Il Tesoro (Latini)/Libro II/Capitolo XXVII

Da Wikisource.
Capitolo XXVII. Come il re di Francia fu imperadore di Roma

../Capitolo XXVI ../Capitolo XXVIII IncludiIntestazione 24 gennaio 2023 75%

Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XXVII. Come il re di Francia fu imperadore di Roma
Libro II - Capitolo XXVI Libro II - Capitolo XXVIII

[p. 281 modifica]

Capitolo XXVII.


Come il re di Francia fu imperadore di Roma.


Ora avvenne, come piacque al nostro Signore, che la Chiesa innalzò1 di giorno in giorno, e ciò fu per la forza e per la signoria che fu acquistata nel tempo di santo Silvestro2 papa. E gli imperadori che furono dopo Costantino, non [p. 282 modifica]furono sì dolci, nè sì di bon aere3 come fu egli; anzi avrebbero volontieri ricoverato ciò che Costantino avea dato, se eglino avessero avuto lo potere. Ma Iddio non sofferse niente, e non poterono venire a loro intenzione4.

Ora avvenne cosa, che gl’imperadori che furono dopo Costantino5 quale divenne buono e quale malvagio; e teneano l’uno imperio e l’altro, cioè quel di Roma e quello di Costantinopoli6, e durò7 infino al tempo di Leone imperadore e Costantino suo figliuolo. Quello Leone8 imperadore prese tutte le imagini delle Chiese di Roma e portolle tutte in Costantinopoli, per dispetto dell’apostolico, e fece ardere in fuoco. E fece allora giura con lui Conlofre re de’ Lombardi9, però che [p. 283 modifica]Stefano ch’era papa allora, gli aveva iscomunicati, però che Leone imperadore gli aveva tolta Puglia ed Italia, che dovevano essere di Santa Chiesa10. E quando l’apostolico11 vide che non poteva avere contra a loro lunga durata, egli se n’andò in Francia al buon Pipino ch’era allora re12 di Francia, e consacrò lui e i suoi figliuoli ad essere tutto tempo re di Francia; e maledisse e scomunicò tutti quelli che mai fossero re d’altro lignaggio, che di quelli di Pipino.

Poi se n’andò il papa e il re con tutto lo suo oste in Lombardia, e combattè con Conlofre re de’ Lombardi13, tanto che egli lo vinse, e fecegli fare l’emendo a santa Chiesa, secondo che il papa e i suoi frati gli volsero comandare. E per forza fo istabilito lo reame di Puglia14 del patrimonio di santo Piero in quella maniera ch’elli divisaro15. Ma quando Pipino se ne fu andato nel suo paese, non dimorò molto che Costantino figliuolo di Leone imperadore, quando fu [p. 284 modifica]imperadore, dopo la morte del suo padre, fece peggio che egli mai pote’ contro a santa16 Chiesa di Roma. E Desiderio re delli Lombardi ricominciò dall’altra parte la guerra maggiore, che Conlofre suo padre non aveva mai fatto nella sua vita. Tantochè alla fine il papa Adriano17 pregò tanto Carlomano, figliuolo di Pipino, che allora era re di Francia, che egli venne in Italia, e vinse Pavia, là ove il re d’Italia istava18, e prese il re e la moglie sua, e li suoi figliuoli, li fece giurare fedelità di santa Chiesa19, e poi li mandò prigioni in Francia, e così fu preso Desiderio re di Lombardia da Carlomano, come voi avete inteso di sopra20. Ma Algifer21, figliuolo di Desiderio, sì si fuggì in Costantinopoli, e fece molta guerra contra santa Chiesa22. [p. 285 modifica]

E quando Carlo ebbe tutta Lombardia conquistata, e tutta Italia sottomessa a sè, ed a santa Chiesa, egli se n’andò a Roma con grande trionfo, e là fu egli incoronato imperadore dei Romani,23 e tenne la dignitade dell’imperio tutta sua vita. E poi ebbe egli molte altre vittorie contra i Saracini, e contra i nemici di santa Chiesa; e sottomise alla sua signoria Alemagna e Spagna e molti altri paesi24.

