicilia al regno italiano, egli fu con nomina regia del 20 gennajo 1861 elevato alla dignità di senatore del regno.