Il buon cuore - Anno IX, n. 05 - 29 gennaio 1910/Religione

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Vangelo della domenica di Sessagesima


Testo del Vangelo.

Il Signore Gesù narrò alle turbe e ai suoi discepoli questa parabola: Ecco che un seminatore andò per seminare. E mentre egli spargeva il seme, cadde parte lungo la strada; e sopraggiunsero gli uccelli dell’aria e lo mangiarono. Parte cadde in luoghi sassosi, ove non aveva molta terra; e subito spuntò fuora, perchè non aveva profondità di terreno; ma levatosi il sole, la infuocò; e per non aver radice, seccò. Un’altra parte cadde tra le spine; e crebber le spine e lo saffocarono. Un’altra finalmente cadde sopra una buona terra e fruttificò, dove cento per uno, dove sessanta, dove trenta. E accostatisi i suoi discepoli, gli dissero: Per qual motivo parli tu ad essi per via di parabole? Ed ei rispondendo, disse loro: Perchè a voi è concesso di intendere i misteri del regno dei cieli: ma ad essi ciò non è stato concesso. Imperocchè a chi ha, sarà dato, e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro per vie di parabole, perchè vedendo non vedono, e udendo non odono, nè intendono. E compiesi in essi, la profezia d’Isaia, che dice: Udirete colle vostre orecchie, e non intenderete; e mirerete coi vostri occhi, e non vedrete. Imperocchè questo popolo ha un cuor crasso, ed è duro d’orecchie, ed ha chiusi gli occhi, affinché a sorte non veggano cogli occhi, né odano colle orecchie, nè comprendano col cuore, onde si convertano, ed io li risani. Ma beati sono i vostri occhi, che vedono, e i vostri orecchi, che odono. Imperocchè vi dico in verità, che molti profeti e molti giusti desiderarono di veder quello che voi vedete, e non lo videro, e di udire quello che voi udite, e non lo udirono. Voi pertanto ascoltate la parabola del seminatore. Chiunque ode la parola del regno e non intende, viene il tristo e rapisce ciò che fu seminato nel suo cisore; questi è colui che ha seminato lungo la via. Colui che ha seminato lungo un terreno sassoso è quegli che ode la parola e subito la riceve con gaudio; non ha poi radice in sè, perchè e temporale. Suscitatasi una tribolazione od una persecuzione per la parola, subito si scandolezza. Colui che ha seminato fra le spine è quegli che ascolta la parola, e la sollecitudine di questo secolo e la fallacia delle ricchezze la soffoca e rimane senza frutto. Colui che ha seminato in buon terreno è quegli che ascolta la parola, l’intende, fa frutto e rende dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta.

S. MATTEO, cap. 13.


Pensieri.

La maggior parte della semente va perduta.... Perchè, dunque, il seminatore non è più cauto e attento nel gettarla?

Pensiamo quanto tempo e quanta attività dovrebbe impiegare il seminatore, quando volesse impedire che nessun grano di semente cadesse sopra il terreno non [p. 38 modifica]buono e pensiamo che sarebbe quasi impossibile l’escludere il terreno cattivo senza privarne anche qualche parte del terreno buono.

Il seminatore sapiente ed ottimo preferisce perdere una parte della semente, perchè è sicuro che il frutto recato dal buon terreno lo compenserà ad usura dalla perdita.

Chi pretende che nessuna parte della sua attività vada perduta, chi non vuol beneficare che i veri poveri, riconosciuti come tali, finisce a perdere molto tempo che potrebbe meglio impiegare e, forse, a far scontare a molti veri poveri la malizia dei falsi poveri. Non siamo ciechi nel beneficare, ma non sottilizziamo troppo, non arrischiamo, per non voler essere ingannati, di lasciar patire un misero, cui le apparenze siano sfavorevoli.... Siam generosi, imitiamo il Padre celeste che fa cadere la pioggia e splendere il sole sul campo del giusto come su quello del malvagio... siam larghi di cuore, lenti nel giudicare e pronti, generosi nel dare!

Ma la carità non è solo di pane: e c’è una carità spirituale di molto più preziosa di quella materiale e anche in questa forma di bene dobbiamo esser larghi e generosi.

Gesù predicava alla turbe: non faceva una scelta per poi non parlar che agli eletti. E quanti indifferenti, quanti distratti, quanti ostili ci saran stati fra i suoi ascoltatori!

Ma la sua parola suscitava gli apostoli, le Maddalene, i Zacchei. Uno di questi lo compensava degli altri. E come Gesù, i suoi santi dànno largamente ciò che è vita della loro vita: alcuni li derideranno, altri li fraintenderanno, alcuni volteran loro le spalle... ma se qualche anima, anche un’anima sola, risponde alla loro... essi ne hanno abbastanza e ringraziano Dio di non aver faticato invano....

Com’è grande, maestoso un apostolato così disinteressato e spoglio d’ogni preoccupazione terrena!

Se noi conosciamo di simili apostoli facciamo ogni sforzo per accogliere riverenti nell’anima nostra la semente preziosa, scaturiente dalla loro esperienza interiore, dalla loro comunicazione con Dio.... Signore, se non fosse orgoglioso vorrei dire facciamo ogni sforzo per esser noi quelle anime che compensano gli apostoli della quasi generale incomprensione....

Gesù Cristo predica in luoghi, in città che rimangono dure, insensibili alle sue parole: Dice egli stesso che se avesse predicato a Tiro ed a Sidone queste avrebbero fatto penitenza.

Ma egli predica là, dove la Provvidenza lo ha destinato.... L’apostolo del bene accetta il campo di azione che gli è offerto e lavora in quello, fidente che il Padre celeste benedirà le sue fatiche.

Erano un campo duro e sterile la Galilea e la Giudea, Gesù vi trovò ostacoli infiniti e la morte... Eppure dalla Galilea e dalla Giudea venne la salute del mondo....

Quale applicazione da trarre dall’insegnamento pratico di Gesù?

Ciascuno lavori il campo che gli è dalla Provvidenza assegnato: chi i poveri; chi gli operai; chi i ricchi; chi gli ignoranti; chi i sapienti; chi i nazionali; chi i forestieri....

Ognuno adempia la sua missione, senza invidiare nè biasimare quella del fratello, ognuno sia costante, sia infaticabile, sia fidente.... L’esito non fallirà!



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