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Il cavallarizzo/Libro 1/Capitolo 1

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Libro primo Capitolo 2
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LIBRO PRIMO


DEL CAVALLARIZZO

DI CLAUDIO CORTE

DI PAVIA.

CAP. PRIMO DELL'ORIGINE DEL CAVALLO,

& degl'inventori del cavalcare.


SE NOI vogliamo credere a’ Poeti, non è dubbio alcuno, che i Cavalli sono antichissimi fin dal tempo, che levata la confusione degli elementi, detta Caos, & ridutta in ordine, cominciò il Sole à far il suo viaggio. Il quale non lo potè fare senz’essi, essendo il suo carro guidato da quattro cavalli. Apportando adunque i cavalli il giorno, & la luce, fanno fede, che siano antichissimi, & perfettissimi. Ma per dire della loro origine più distintamente favoleggiano i Greci, che Nettunno in Thesaglia fece nascere il Cavallo, battendo il lido col tridente, come dimostra Virgilio nel primo della Georgica, dicendo.

Tuq; ô cui prima frementem fudit equum
magno tellus percussa tridente Neptunne
Che nella lingua nostra non vien à dir’altro, che
E tu Nettunno, à cui la terra prima
Dal gran tridente tuo percossa diede
Destrier fremente.

Volendo forse sotto il velo della favola dimostrare, che dilettandosi naturalmente il cavallo dell’acqua, & havendo bisogno di molti frutti della terra per vivere, più che altro animale, che serve all’uso de gl’homini, che dal Dio dell’acque, & della terra nascesse. Ma lasciando le favole addietro, & Christianamente parlando. L’origine sua fu, come di ciascuno altro animale, dal Signore Iddio creata; volendo provedere alle necessità humane; & con questo animale dare insieme utile, honore, & diletto all’homo; come di sotto si dirà pienamente. Hor chi prima trovassi il modo del cavalcare: varie sono le opinioni; percioche molti dicono, che Bellerofonte, al quale fu da Nettunno donato Pegaso cavallo alato, cominciò à cavalcarlo, & con esso addestrandosi vinse poi la Chimera monstro insuperabile à quei tempi, che infettava la Litia. Del qual Pegaso più di sotto ne parleremo altrimenti. Et alcuni vogliono, che fosse Nettuno istesso; & per questo la chiamorno Hippio. Molti à Perseo lo attribuiscono, & molti à Sensecofin Re [p. 9v modifica]dell’Egitto, & altri ad Oro, che dovendo contra Tifone suo fratello far guerra, giudicò più opportuno di ammestrar il cavallo, che il leone. Altri dicono, che sono state inventrici del cavalcare le Amazone donne di Schithia, ferocissime guerriere. Alcuni affermano li Centauri populo di Thesaglia essere stati i primi, che domassero i cavalli, & quelli, che poi gli usasseno nelle guerre; & essendo stato così visti à cavallo in quei principij da i populi lor vicini, esser stato creso, che havesseno membra parte humane, & parte cavalline. Virgilio nondimanco dà il pregio, & vanto dell’uso d’essi à lapiti Peletronij, pur populo di Thesaglia in questi versi, dicendo.

Frena Pelaethronii Lapitae girosq; dedere,
Impositi dorso, atq; equitem docuere sub armis
Insultare solo, & gressus glomerare superbos.

Che nella lingua nostra sona.
Diero i Lapiti à noi post’à cavallo
L’uso de’ freni, & giri, è il cavalliere
Sotto l’armi insegnorno à far superbo,
Andar sciolto, & altier il bon destriero.

Et finalmente diversi, diverse cose hanno detto circa questo. Ma noi deveno credere, che Noè fin dal tempo del diluvio; & la moltitudine de’ Padri ancor più antichi, si servisseno di questo animale, & l’usasseno per loro commodità; & così come provideno per inspiratione divina à tutte le cose, che si appartengono al bene, & beato vivere de gl’homini; così anco trovasseno, & mettesseno in uso il cavalcare; & massime essendovi opinione, che Noè facesse colonnie per tutto il mondo, & in Italia specialmente; Dove si crede, che fosse chiamato Iano; & dipoi crescendo la politia de gl’homini, & delle città, è stato sempre quest’uso del cavalcare havuto in gran conto, & pregio; & tanto più stimato, quanto la grandezza dei Regni, delle Republiche, & dei governi più ne ha ricevuto utilitati evidenti, honori, & reputatione. Et però hanno havuto cagione di più pregiarlo, & desiderarlo. Onde quanto le richezze sono più cresciute, & più si è trovato modo di poter nutrire cavalli, & servirsene, tanto più l’uso loro è stato stimato. Si che, & ne’ tempi passati, & ne’ presenti sotto nome di cavalliero, furono, & tuttavia sono chiamati i nobili. Il che approvano i Prencipi, che si gloriano del nome di cavalliero, se ne invaghiscano, & se ne honorano; l’approva anche la religion nostra, & il commune consenso di tutto il mondo, come più appieno si dirà di sotto.