Il buon cuore - Anno XIV, n. 01 - 2 gennaio 1915/Religione

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Religione

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[p. 5 modifica] Religione

Vangelo dell’Epifania

Testo del Vangelo.

Essendo dunque nato Gesù in Betlemme di Giuda, regnante il re Erode, ecco che i Magi arrivarono dall’Oriente a Gerusalemme, dicendo: Dov’è il nato Re dei Giudei? Imperciocchè abbiamo veduto la sua stella nell’Oriente e siamo venuti per adorarlo. Sen[p. 6 modifica]tite il Re tali cose, si turbò e con lui tutta Gerusalemme. Ed adunati tutti i principi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, domandò loro dove fosse per nascere il Cristo. Ed essi gli risposero: In Betlemme di Giuda poichè così è stato seriato dal profeta: E tu Betlemme, terra di Giuda, non sei la minima tra i capi di Giuda, poichè da te uscirà il condottiero, che reggerà Israele mio popolo. — Allora Erode, chiamati segretamente a sè. i Magi, minutamente s’informò da loro in qual tempo fosse loro comparsa la stella. E mandandoli a Betlemme , disse: Andate. e fate diligente ricerca di questo fanciullo; e quando l’abbiate trovato, fatemi sapere affinchè ancor io vada ad adorarlo. Quelli, udite le parole del re, si partirono; ed ecco che la stella da loro Veduta in Oriente, andava loro davanti, fintantochè, arrivata sopra del luogo ove stava il Bambino,. fermossi. E veduta la stella, si riempirono di sopragrande allegrezza. Ed entrati nella casa, trovarono il Bambino con Maria sua madre; e prostratisi l’adorarono, e, aperti i loro tesori, gli offrirono i doni, oro, incenso e mirra. Ed essendo stati in sogno avvertiti di ’non passare da Erode, per altra strada se ne ritornarono al loro Oriente. (S. MATTEO, Cap. 14)

Pensieri.

Importantissimi insegnamenti ci vengono dal Vangelo dell’odierna solennità. Epifania significa manifestazione; è la manifestazione che Gesù Cristo ha fatto di sè stesso agli uomini in diversi tempi e modi, ma specialmente ai Magi coll’apparizione della Stella miracolosa. I Magi rappresentavano i popoli Gentili, rappresentavano noi. Come risposero i Magi alla comparsa della Stella che riassumeva per essi la vocazione di Dio? Con prontezza, con coraggio, con generosità, con perseveranza.

Le chiamate di Dio son due, la chiamata alla fede, la chiamata alla virtù. La prima chiamata Dio l’ha fatta a noi, senza di noi. L’ha fatta col farci nascere nel grembo della Chiesa, risparmiandoci il lungo e difficile cammino che molti devono seguire prima di giungervi. Sebbene, in molti casi, si debba dire che anche per noi, per venire alla fede, debba ripetersi l’appello alla fede. Siamo nati nella fede, ma vi siamo rimasti uniti? Quanti fra i nati nella Chiesa, che hanno ricevuto, dopo il battesimo, altri Sacramenti, Che ricordano nelle più care memorie della gioventù il giorno soave della Prima Comunione, al gelido soffio delle dottrine irreligiose, fomentate dai giornali, dai libri cattivi, dai cattivi esempi, dalle passioni,: sentirono la fede; venir meno nel loro cuore, si trovarono nella piena oscurità, tutto all’opposto dei Magi; i Magi dalle tenebre vennero alla luce, essi dalla luce andarono alle tenebre! Ma il caso più frequente presso di noi che siamo nati alla luce, che abbiamo conservata la fede, è un’altra chiamata: abbiamo avuto e conservata la fede, abbiamo avuto e conservata la virtù?. La fede c’è, ma la fede è morta; la fede c’è, ma è senza le opere; a almeno senza quella vivezza, quella pienezza di opere, che costituisce il vero stato dell’uomo giusto, dell’uomo che vive di fede, che mette la fede quale inspirazione di tutta la vita, che ha cura sopratutto di conservare nel suo cuore la grazia di Dio, tesoro supremo della vita di fede? Quante volte Iddio ci ha chiamati a questo ritorno alla virtù, a conformare la vita alle nostre credenze, ad essere cristiani non solo di nome ma anche di fatto? Qunte volte Iddio ci ha chiamati a questo ritorno alla virtù, a conformare la vita alle nostre:credenze, ad essere cristiani non solo di - nome ma anche di

