Il buon cuore - Anno XII, n. 10 - 8 marzo 1913/Religione

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Vangelo della quinta Domenica di Quaresima

Testo del Vangelo.

In quel tempo, era ammalato un tal Lazzaro dei borgo di Betania, patria di Maria e di Marta sorelle (Maria era quella che unse con unguento il Signore, e asciugogli i piedi coi suoi capelli, ed il di cui fratello Laízaro era malato). Mandarono dunque a dirgli le sorelle: Signore, ecco, che colui che tu ami, è malato. Udito questo, disse Gesù: Questa malattia non è per la morte, ma è per la gloria di Dio, affinchè quindi sia glorificato il figliuol di Dio. Vòleva bene Gesù a Marta e a Maria sua sorella e a Lazzaro. Sentito adunque che ebbe come questi era malato, Si fermò allora due dì nello stesso luogo. Dopo di che disse ai discepoli: Andiam di nuovo nella Giudea. Gli dissero i discepoli: Maestro, or ora cercavano i Giudei di lapidarti, e di nuovo torni colà? Rispose Gesù: Non sono elleno dodici le ore del giorno? Quand’uno cammina di giorno, non inciampa, perchè vede la luce di questo mondo: quando poi unò cammina di notte, inciampa, perchè non ha lume. Così parlò, e dopo di questo disse loro: Il nostro amico Lazzaro dorme: ma vo’ a svegliarlo dal sonno. Dissero perciò i suoi discepoli: Signore, se,dorme, sarà in salvo. Ma Gesù aveva parlato del [p. 77 modifica]la di lui morte: ed essi avevano creduto del dormire di uno che ha sonno. Allora però disse loro chiaramente Gesù: Lazzaro è morto. E ho piacere per ragione di voi di non essere stato là, affinchè crediate: ma andiamo a lui. Disse’ adunque T onzaso, soprannominato Dididimo, ai condiscepoli: andiamo anche noi, e moriamo con esso lui. Arrivato Gesù, trovollo già da quattro giorni sepolto. E molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per riguardo al loro fratello. Maria però, subito che, ebbe sentito, che veniva Gesù, andogli incontro: e Maria stava sedendo in casa. Disse dunque Marta a Gesù: Signore, se eri qui, non moriva mio fratello. Ma anche adesso so, che qualunque cosa chiederai a Dio, Dio te la concederà. Dissele Gesù: tuo fratello risorgerà. Risposegli Marta: So, che risorgerà nella risurrezione in quell’ultimo giorno. Dissele Gesù: Io sono la risurrezione e la vita: chi in me crede, sebben sia morto vivrà. E chiunque vive, e crede in me, non morirà in eterno. Credi tu questo? Risposegli: Sì, o Signore, io ho creduto, che tu sei il Cristo, il kgliuol di Dio vivo, che sei venuto in questo mondo..E detto questo, andò, e chiamò di nascosto Maria sua sorella, dicendole: E’ qui il Maestro, e ti chiama. Ella appena udito questo, alzossi in fretta, e andossi a lui: imperocchè non era’ per anco Gesù entrato nel borgo: ma era tuttavia in quel luogo, dove era andata Marta ad incontrarlo. I Giudei per ciò, che erano in casa con essa e la consolavano, veduto avendo Maria alzarsi in fretta e uscire fuori la seguitarono dicendo: Ella va al sepolcro per ivi piangere. Maria però, arrivata che fu dove era Gesù, e vedutolo, gittossi a’ s— uoi— piedi, e diss’egli: Signore, se eri qui, non moriva mio fratello. Gesù allora, vedendo lei piangendo e piangenti i Giudei che eran venuti con essa, fremè interiormente e turbò se stesso e disse: Dove l’avete messo? Gli risposero: Signore, vieni e vedi. E a Gesù venner le lagrime. Dissero perciò i Giudei: Vedete, come ei lo amava. Ma taluni di essi dissero: E non poteva costui, che aprì gli occhi al cieco nato fare ancora che questi non morisse? Ma Gesù di nuovo fremendo interiormente, arrivò al sepolcro, che era una caverna, alla quale era stata sovrapposta una lapide. Disse Gesù: Togliete via la lapide. Dissegli Maria sorella del defunto: Signore, ei puzza di già, perchè è di quattro giorni. Risposele Gesù: Non ti ho detto, che se crederai, vedrai la gloria di Dio? Levaron dunque la pietra, e Gesù alzò, in alto gli occhi e disse: Padre, rendo a te grazie perchè mi hai esaudito. Io però sapeva, che sempre mi esaudisci; ma l’ho detto per causa del popolo che sta qui itttorno: affinchè credano che tu mi hai mandato. E detto questo, con voce sonora gridò: Lazzaro, vieni fuora. E uscì subito fuora il morto, legati con fasce i piedi e le mani, e coperto il volto con un sudario. E Gesù disse loro: Scioglietelo, e lasciatelo andare. Molti perciò di quei Giudei, che erano accorsi da Maria e da Marta e avevano veduto quello.ché fatto Gesù aveva, credettero ’in Lui.. S GIOVANNI, cap. 1 4

