Il buon cuore - Anno IX, n. 49 - 3 dicembre 1910/Religione

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Beneficenza Educazione ed Istruzione

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Vangelo della domenica quarta d'Avvento


Testo del Vangelo.


Gesù, avvicinandosi a Gerusalemme, arrivato che fu a Betfage sul monte Oliveto insieme a’ suoi discepoli mandò due di essi dicendo loro: Andate nel castello che vi sta dirimpetto e subito troverete legata un’asina e con essa il suo asinino; scioglietela e conducetemela. E se alcuno vi dirà qualche cosa, dite che il Signore ne ha bisogno e subito ve li rimetterà. Or tutto questo seguì affinché si adempisse quanto era stato detto dal profeta che disse: Dite alla figliuola di Sion: Ecco che il tuo re viene a te mansueto, cavalcando un’asina e un asinello, puledro di un’asina da giogo. I discepoli andarono e fecero come aveva loro comandato Gesù e menarono l’asina e l’asinello, e misero sopra di essi le loro vestimenta e lo fecero montar sopra. E moltissimi delle turbe disteser le loro vesti per la strada: altri poi tagliaron rami degli alberi; e li gettarono per la strada. E le turbe che precedevano, e quelle che andavangli dietro, gridavan dicendo: Osanna al Figliuol di David; benedetto Colui che vien nel nome del Signore: Osanna nel più alto de’ Cieli!

S. MATTEO, cap. II.


Pensieri.


Gesù entra a Gerusalemme in mezzo a umile, pacifico trionfo: sulla via ch’egli percorre i suoi devoti stendono le vestimenta loro e gettano rami degli alberi.... I suoi devoti sono pieni di entusiasmo per il maestro che ha saputo affascinare l’anima loro, attrarli a sè, riempire tutta la loro vita, son pieni di ammirazione per il concittadino che ha saputo mostrar loro prodigi di bene e di benevolenza inauditi, che ha attirato l’attenzione anche sulla loro regione.... Essi son pieni di giubilo e seguono, attorniano Gesù, senza, forse, nemmeno immaginare i solenni pensieri della sua mente in quell’ora....

Egli va, inerme, indifeso, eppur con animo risoluto incontro a’ suoi nemici...... sollecito solo del bene, punto della sua sicurezza personale; il suo contegno nella città santa lo dice: egli parla forte ed opera rudamente come mai prima d’allora; pare che non che prevedere il suo martirio egli lo voglia provocare..... Egli sente legata alla sua morte la salute degli uomini e, pieno di spirito, non la paventa, ma l’affretta, ma le corre incontro.

Gesù è il nostro modello; lo diciamo spesso con molta pietà..... ma lo imitiamo nella nostra vita d’ogni giorno, d’ogni ora? Sappiamo noi sacrificarci per i nostri fratelli, per rispondere alla nostra vocazione? Sappiamo noi serenamente patire, anche, per il bene, per la diffusione di esso nel mondo? E sappiamo la sofferenza nostra sopportare con animo pio, con sentimento [p. 388 modifica] religioso, con amore profondo, pensando all’efficacia del dolore sofferto cristianamente e per noi e per i fratelli?

Oh, se noi dovessimo fare oggi la nostra confessione su ciò, troveremmo chissà quali fiacchezze, quali vigliaccherie da accusare! Non sia più così: proponiamo di disporci alla larghezza d’animo, alla generosità anche nel dare, per la verità e per la giustizia, non solo ’la nostra persona, il nostro tempo, ma se occorre, il nostro sangue e le lagrime più intime dell’anima nostra!

Andiam sereni incontro alla pena, se Dio ci chiama a servirlo così: rispondiamo alla sua chiamata con sollecitudine, con amore, con ardore.... vedano i fratelli in noi come sanno soffrire i seguaci di Gesù.

Tutta la città si commosse al trionfo di Cristo! Commozione di bene e commozione di male!

È Gesù, il profeta di Nazaret, dicon le genti: e i nemici s’affrettano a tender le loro insidie.