La prontezza nel rispondere alla chiamata di Dio fu uno dei primi atti buoni dei Magi: vidimus stellam ejus et venimus; appena abbiamo veduto la stella siamo venuti. Altri hanno potuto vederla e non si mossero; per essi vederla e venire fu la stessa cosa.

Fu facile ad essi questa venuta? Molti vorrebbero credere; molti che son già nel possesso della fede vorrebbero essere virtuosi; molti, caduti nella colpa,. vorrebbero uscirne; ma sorgono delle difficoltà; bisogna vincere le passioni, bisogna rinunciare ad una illecita affezione, bisogna restituire della roba di male acquisto, bisogna perdonare un’ingiuria ricevuta, riparare un’ingiuria, una calunnia fatta; bisogna Vincere il gravissimo e frequentatissimo ostacolo del’rispetto umano... I Magi vedono la Stella, e si mettono subito in cammino. Lasciano la famiglia, lasciano gli affari; non si lasciano smuovere dalle osservazioni interessate o meticolose di parenti e amici; dal dubbio di essere ingannati da un falso indizio; dal pensiero del lungo e difficile cammino; dalle derisioni colle quali può essere accolto il loro divisamento... vidimus et venimus... E l’ostacolo maggiore sorge quando essi credono di essere giunti alla loro riletta, a Gerusalemme. Essi avrebbero dovuto aspettarsi di:trovare la città in festa per la nascita del nato e aspettato Re dei Giudei.... e invece nulla. La popolazione è tranquilla e si turba al - loro annunzio; Erode non sa nulla, e deve interrogare gli interpreti della legge; e quando ne ha per risposta che in Betlemme deve nascere il promesso Messia, lascia partire i Magi perchè vadano a verificare; ma nè egli, nè alcuno dei suoi, nè ’alcuno della città, si muove.. malgrado tutto ciò i Magi vanno; non si lasciano arrestare da nessun ostacolo nè fisico, nè morale, e la loro costanza è ben tosto e largamente premiata: la Stella ricompare sul loro capo; una gioia grande risorge nel loro cuore; e dopo breve tratto di cammino la Stella li conduce e si arresta dove è il Bambino colla sua madre.

E’ la gioia serbata alle anime fedeli e coraggio: se, che una volta fissata la meta da raggiungere, non Si lasciano smuovere, trattenere da nessun ostacolo, trovano anzi negli ostacoli da superare e da vincere una doppia prova, a prova della buona Volontà presso di loro, la prova del loro omaggio pratico e generoso verso Dio. [p. 7 modifica]E fu davvero pratico e g-eneruso l’omaggio che i Magi presentarono a Cristo appena furono al suo cospetto et procidentes adoraverunt C14111; inginocchia tisi l’adorarono! Nè si arrestarono a questo atto di.omaggio per quanto nobilissimo, soavissimo: lo accompagnarono coll’offerta di ricchi doni: oro, incenso e mirra, doni’veramente rappresentativi di un culto ililuminato e verace, perchè oltre al valore intrinseco, questi doni avevano il valore maggiore di esprimere i sentimenti intimi di fede, di speranza, di carità, che sono’ nel,loro cuore, e che costituiscono l’omaggio ultimo e più gradito che Dio possa da noi desiderare’ e ricevere. Noi siamo venuti in questi giorni al Tempio; noi ci siamo’ commossi alla scena tenera e sempre cara della nascita del Bambino nelft Capanna di Betlemme; dopo aver seguito i pastori, seguiremo i Magi; la stella che li guidò, riprodotta negli splendidi fulgori della luce elettrica, omaggio della scienza alla fede, brillerà pure dinnanzi ai nostri occhi, sul nostro capo; la scena esterna del PresePio si rinngverà pure in mezzo di noi; le nostre Chiese sono il Presepio, l’Eucaristia è Cristo, noi siamo i pastori, noi siamo i Magi... lo siamo nelle apparenzt esterne; possiamo dire di esserlo anche nelle disposizioni interne del cuore;,nel senso fermo della fede, nel senso vivo della speranza, nel senso ardente della carità? Oh, come sono ammirabili i Magi in questa semplice, pronta, generosa manifestazione dei loro affetti a Cristo, accompagnata dai doni del culto esterno, che sono ’gli affetti del cuore, la espressione, la difesa, l’apostolato!