Pensieri.

Innanzi al cadareve di Lazzaro le due buone sorelle — Marta e Maria — non domandano l’inutili consolazioni del mondo. Non ne sono soddisfatte. Nella loro ardente fede, fatta d’amore ossequente e rispettoso, aspettano sicure la venuta del comune amico Gesù. Sanno che ovunque si geme «Gesù si trova: sanno che Gesù non iscorda le loro premure affettuose e sincere, quindi Gesù non può mancare, attendono addolorate sì, ma pazienti l’arrivo di lui. A Gesù diranno il loro cruccio, lamentando l’assenza di lui nella diSgrazia di Lazzaro: a lui, che le assicura d’una vita futura, migliore, esse — credenti — rispondono che la risurrezione del fratello è certa nel novissimo dei giorni. Ma Gesù premia la loro fede viva ed operosa, ed alle sorelle — col più grande miracolo — restituisce sano e salvo il fratello Lazzaro, strappato ai lacci di morte.

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Le due sorelle innanzi a Gesù ci danno due -situazioni diverse, danno due modi d’esplicarsi una comune fede inconcussa ed una comune ardente carità. Marta è faccendiera, tutta premura, tutta azione. Si lamenta con Gesù stesso che la sorella Maria la lasci tutta sola alle faccende e le impedisca una più lunga sosta con Gesù. Ci vorrebbe star pur essa vicina... si sta tanto bene con Gesù, ma essa si preoccupa di far festa all’ospite gradito: s’occupa di dare a lui cibo e ristoro: s’occupa di far accoglienze liete ed. oneste a lui che..viene ad onorare la loro casa... Essa corre, s’affatica, s’affanna per che cosa? Non per nulla. Gesù le vedrà le sue fatiche, le sue premure, le sue affettuosità e le sorriderà, le dirà grazie, le dirà la sua riconoscente pietà e Marta si irradierà di quel sorriso, gioirà di quel grazie e l’occhio. pietoso del Salvatore le frugherà come lince l’anima intera injettando gioia, piacere, paradiso. Maria no. Anima ardente, appassionata, nel concetto superiore di Cristo essa ben sa che ’non lo possono soddisfare le cosette di quaggiù. Egli vuole l’ossequio della mente... vuole che il vero gli si inchini, di lui s’irradii per ritornare a sa che vuole i più puri slanci d’amore, purissimi, interi che si stacchino da tutto per lui... per lui. E Maria che — tutto sprezzando l’ambiente e le dicerie — s’è’ già buttata ai suoi piedi, che già gli sparse sul capo l’unguento prezioso, che ha provato gioie di cielo nel baciargli i piedi, oh! Maria tutto dimentica innanzi a Gesù. Le basta Gesù: quando si trova con lui ignora il mondo, ignora il dolore, ignora le necessità... Quanta ardenza di fede per cui vive una sol luce’ e tutto le s’oscura d’attorno!... Quanto amore purissimo che tutto sprezza e spezza per non vivete che del tenerissimo oggetto delle proprie brame l... • •

