Il Parlamento del Regno d'Italia/Giuseppe Sirtori

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Giuseppe Sirtori

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Gennaro di San Donato Apollo Sanguinetti
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E questi è pur esso uno dei luogotenenti di Garibaldi, e il primo forse per autorità di grado e per istruzione militare.

Il Sirtori ha cominciato la sua avventurosa carriera coll’esser prete.

Ma non ha tardato a gettar sottana e collare nell’ortica e a passare ad uno stato tutto diverso, a quello [p. 789 modifica]del militare. Il Sirtori che voleva essere ad ogni patto un ufficiale istruito, si è recato a Parigi e colà ha ottenuto di seguire il corso della celebre Scuola Politecnica, nella quale ha subito con plauso gli esami, che, ove fosse stato un francese gli avrebbero aperto l’adito ad entrare nell’armata col grado di ufficiale di Stato maggiore.

Invece, di questa sua scienza, il Sirtori ne ha date le prime prove contro gli stessi suoi maestri nell’assedio di Roma, ove Garibaldi lo creò suo capo di Stato maggiore. Si unì poscia all’antico suo duce durante la campagna del 1859 e quindi lo seguì nel 1860 a Marsala come capo anche una volta dello Stato maggiore generale.

Durante la, un momento dubbia e ostinatamente combattuta battaglia del Volturno, fu visto Sirtori a cavallo immobile e freddo come un marmo in mezzo al più terribile fuoco nemico che rovesciava fila intere di volontari dietro di lui.

Eletto deputato alla Camera, la prima volta che prese la parola si lasciò trascorrere ad accuse virulenti contro il nobile conte di Cavour, accuse di cui egli stesso l’indomani si dava lealmente premura di riconoscere tutta l’ingiustizia. Da quel momento il Sirtori divenne un modello di saggezza e di moderazione e uno dei capi i più autorevoli della maggioranza parlamentare.

E la Camera volle provargli l’alta stima che faceva di lui col nominarlo membro della commissione d’inchiesta sul brigantaggio, la qual commissione poi lo elesse a sua volta proprio presidente.

Il generale Sirtori è pur esso a quest’ora alla testa di una divisione attiva, che comanda con molta saggezza ed autorità.