Il trionfo terreno degli empi non è difficile quaggiù: essi sanno tutte le vie traverse e non rifuggono dalle azioni più nere. I buoni, nella loro schiettezza del loro ardore di bene, nulla sanno, per niente si preoccupano delle arti del male.... e il male, i malvagi li possono accerchiare, abbattere, sopraffare senza che essi pensino a difendersi.... i buoni s’arrendono a credere alla cattiveria umana solo quando essa li ha schiacciati, travolti, calpesti: e anche allora s’arrendono ai fatti compiuti quasi con incredulità, con meraviglia.... Oh, la nausea che viene dalla perfidia di alcuni e che è, come il prezzo con cui convien pagare la visione di morali grandezze di sacrificio e di amore!

È un mistero di provvidenza che ogni alta cosa maturi nel dolore; che ogni virtù più profonda sia resa manifesta per la cattiveria o la miseria dell’uomo; che i beni più grandi vengano, a volte, dopo i più crudi delitti....

Dalla crocifissione di Cristo è venuto un fiume di grazia sul mondo....

A Gesù, nel suo martirio supremo, non mancò la visione dell’efficacia del sangue che grondava dalle sue ferite..., non manchi questo divino conforto a tutti quelli che lo seguono, portando la croce, affissandosi in Lui!

Dichiarazione.


La vertenza per le Reliquie di S. Satiro e San Vittore essendo stata avocata per la sua soluzione dalla Superiore Autorità ecclesiastica, non crediamo opportuno continuarla con rettifiche e repliche, sieno pur giuste.

LA DIREZIONE.


Ancora il Lourdes del paese di Galles


Ne abbiamo già parlato nello scorso maggio; ed ora siamo lieti di presentare ai nostri lettori anche la vignetta rappresentante la miracolosa fonte di S. Winefride e l’annessa vasca dei bagni che vanno a prendervi centinaia di ammalati — anche protestanti — che e prima, e a guarigione ottenuta, non abbadano alla leggera incoerenza che li porta al culto dei santi.

I lettori ricorderanno come quella fonte si schiudesse al momento e sul luogo dove la leggenda direbbe che patì il martirio S. Winefride; come da un millennio si riconobbe in quelle acque una virtù curativa dei mali della pelle, lussazioni, guai in seguito a cadute; come dai sali di tali acque si venne persino a comporre un sapone ricercatissimo e di cui si fa ogni anno un dono gradito anche al regnante Pontefice; come indirizzavamo gli interessati a prendere maggiori informazioni di quel Piccolo Lourdes al Dott. Giulio Cotta in Via San Vittore al Teatro, N. 19. Oh! se si determinasse un movimento di pellegrinaggio anche al Santuario inglese — un po’ costoso a dir vero, ma infallibile per certe malattie — quanti dolori e quante lagrime e miserie di meno!

X..

Un appello da lontano....


Nell’alta Valle d’Aosta, ad Antey S. André, un santo parroco ha costruito una cappella per quei suoi cari parrocchiani che, confinati fra dirupi inaccessibili, quasi nidi di aquile, per tutta l’aspra stagione delle nevi si trovano bloccati e separati dal consorzio umano. Ma anche fino lassù si arrampicherà il sacerdote a celebrare la Messa domenicale.

Quel degno parroco costruì la cappella, ma gli manca ancora qualche centinaio di lire a completarla. Ah! se il buon Dio ponesse in cuore a qualche generoso cristiano di venire in soccorso a tanto bisogno, quanto godrebbero, e il pastore e le pecorelle E l’appello angoscioso è rivolto anche e principalmente al gran cuore dei Milanesi conosciuti fin lassù per la generosa bontà. Potessero provargli che non ha sperato e ricorso invano!

(l. a.)

PER LA DOMENICA MISSIONARIA.


Nel raccomandare ancora quest’opera, annunciata nel numero precedente del Buon Cuore, avvertiamo che per adesioni, schiarimenti e oblazioni così necessarie al multiforme e vasto lavoro di propaganda, bisogna rivolgersi al Comitato fondatore di via Lanzone, 28, rappresentato, oltre che da Monsignor Meregalli, dal Prof. A. Tiberti, e dalle signorine Ester e Rosetta Guzzetti.