Gesù promette a Marta la visione della gloria di Dio nella risurrezione del fratello: innanzi a Maria [p. 78 modifica]freme. Geù dell’una e dell’altra accetta la fede e l’amore. Dunque non monopolio d’alcuno nell’esplicazione del nostro spirito! Dunque non artificiosità, non pastoje, non legami,. non formale, non grettezze. Siamo religiosi, siamo legati a Dio, di Dio viviamo, a Dio tendiamo.: ci basti. Ogni spirito loda il Signore. Nel casolare del contadino la vecchia curva sotto il peso degli anni lavora... loda il Signore. L’artiere nel fragore dell’officina lavora pei figli, per la lorò vita, per il dovere... loda il. Signore... lo studioso alla ricerca a ffannosa,del vero... loda il Signore... la lotta per il miglioramento morale, ci: vile, sociale.,. loda il Signore... la carità, l’elemosina, l’ajuto, il consiglio, la buona amicizia... loda il Signore... la dama pia e benefaciente... loda il Signore... l’ardito sulle ardue vette del monte loda il Signore, il canto della giovane nella distesa dei Campi loda il Signore come lo loda„ lo benedice il Sacerdote all’altare, il Sacerdote che veglia il Moribondo, la Suora nel silenzio del chiostro, il frate nell’oscuro della cella, la sorella dove si combatte e si muore. Ogni spirito loda il Signore. B. R.

Il Gr. Uff. GIACOMO FELTRINELLI

Colla morte di Giacomo Feltrinelli, è scomparsa una caratteristica figura di forte, intelligente e tenace lavoratore dalla mente poderosa e dal cuore capace di grandi azioni generose. Uscito da famiglia numerosa, contristata da traversie, ma pur sempre elevata dal pensiero della riscossa, Giacomo Feltrinelli, dal nulla, riuscì a formarsi una cospicua posizione finanziaria, che ridondava a vantaggio di migliaia di lavoratori sparsi in tutta Italia e anche all’estero. Munifico, caritatevole e filantropo, fu tra i più distinti largitori in momenti di grandi calamità, fu sempre caritatevole coi poveri, illuminato e nobile sostenitore di persone oneste e d’industrie utili e bisognose di appoggio. Anche il suo amor patrio ebbe magnifiche manifestazioni che rivelarono la sua munificenza, giungendo co’ suoi milioni a costituire una incrollabile piattaforma ad un’industria italiana in pericolo di cadere in mani straniere. Quanto si potrebbe e si dovrebbe dire di questo Uomo impareggiabile! Noi lasciamo la parola ad un ottimo amico nostro — Guido Drisaldi — il quale, avendo avuto la ventura di conoscere inti mamente le preziose doti del rimpianto defunto, così ne parla col linguaggio spontaneo d’un cuore affezionato.

