Il Tesoro (Latini)/Illustrazioni al Libro V/Capitolo XXXI

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XXXI
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maestro, restano favole, non avendo nessuna autorità divina costituita la Chiesa maestra delle scienze naturali, nò dichiarata per queste dottrine libro di testo la Bibbia. Troppo noto è il fatto di Galileo.

Il pellicano ha la mandibola inferioi-e formata da due rami ossei, depressi, flessibili, ed uniti alla punta, d’onde è sospesa una pelle iprnuda a forma di borsa. Questa borsa o tasca, espansiva di molta elasticità, può contenere molta copia di pesce, del quale il pellicano va in caccia con rara destrezza. Ne mette in serbo gran parte, per suo cibo o de’ suoi tigiiuoli. Nel nutricare i quali, preme la mandibola inferiore contro il collo ed il petto per meglio mandar fuori i pesci nascosti nella tasca, del sangue dei quali ò spesso intrisa, come altresì le biai«che piume del suo petto. Di qui la tàvola, che questo uccello si squarci il petto per nutrire col proprio sangue la prole.

Capitolo XXXI.

Il Fior di virtù, ca(). XXI ha eguali novelle intorno alla pernice.

Udiamo il maestro del maestro: Dimicatur circa connubium, victosque credunt foeminarum vice vénérera sustinere. Ii)sas libido sic agitât, si ventus a masculis flaverit, ut fiant praegnantos odore.... Tunc

si quis homiuum. ubi incubant appropinquabit, e [p. 300 modifica]
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i;’i’es.sii iiiairo: vfMiientibiis,sesp sponte ofîerimt. et simulata debilitate ve! pedum vel alaruin, quasi statini capi possi iit, )j;rcssus flngunt tardiores: hoc mendacio sollicitant obvios et eludunt, quoad provecti lougius a nidis avocentur (Solintis, cap. XII).

Plinio racconta nò più nò meno, nel libro X cap. XXXIII.

Dopo Plinio, tutti i naturalisti hanno curiosi aneddoti intorno all’amore della pernice maschio per la compagna; o di ambi, ed in modo speciale della madre, per la tenera prole. Mette anche in pericolo se stessa, per difendere e salvare la sua nidiata. I maschi si battono cavallerescamente per la femmina amata.

La pernice d’Italia (perdio cinerea), chiamasi un eli e starna.

Capitolo XXXII.

Il pappagallo, psittacu), abbonda nei (ìaesi posti fra 1 tropici; molti ne sono i generi. Brunetto dice, che i pappagalli vengono dall’India, essendo questa la regiojie onde gli ebbero prima i Greci, probabilmente all’epoca della spedizione di Alessandro il macedone. Il paleornide di Alessandro, pare sia l’uccello spedito dall’isola di Ceilan al conquistatore, del rjnale conservò j) nome, l lìoniaiii do()o