Il continente misterioso/12. L'assalto notturno

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12. L'assalto notturno

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11. I primi sospetti 13. I grandi calori dell'Australia centrale

12.

L'ASSALTO NOTTURNO


Niro-Warranga non si era ingannato. Il suo udito, che doveva essere di una acutezza straordinaria, i suoi occhi che dovevano essere dorati di una potenza visiva poco comune e il suo olfatto, gli avevano fatto scoprire il pericolo molto tempo prima che questo si rovesciasse sull'accampamento degli uomini bianchi.

Come tutti i suoi compatrioti, che sono meravigliosi cani a due gambe, che sentono a distanze incredibili l'avvicinarsi d'un nemico o d'una preda, e che nel seguire le piste non hanno gli eguali, aveva sentito l'appressarsi dei selvaggi, i quali forse seguivano il dray da parecchio tempo onde sorprendere nel sonno i proprietari, saccheggiarli e forse ucciderli a colpi di scure o di boomerang.

Udendo il grido di raccolta, il dottore e i due marinai avevano eseguita una pronta ritirata nel carro, che si prestava per una lunga resistenza, quantunque fosse piegato su di un fianco in causa della rottura della ruota. Niro-Warranga non aveva tardato a raggiungerli, dopo di aver ravvivato il fuoco dell'accampamento.

— Fulmini e lampi! — esclamò Diego, dirigendo le canne della mitragliatrice verso la pianura. — Non comprendo più nulla. O io sono una gran bestia, o quel Niro-Warranga è il più astuto compare che viva sotto la cappa del cielo. Orsù, non riuscirò mai a spiegare questo pasticcio. Ehi, Cardozo! Vedi le scimmie?

— Non ancora, marinaio, ma le sento — rispose Cardozo con voce tranquilla.

— Per la loro puzza?

— È vero, Diego. L'aria è appestata di selvatico e di esalazioni ammoniacali.

— Che si avvicinino strisciando come i serpenti, dottore?

— Lo credo — rispose Alvaro, che scrutava attentamente la vasta pianura.

— Bisognerà lanciare i nostri confetti a fior di terra. Fortunatamente, siamo su di un pendìo che permette questa manovra alla mia mitragliatrice.

— Ditemi, dottore — chiese Cardozo. — Supponete che sia la tribù dello stregone?

— È probabile, giovanotto mio.

— Spinta dal desiderio di vendicarsi?

— Per saccheggiarci e vuotare le nostre bottiglie.

— I golosi!...

— Oh!... Oh!... — esclamò il mastro.

— Li scorgi? — chiese il dottore.

— Sì, strisciano come i rettili e cercano di raggiungere quel gruppo di rocce che sorgono lassù, sulla sponda.

In quell'istante si udì nell'aria un acuto ronzìo che si avvicinava rapidamente e poco dopo un boomerang colpiva l'estremità della mitragliatrice, ritornando poscia indietro descrivendo una lunga parabola. Cardozo che aveva veduto l'uomo che lo aveva lanciato, puntò rapidamente il fucile e fece fuoco. Sulla sponda echeggiò un grido di dolore e un selvaggio rotolò giù pel pendìo dibattendosi e contorcendosi. Niro-Warranga, che si teneva celato sotto il carro, lo fulminò con due colpi di rivoltella.

— Bravo Coco! — gridò il mastro. — Ti rendo la mia stima!...

Un concerto spaventevole di urla stonate, echeggiò fra le tenebre e poco dopo si videro gli australiani balzare fra le rocce e le pietre disperse per la pianura e scagliare, con slancio irresistibile, giù per la sponda, una tempesta di boomerang e una nube di dardi dalle punte d'osso.

— A te, mastro — gridò il dottore.

