Alcune dottrine di questo capitolo, del XLI e del L sui pianeti, dal maestro sono ripetute nel Tesoretto. Parla la Natura a Brunetto:
Ben dico veramente
Che Dio onnipotente
Fece sette pianete
Ciascuna in sua parete,
E dodici segnali,
E ti dirò ben quali.
E’ fu il suo volere
Di donar lo podere
In tutte creature,
Secondo lor nature;
Ma senza fallimento
Sotto mio reggimento
È tutta la lor arte,
Sì che nessun si parte
Del corso, ch’io ho dato
A ciascun misurato.
E dicendo lo vero,
Cotal è lor mistero
Che metton forza e cura
In dar freddo e calura,
E piova, e neve, e vento,
Sereno, e turbamento.
E s’altra provvedenza
Fu messa in la potenza,
Non ne farò menzione;
Che piccola cagione
Ti porria far errare;
Chè tu dei pur pensare,
Che le cose future,
E l’aperte, e le scure,
La somma Maestate
Ritenne in potestate.
Da questo capitolo si comprende come Dante non solamente la dottrina, ma le frasi altresì imparasse, come era naturale, dal maestro, chiamando il cielo della luna,