Il buon cuore - Anno XI, n. 17 - 27 aprile 1912/Beneficenza

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Beneficenza

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Il buon cuore - Anno XI, n. 17 - 27 aprile 1912 Educazione ed Istruzione

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Commemorazione del Prevosto Catena



Come abbiamo annunciato, domenica prossima, nel Salone dei Ciechi, alle 16,30, si terrà una commemorazione del rimpianto Proposto pei decimo anniversario della sua morte.

La conferenza sarà tenuta dall’egregio consigliere comunale signor Angelo Ferrario, che ebbe la fortuna di conoscere, di apprezzare e di godere le alte idealità del Catena.

La commemorazione sarà preceduta dalla Preghiera alla Vergine del maestro cieco Franco Fiorentini, per coro, violino, arpa e harmonium. Dopo la conferenza le allieve dell’Istituto eseguiranno un coro di Pessard: Le porgitrici di fiori.

OPERA PIA CATENA

(CURA DI SALSOMAGGIORE).

Per la Commemorazione del Prevosto Catena.

Signor Antonio Besozzi |||
 L. 100
N.N. |||
   » 5 —
Signora Orrigoni Sormant Rosa |||
   » 50 —
Signora Bauer Carlotta |||
   » 50 —

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi



OBLAZIONI.

Giannino e Carlo Radice Fossati in memoria della sorella contessa Carolina Dal Verme |||
 L. 100 —
N. N. |||
   » 50 —


SOCI AZIONISTI.

Signora Clelia Ferranti Pasta |||
 L. 5 —
Signorina Carola Ferranti |||
   » 5 —


«Più presso a te, mio Dio»



Un colosso del mare agonizza e l’orchestra suona un inno religioso. In quell’ora di morte, quale sublimità in quest’invocazione che è preghiera ed offerta! Preghiera sublime, che si rivolge in alto nell’abbandono d’ogni potenza umana; offerta accorata di tante vite che si spengono nel rigoglio, nello strazio della rinuncia, nell’impotenza della difesa. «Più presso a te, mio Dio». Una nobile penna scrisse: «Oh, in quel momento, se la nave scendeva, come l’anima umana saliva I Di che misteriosa chiarità si apriva l’ombra del cielo notturno, di che mistica alba impallidivano le stelle! Qualche cosa dunque si disponeva a vincere la morte; per qualche cosa lo scampo del naufragio senza scampo era sicuro....». Sì, era sicuro. Dinanzi all’abisso pronto a travolgere i corpi, il sentimento religioso intravvedeva l’infinito pronto ad accogliere gli spiriti. In questa visione gli uomini seppero essere eroici, le donne seppero rendersi sublimi, e la salvezza dei deboli fu effettuata e il sacrificio dei forti fu compiuto. In quell’ora di morte e d’addio, nello strazio di chi rimaneva, nello strazio di chi partiva, cadevano le note dell’inno religioso, e l’atrocità della tragedia immane, poteva ancora rivestirsi di luce....

Onore a tutti e pace. A tutti: a chi rimase nelle lacrime, a chi partì nel martirio. Sulla terra vasta e fedele restino i cuori a ricordare; sulla tomba immensa e fremente risuoni l’inno che si riveste di speranza!

Myriam.