Il cavallarizzo/Libro 2/Capitolo 12

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Cap 12. D'alcuni avertimenti particolari al cavalcatore, che deve usare nel primo mese, che cavalca il poledro con la sella.


Come il cavalcatore vede, che’l suo poledro comincia à far le sue lettioni già assai accomodamente, & che comincia ad intendere gli aiuti, che havemo detto, deve cavalcato che è, fermatosi, & acconcio andar tre passi innanzi, & fermato il cavallo darlo indietro un poco, & ritornato innanzi girarlo due ò tre volte per mano. Dipoi se ne girà alla campagna, dove finito, che haverà le sue lettioni, & parato il suo cavallo deve girarlo medesimamente calandosi un poco per mirare se incavalca bene le sue gambe; come il dever vuole che tanto di passo quanto di trotto, & anco di galoppo la gamba di fuor della volta vadi sempre à coprire quella di dentro. Et nel così girarlo deve far, che stia sempre risentito, & in una pista medesima si risvolti. Il che farà stand’egli risentito, svegliato, attento, & sopra di se aiutandolo con li aiuti, che se li convengano; che se diranno al luogo suo. E dipoi fermandolo di nuovo, & tirandolo in dietro, & rimettendolo quei tre passi innanzi al solito; deve di nuovo rimirarlo da ogni banda per vedere se sia giusto di gambe, e di bocca; & non stando giusto di gambe, ma cacciando innanzi più l’una, che l’altra, over posandosi più sull’una, che sull’altra, pian piano con la bacchetta lo batterà nella gamba ch’esce fuor dell’ordine, accioche la ritiri, & tenghi giusta al suo luogo. Percioche il cavallo deve star giusto sulle quattro gambe, parato che s’è, & fermato. Farà anco nella stalla il medesimo, overo, quando vede, che il cavallo mette una gamba più innanzi dell’altra, overo, che sta appoggiato sopr’essa, benche questo rare volte accaderà, se s’osserva l’ordine, che fu detto delle pastore. Ne vi crediate, che l’abbassarsi à mirar la giustezza delle gambe, & di tutto il resto del cavallo giovi poco; perchè in effetto non sol serve à quello, che havemo detto, ma giova molto ad accorgersi ancora, se nel maneggio delle lettioni s’havesse fatto alcun male alle gambe, à piedi, overo alla bocca. Oltra che conoscete più chiaramente i suoi motivi, & l’animo, che tiene negl’occhi. Perche se li vedrete infocati, segno è che la collera lo predomina, se discoloriti, più del solito, si perde d’animo; se lacrimosi si duole della fatiga, ò d’altro. Et voi conoscendo questo per il calarvi à mirarli, potete rimediare al tutto con modestia, & discretione. Hor girato due e tre volte per ogni mano, stretto, e di passo, come comporta l’esser suo, & con quella giustezza, che si conviene, nel luogo dove si cavalca, lo farete partir sempre di trotto risentito, & raccolto nella briglia, quanto più potete; con le corde del capezzone tirate à segno, & più l’una alle volte tirata, che l’altra, [p. 69v modifica]secondo che più sull’una, che sull’altra mano lo vedrete inclinato, & impiegato, & andando di trotto così allegro inanimandolo spesso per la strada, hor con la voce sommessa, hor con la punta della bachetta toccandoli sulla croppa, hor sul collo col mezzo d’essa, & hor battendoli leggiermente le braccia, accioche le levi, & pieghi meglio, & più ispedite, ve n’andarete poi alle lettioni ordinarie, di trotto facendole come fu detto sopra, & poi anco di galoppo.