Il marinaio che si era bruscamente abbassato per non farsi schiacciare la testa da quella gragnuola di bastoni, che volteggiavano in tutti i sensi sul dray e che poi ripartivano ritornando nelle mani dei proprietari, s'alzò di scatto e diede fuoco al terribile arnese di guerra. Le urla degli assalitori, vengono coperte da una serie di acute detonazioni. I proiettili, lanciati dalle venticinque canne della mitragliatrice, lacerano l'aria con acuti sibili coprendo uno spazio di sessanta passi e colpiscono in pieno quell'orda di abbominevoli selvaggi.

Le grida di guerra si convertono in grida di dolore, in rantoli, in gemiti strazianti, ma la mitragliatrice non si arresta e lancia senza interruzione i suoi messaggeri di morte. Le file si diradano con rapidità spaventevole; torrenti di sangue scendono giù pel pendìo e giungono fino al dray.

— Sotto a chi tocca! — urla il mastro.

— E prendete anche questo dolce! — grida Cardozo che scarica il suo fucile nel più folto dell'orda.

I selvaggi, spaventati da quel continuo tuonare e dalla strage che fanno le palle di quella macchina infernale, s'arrestano un momento, poi indietreggiano; finalmente prendono il partito di porsi in salvo e di abbandonare, almeno pel momento, l'idea di ubriacarsi gratis, coi liquori degli uomini bianchi e di fare una colossale scorpacciata di carne di bue o di cavallo.

— Orsù! Di trotto! — grida il mastro, lanciando una seconda grandinata di palle. — Spero che per ora ne avrete abbastanza!...

Non vi era bisogno di incitarli a fuggire. In minor tempo che occorra a dirlo, l'orda intera, decimata da quel fuoco infernale, si rifugia in mezzo alle rocce che coprono le sommità della sponda, e si nasconde in mezzo a quei ripari che le palle non possono demolire.

— Fulmini e lampi! — brontola il mastro, masticando rabbiosamente la sua cicca. — Che non si possano snidare, quei pappagalli?

— Sarà un po' difficile, marinaio — rispose il dottore.

— Mi pare che vogliano assediarci.

— Ma il fiume è sgombro e potremo guadagnare la sponda opposta.

— E in qual modo, se abbiamo una ruota spezzata?

— Diamine!... La faccenda diventa seria!

— Ma credete che sperino di vincerci, dottore? — chiese Cardozo. — Dopo una sì tremenda lezione, dovrebbero perdere ogni illusione.

— Contano di affamarci o di assetarci.

— Ma la ruota la costruiremo.

— Ma cercheranno di impedirci la costruzione a colpi di boomerang.

— Che si siano accorti che siamo immobilizzati?

— Lo credo.

— O che qualcuno li abbia informati della nostra difficile situazione? — chiese il mastro.

— E chi?...

— Chi!... chi!... E per mille boccaporti!... La gita misteriosa di quel Coco, mi ha messo indosso dei gran dubbi, dottore.

— Ci avrebbe lasciati sorprendere dai selvaggi; invece di avvertirci — disse Cardozo. — Hum!... Non ci vedo chiaro in quella gita, figliuol mio, e temo che quel Coco non sia tanto stupido quanto sembra. Chi vivrà, vedrà.

— Non precipitare dei gravi giudizi, Diego — disse il dottore.

— Lo vedremo in seguito, dottore. Toh!... E intanto cosa si fa?

— Aspettiamo l'alba — disse il dottore.

— E se approfittassimo delle tenebre per attraversare il fiume ed abbattere uno di quegli alberi per fabbricare la ruota? — chiese Diego.

— E se si provasse ad accomodare per ora, quella che si è spezzata? — disse Cardozo. — Abbiamo una cassa di ferramenta e possiamo, bene o male, compiere il lavoro senza esporci ad un grave pericolo. Quelle scimmie urlanti tengono gli occhi su di noi e possono piombarci addosso o fracassarci la testa coi loro boomerangs, appena ci mostriamo all'aperto.

— Proviamo — disse il dottore. — Ehi, Niro-Warranga, getta nel carro la ruota.

— I miei compatrioti mi uccideranno, se mi mostro all'aperto, padrone — rispose la guida.

— Procura di tenerti nascosto dietro i buoi.