E quando Leone papa, che fu papa appresso25 Adriano, fu scacciato per li Romani, Carlo lo rimenò a Roma in sua dignitade, ed allora gli confermò egli ciò che suoi passati26 avevano fatto e stabilito, di tutti li bisogni di santa Chiesa, e dello imperio, e delli cherici, e del li laici, e diede [p. 286 modifica]a messer santo Pietro lo ducato di Spuleto e di Benevento.

E poi ch’egli ebbe tutto questo fatto, e molte altre cose27, egli trapassò di questo secolo negli anni della incarnazione del nostro Signore Gesù28 Cristo ottocentoquattordici29 anni. E sappiate che davanti a lui erano stati sedici imperadori, infino30 da Giustiniano, e quaranta papi da Agabito infine a questo Leone papa.

Note

  1. Il t ed il ms. Vis. sainte Eglise essanca et crut.
  2. Il t au tens Silvestre.
  3. E’ il secondo di bon aere, tradotto da debonnaire, e così poi sempre. Ne abbiamo altri esempi di Trecentisti. Così anche il ms. Vis.
  4. E non poterono venire a loro intenzione, glossa di Bono.
  5. Or avvenne cosa, che gl’imperadori che furono dopo Costantino: il t ed il ms. Vis. et ainsi estoient li empereor touz jors li uns après l’autre.
  6. Cioè quel di Roma, e quello di Costantinopoli, glossa di Bono.
  7. E durò, manca al ms. Vis. ed al t.
  8. Leone, glossa di Bono.
  9. Il t et fist contre lui une conjuroison entre lui et Tholofre, roi des Lombars.
  10. Il t les escomunia, et li toli Puille, et establi que ele fust tozjors de sainte Eglise. Così leggono anche il codice capitolare veronese, ed i mss. Berg. Amb. e Vis.
  11. L’apostolico, manca al t.
  12. Il t estoit governerres.
  13. Re de’ Lombardi, è glossa di Bono.
  14. Il t fu establie la besoigne dou reiaume de Puille.
  15. Corretto divisero, in divisaro, col ms. Ambr. e col t deviserent.
  16. Bono restituisce alla Chiesa di Roma il santa che le tolse di sopra, quantunque qui non sia nel t.
  17. Aggiunto Adriano, col t.
  18. Là ove il re d’Italia istava, glossa di Bono.
  19. Le stampe leggono: e prese il re, e la moglie sua, e a’ suoi figliuoli fece giurare fedelità di santa Chiesa. Corretto col t et prist Desidier et sa feme, et ses enfanz, et lor fist jurer la feauté de sainte Eglise. Iurer feauté, ecco un’etimologia di Feudo.
  20. E così fu preso, fino a sopra, glossa di Bono.
  21. Questo Algifer, Algife del t, Algise del Villani, è Adelchi o Adalgiso.
  22. Bono dimenticò re dopo Desiderio; per mare, dopo fuggì: aggiunse contro santa Chiesa.
  23. Corretto col t Carlomano, in Carlo: aggiunto col t a sè: sozmise à soi et à sainte Eglise: poi corretto col t empereor des Romains, e non di Roma. Lo scambio fra Carlo, Carlomano, e Carlomagno o come erroneamente allora scrivevasi Carlo Magno, è frequente nei Trecentisti. Anche Brunetto parla di imperatori di Roma e dei Romani come noi vedemmo a’ nostri giorni re di Francia ed imperatori dei Francesi. Dopo tante Storie d’Italia, vedemmo anche una Storia degli Italiani per Cesare Cantù.
  24. Il t Alemaigne, et Espaigne, et mains autres pais, aggiunto Alemagna e Spagna, anche col m. Viss.
  25. Corretto col t e colla storia e col ms. Vis. innanzi. in appresso: t apres.
  26. Il t ed il ms. Vis. ses peres
  27. Il t ed il ms. Vis. maintes granz choses, et hautes.
  28. Del nostro Signore Gesù Cristo, manca al t ed al ms. Vis.
  29. Corretto ventitrè in quattordici col t, che è anche nel ms. Vis.
  30. Corretto a in da col t. dou tens, frase che tosto dopo ripetuta, è tradotta appunto da Agabito. Agabito per Agapito è anche in Dante.