E’ scomparso! Il capo d’una famiglia d’integerrimi, di scrupolosi finanzieri, non è più! La sua ’figura alta e tranquilla non la vedremo più; ma il suo ricordo, il suo esempio rimarranno incancellabili nei nostri cuori! La molteplicità e l’operosità di quest’uomo furono non solamente meravigliose, ma grandemente utili alla Patria, come fu, in altri campi, quella dei grandi Statisti e deí grandi Capitani. Eppure le sue iniziative, la forzà, e la tenacia della sua volontà, la vastità dei propositi, erano nascosti da una bonomia, da una semplicità d’espressione che incantava per la solidità e la logica, mentre incatenava a lui gli animi con un sentimento dí profonda riverenza tramutantesi in venerazione a mano a mano che gli anni rendevano la sua Figura quasi storica e la ponevano fra quelle che ebbero parte grandissima e luminosa nel progresso e nello sviluppo economico del nostro Paese, dopo il risorgimento ed il radioso suo riscatto. GIACOMO FELTRINELLI scompare dopo avere per lunghi anni, ma sempre con grende semplicità ed austerità di vita, goduto nel mirare le opere Sue potentemente e saldamente sviluppate e, purtroppo, anche dopo di avere sofferto. La piaga più crudele e recentissima, fu quella di vedersi rapire dall’inesorabile morte tante Persone a Lui dilette e di Lui più giovani!... Fato a cui non può sottrarsi chi lungamente vive, ma che nessun consottarsi chi lungamente vive, ma che nessun conforto di pensieri filosofici o di parole care d’altri congiunti carissimi, può attenuarne l’acerbezza del dolore! Ora è spento e non più rivedrà nè il nostro sole nè il bel Cielo d’Italia; non più palpiterà il suo cuore di gioja per le fortune e le vittorie della Patria o, premuroso e sollecito, qual figlio amorosissimo, penserà e s’affretterà a contribuire tacitamente ad alleviarne i dolori... Non più dalle sponde del Garda egli spazierà collo sguardo l’infinito, quasi inconsapevole della poderosa potenzialità dei suoi pensieri, dello sviluppo sempre sicuro che sapeva dare alle sue opere, nell’infinita produzione di bene. Ma se Egli più non sente e se gli occhi suoi sono per sempre chiusi, non per questo l’anima sua cesserà d’aleggiare intorno ai suoi cari, che amò d’intenso [p. 79 modifica]amore; non per questo la sua grande anima igno rerà l’unanimità del dolore e la profondità del Cordoglio che accompagna la sua dipartita!... E se Egli è spento, non cessa e non cesserà l’ammirazione e la venerazione nostra e l’affetto grande, profondo che per Lui nutrono tutti quanti ne ebbero la illuminata fiducia e la grandezza del benefico consiglio. Dopo una lunga esistenza così bene spesa, ancora più che ottantenne, GIACOMO FELTRINELLI fu esempio veramente raro di vigilante e d’infaticata tenacia nel lavoro. Ai suoi Congiunti che il rispettato nome portano, vada l’espressione del nostro cordoglio e l’augurio che, figure altrettanto grandi di propositi, altamente saldi quanto fecondi ed utili alla Patria, abbiano a ripetersi per ogni generazione».

ROSA BERTARELLI TOSI A San Remo, dove si era recata colla speranza di riacquistare la salute, è morta improvvisamente la signora Rosa Bertarelli Tosi, dama assai benemerita nel campo della carità e nelle opere di fede e di patriottismo. La sua salma fu trasportata a Milano e i suoi funerali riuscirono una manifestazione di rimpianto e nel tempo stesso un’attestazione di sentita solidarietà colla distinta famiglia Bertarelli. Al Cimitero le virtù della defunta furono rievocate in forma eletta dall’On. Degli Occhi e dalla contessa Sabina di Parravìcino Thaon di Revel.

Al momento di stampare, ci colpisce la dolorosa notizia della morte del distinto, e caro Prof. Ca valiere Angelo De Vincenti. Sulla salma dell’amico amatissimo, una prece, un fiore, una lacrima.

ERRATA CORRIGE. Nell’ultimo numero del Buon Cuore, vennero incorsi due errori. — Nella relazione della Conferenza per combattere un flagello sociale «La Tubercolosi» dove dice dag anni che si, lavora nell’istituzione per la lotta antitubercolare bisogna leggere già da 10 anni. Il secondo sono 300 gli ammalati cbe quotidianamente affluiscono al dispensario antitubercolare di Via Bergamini N. n, al posto di 30 come venne stampato.