Il calderone magico/Ricerca e sviluppo open source e reinvezione del patrocinio

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Ricerca e sviluppo open source e reinvenzione del patrocinio

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Eric Steven Raymond - Il calderone magico (1999)
Traduzione dall'inglese di Sabrina Fusari (1999)
Ricerca e sviluppo open source e reinvenzione del patrocinio
Affrontare il successo Come arrivarci


Esiste anche un altro senso in cui l’afflusso di denaro sta cambiando il mondo dell’open source. Sempre più, i migliori talenti della comunità scoprono di poter essere pagati per quello che desiderano fare, anziché coltivare l’open source come un hobby finanziato da un altro lavoro diurno. Le società come Red Hat, O’Reilly Associates e VA Linux Systems stanno costituendo un vero e proprio sistema per la ricerca semi-indipendente con contratti per assumere e mantenere talenti open source in pianta stabile.

Ciò ha senso, in termini economici, solo se il costo pro capite della gestione di un laboratorio del genere può essere facilmente assorbito dai guadagni presunti che l’azienda otterrà, facendo crescere più velocemente il mercato. O’Reilly può permettersi di stipendiare i principali autori di Perl e Apache per la gestione dei loro prodotti, perché si aspetta che il loro operato consenta di vendere più libri su Perl ed Apache. VA Linux Systems può investire nei suoi laboratori perché i miglioramenti apportati a Linux fanno aumentare il valore d’uso delle workstation e dei server che vende l’impresa. Infine, Red Hat finanzia i Laboratori di Sviluppo Avanzato Red Hat per aumentare il valore della sua offerta Linux e attrarre nuova clientela.

Per gli strateghi dei settori più tradizionali dell’industria del software, cresciuti in culture che considerano la proprietà intellettuale protetta da un brevetto (o dal segreto commerciale) come la punta di diamante di una società, questo comportamento può sembrare (nonostante il suo effetto di crescita sul mercato) inesplicabile. Perché mai finanziare una ricerca di cui ogni singolo concorrente è libero (per definizione) di appropriarsi a costo zero?

Sembrano esserci due ragioni dominanti. La prima è che, finché queste imprese restano leader nella loro nicchia di mercato, possono prevedere di aggiudicarsi la parte del leone dei proventi di un progetto di Ricerca e Sviluppo open source. D’altronde, l’utilizzo di Ricerca e Sviluppo per attrarre nuovi profitti non è certo un’idea originale: ciò che è interessante, piuttosto, è il calcolo implicito secondo cui i presunti guadagni futuri saranno sufficientemente ampi da permettere alle imprese di sopportare tranquillamente il free riding.

Se questa analisi basata sul presunto valore futuro è necessaria in un mondo di capitalisti agguerriti con gli occhi puntati sulla redditività del capitale investito, tuttavia non rappresenta la spiegazione più interessante del reclutamento di talenti, in quanto le aziende stesse propongono un’analisi più nebulosa. Interrogate, vi risponderanno che stanno soltanto facendo la cosa giusta per la comunità da cui provengono. Ma il vostro umile scrittore conosce abbastanza i vertici di tutte e tre le imprese citate sopra per confermare che queste solenni affermazioni non possono essere bollate come imbrogli. Anzi, io stesso fui assunto da VA Linux Systems alla fine del 1998, con la funzione esplicita di consigliare loro "la cosa giusta", e li trovai assai ben disposti ad ascoltarmi.

Un economista ha il diritto di chiedere quale guadagno sia in gioco. Se siamo d’accordo che il discorso di fare la cosa giusta non è frutto di una vana dissimulazione, poi dovremo scoprire qual è l’interesse per l’azienda a fare "la cosa giusta". E la risposta, in sé, non è né sorprendente né difficile da verificare, a patto che si ponga la domanda giusta. Come altri comportamenti apparentemente altruistici in altre industrie, ciò che queste imprese contano di acquistare, in effetti, è la simpatia nei confronti dell’azienda e dei suoi prodotti.

Neanche l’idea di lavorare per guadagnarsi simpatia e valutarla come un bene in grado di predire i futuri guadagni sul mercato, è nuova. Ciò che è interessante è l’alta considerazione in cui le imprese tengono questa simpatia, come indica il loro comportamento. È dimostrabile che esse sono disposte ad assumere talenti, anche costosi, per progetti che non generano profitti diretti, perfino nelle fasi in cui c’è più bisogno di capitali, come nei periodi immediatamente precedenti l’offerta primaria di azioni.

I vertici di queste imprese sono abbastanza espliciti circa le ragioni per cui ritengono particolarmente importante la simpatia da parte della clientela. Contano molto sul lavoro volontario della clientela di base, sia per lo sviluppo dei prodotti, sia come strumento di marketing informale. Il loro rapporto con la clientela di base è profondo e spesso fa leva su legami di fiducia personale tra individui all’interno e all’esterno di una data impresa.

Queste osservazioni corroborano una lezione che abbiamo appreso in precedenza, da una diversa linea di ragionamento. La relazione tra Red Hat, VA, O’Reilly, la loro clientela e i loro sviluppatori non è tipica dell’impresa industriale. Ci mostra, piuttosto, un caso estremo e interessante che riproduce le caratteristiche delle industrie di servizi basate sul capitale intellettuale. Spaziando al di fuori delle industrie tecnologiche, riscontriamo questi parametri (per esempio) negli studi legali associati, nelle aziende mediche e nelle università.

In effetti, potremmo rilevare che le aziende di open source assumono hacker di primo piano più o meno per la stessa ragione per cui le università assumono studiosi di primo piano. In entrambi i casi, abbiamo un procedimento simile, per meccanismi ed effetti, al sistema del mecenatismo, che finanziava le belle arti fino alla Rivoluzione Industriale: si tratta di una somiglianza di cui alcune parti in causa sono perfettamente consapevoli.