Un’ultinia lezione, e ben preziosa, ci porgono i.klagi: la fedeltà e la persev -rana. Basta aver conrscido Gesù una Volta per non sconfessarlo più. Il Vangelo dice, che invece di ripresentarsi ad Erc de, per altra via tornarono loro case. Erode rappresenta l’irreligrione, il vizio.- Il vero seguace di Cristo sfugge la ’loro’ compagnia, segue ben altro, anzi,opposto cammino. Oltre questo punto, il Vangelo tace. Dove tace il Vangelo, comincia lo Tradi’ione, che, sotto la difesa e l’insegnamento della Chiesa, è la seconda fonte della dottrina rivelata, e,dei fatti, che senza essere dogmatici, cioè definiti, possono formare.oggetto si c,iro e rispettabile della fede cattolièa. E che dice la Tradilione La Tradizione dice cie i Magi, tòrnati ’al loro paese, rimasero ferrni nella fede dí Cristo.; divennero anzi apostoli di questa fede; tantochè, caduti in ’disgrazia, dei sacerdoti papni, vennero perseguitati e sottoposti- al martirio., I loro corpi, conservati dei fedeli colla venerazione (olla quile i primi Cristiani conservavano i corpi dei martiri, vennero in secoli posteriori. portati a Co;;taritinopolil Da Costantinopoli, il vescovo milanese Eustorgio li portò a Milano, e li depose in Arca monnMentale nel Tempio•che porta il suo, nome, e cl.: si chiama anche Basilica dei Magi. Oggetti di splen.

dido culto da parte di tinta la città, vi.rimasero fino all’anno 1172, epoca della distruzione della città da parte di Barbarossa. I corpi dei Magi non vennero dispersi, la racechi, trasportati in Germania, e collocati in una magnifica cappella di uno dei più bei Tempi della Cattolicità, il Duomo di Colonia, oggetto di un culto incontrastato ed universale.

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Il più bel Tempio serbato ai Magi non è però il Tempio nel quale trovansi, i loro corpi in terra;- il più bel Tempio è il Cielo ove trionfano le loro anime glorificate., O care rimembranze della nostra infanzia e adolescenza, o Presepio, o Stella; o Pastori, o Magi, o Madre Divina; ’o Bambino! Come i Magi rimasero fedeli alla fede ed all’amor di Cristo, attinti nel Presepio, così noi pure pote3simo dire che la fede del Presepio è rimasta viva e serena nel nostro cuore nel progresso della gioventù e della virilità. Sarebbe già un gran bené, perchè nessuna vita è più bella. piì:, utile, più grande, di una vita sinceramente e robt starnerite cristiana. Ma queste bene ha il bene di.prepararne un altro maggiore. Coi Magi sulla terra. passeremo con essi un giorno nel cielo. Nella nostra, urne nella loro corona, brill2ranno le perle, rifulgerti i cari nomi, nel rapporto della nostra fede e de’ nostro amore in Cristo: pronti — costanti — generosi — fedeli. L.V.