Il Parlamento del Regno d'Italia/Francesco Garofano

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Francesco Garofano

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Filiberto Avogadro di Collobiano Giuseppe Salomone
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È nato in Cajazzo da Gaetano e Margherita Sparano, sebbene sia stato portato a battezzare in Capua onde conservargli i privilegi che la famiglia ivi godeva.

Fece i suoi studi nel Seminario di Capua nel quale entrò nel 1812; ne uscì nel 1818 per recarsi in Napoli a seguire le discipline legali in quella celebre università, sotto la direzione dell’egregio Domenico Capitelli, che nel 1848 ebbe l’insigne onore di presiedere il Parlamento napoletano.

Di animo bollente di patrio amore, il Garofano si [p. 372 modifica]compromise nei moti del 1821 sicchè fu espulso dall’università interrompendo per più d’un anno il corso de’ suoi studî. Nel 1824 egli intraprese le pratiche dell’avvocatura nello studio del patrocinatore Domenico Tartaglia, quindi nominato avvocato ufficioso presso la Corte Suprema di giustizia vi sostenne innumerevoli difese di poveri condannali a pene capitali, all’ergastolo, ai ferri.

Nel 1827, abbandonando l’esercizio di difesa criminale, si dedicò esclusivamente alla civile, che in questo momento esercita pure con lucro e con lode presso il foro di Napoli, non avendo mai voluto percorrere la carriera della magistratura, nella quale avrebbe avuto favorevole occasione d’entrare più d’una volta, mentre i suoi talenti erano noti e apprezzati da tutti.

Eletto deputato per ben due volte al Parlamento napoletano nel 1848, fu compreso nel troppo celebre processo del 15 maggio ed inscritto nel numero di coloro, sul conto dei quali la gran Corte speciale si riserbò a pronunciare, visto l’esito conseguito a carico degli altri accusati tradotti in pubblica discussione.

Dopo quel giudizio fu compreso nominativamente in un decreto di amnistia, ma non perciò quella spada di Damocle, ch’era la sorveglianza incessante e malevola della polizia borbonica, ristette un sol momento dal pendere sovra il capo, come il Garofano n’ebbe più irrecusabile prova nella notte del 1.° maggio 1860 in cui i gendarmi invasero il di lui domicilio e vi fecero una perquisizione che durò ben cinque ore, con angoscia estrema di tutta la famiglia del nostro protagonista.

La città di Capua e quella di Cajazzo si disputarono la candidatura dell’avvocato Garofano all’importante posto di loro rappresentante presso il Parlamento del regno d’Italia; la nativa Cajazzo la vinse, mentre lo elesse all’unanimità a suo deputato.