Il Trecentonovelle/LX

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Novella LX

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LIX LXI

Frate Taddeo Dini, predicando a Bologna il dí di Santa Caterina, mostra un braccio contro a sua volontà, gittando un piacevol motto a tutta la predica.

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Molte volte interviene che delle reliquie si truovano assai inganni, come poco tempo intervenne a’ Fiorentini. Avendo aúto di Puglia un braccio, il quale fu dato loro per lo braccio di santa Reparata, e facendolo venire con gran cerimonia, e mostrandolo parecchi anni per la sua festa con gran solennità, nella fine trovorono il detto braccio esser di legno.
Era adunque frate Taddeo Dini dell’ordine de’ Predicatori, valentissimo uomo, il dí di Santa Caterina a Bologna; e al monistero di Santa Caterina per la festa la mattina predicando, avvenne che, compiuta la predicazione, anzi che scendesse del pergamo e pervenisse alla confessione, con molti torchi gli fu recato un forzieretto di cristallo, coperto con drappi, dicendo:
- Mostrate questo braccio di santa Caterina.
Frate Taddeo, che non era smemorato, dice:
- Come il braccio di santa Caterina! Io sono stato al Monte Sinai, e ho veduto il suo corpo glorioso, intero con le due braccia e con tutte l’altre membra.
Dissono quei pretoni:
- Bene sta; noi tegnamo che questo sia veramente il suo braccio.
Frate Taddeo con chiare ragioni diceva non esser da mostrarlo. La Badessa, sentendo questo, lo mandò pregando il dovesse mostrare; però che, se non si mostrasse, la devozione del monastero si perderebbe. Veggendo frate Taddeo che pur mostrare gli lo convenía, aprí il forzierino, e recatosi in mano il detto braccio, disse:
- Signori e donne, questo braccio che voi vedete dicono le suore di questo monastero che è il braccio di santa Caterina. Io sono stato al Monte Sinai, e ho veduto il corpo di santa Caterina tutto intero, e massimamente con due braccia; s’ella ne ebbe tre, quest’è il terzo -; cominciando con esso a segnare in croce, come si fa, tutta la predica.
Gl’intendenti di questo risono, parlando tra loro; molti uomini e feminelle semplici si segnarono devotamente, come quelli che non intesono frate Taddeo, né avvidonsi mai di quello che avea detto.
La fede è buona e salva ciascuno che l’ha; ma veramente solo il vizio dell’avarizia fa di molti inganni nelle reliquie; che è a dire che non è cappella che non mostri aver del latte della Vergine Maria! ché se fusse come dicono, nessuna sarebbe piú preziosa reliquia, pensando che del suo corpo glorioso alcuna cosa non rimase in terra; ed e’ si mostra tanto latte per lo mondo, dicendo esser del suo, che se fosse stata una fonte ch’avesse piú dí rampollato, quello si basterebbe. Se se ne potesse far prova, come frate Taddeo fece del detto braccio, ciò non avverrebbe. Ora la fede nostra ci fa salvi; e chi archimia sí fatte cose, ne porta pena in questo o nell’altro mondo.