— I boomerang? mi colpiranno egualmente.

— Poltrone! — esclamò Cardozo. — Guarda!

Con un rapido volteggio superò il parapetto del dray e si slanciò a terra. Due boomerang passarono fischiando sopra il suo capo e dopo d'aver toccato terra ritornarono con matematica precisione nelle mani dei loro proprietari. Il mastro e il dottore, risposero con due colpi di fucile le cui palle non andarono perdute, a quanto parve. Quel momento bastò a Cardozo per gettare nel carro i due pezzi della ruota.

— Al lavoro — disse il mastro. — Se quei birbanti di selvaggi s'accorgono che abbiamo intenzione di attraversare il fiume, sono capaci di ammazzarci buoi e cavalli per immobilizzarci per sempre. Voi, dottore, incaricatevi della mitragliatrice, mentre io e Cardozo ci occupiamo della ruota.

Gli australiani, quasi si fossero accorti di ciò che stavano per fare gli assediati, si misero a urlare come se fossero impazziti e ricominciarono la grandine di boomerangs e di lancie, foracchiando la coperta del dray e tempestando i parapetti.

I pesanti legni fischiavano per ogni dove sopra la testa del dottore e dei due marinai, descrivendo curve bizzarre, rimbalzavano e si elevavano in aria verticalmente, toccavano e ripartivano, ritornando invariabilmente nelle mani di coloro che li lanciavano.

Il dottore e i due marinai avevano riprese le carabine e si studiavano di abbattere quegli abili bersaglieri, procurando però di non esporre le loro teste che potevano venire schiacciate come nocciuole, ma i selvaggi non lasciavano le rocce che li riparavano. Anche Niro-Warranga non restava inoperoso e di quando in quando lo si udiva scaricare la sua rivoltella, producendo però più baccano che danno. Ad un tratto si vide una valanga di corpi rovesciarsi con impeto irresistibile giù per la sponda, emettendo spaventevoli vociferazioni.

— Alla mitragliatrice! — gridò il dottore.

— Eccomi, signore! — rispose il mastro.

Puntò rapidamente la terribile arma e aprì un fuoco infernale, nel bel mezzo degli assalitori. Parecchi uomini caddero, ma gli altri proseguirono la corsa e urtarono furiosamente il dray, cercando di scalarlo dalla parte inclinata. Il dottore, Diego e Cardozo si precipitarono da quel lato colle rivoltelle in pugno. I selvaggi, in numero di centocinquanta, si affollano attorno al parapetto urlando e agitando le lancie e le scuri di pietra, ma i primi che salgono stramazzano a terra. Gli altri, niente atterriti, ritentano la scalata, ma le rivoltelle li uccidono a bruciapelo.

Diego, scaricata l'arma, impugna un'ascia e vibra colpi formidabili per ogni dove. Un boomerang lo colpisce in mezzo al petto, ma le sue costole sono dure come l'acciaio e non cade. Una lancia lo ferisce al braccio sinistro, ma la sua scure, già grondante di sangue, non cessa dal percuotere e teste, e spalle, e braccia, mentre Cardozo e il dottore, impugnate le carabine per la canna, percuotono furiosamente gli assalitori col calcio.

I selvaggi, già decimati dalla prima scarica della mitragliatrice, poi dalle rivoltelle, esitano un istante dinanzi a quella vigorosa difesa, che forse non si aspettavano. Tentano un ultimo sforzo, ma vengono ancora respinti dalla scure del mastro e dalle carabine del dottore e di Cardozo.

In mezzo alle urla dei combattenti, ai gemiti dei feriti, ai rantoli del moribondi, eccheggia ancora il grido di raccolta:

— Cooo, mooo, hooo, èèè!...

La banda retrocede rapidamente, scaglia le ultime lancie e gli ultimi boomerangs, poi si disperde come un branco di cervi spaventati, e fugge a tutte gambe risalendo la sponda.

Diego si volge per salutare la ritirata con una scarica di mitraglia, e scorge un'ombra nera sparire dietro il parapetto del dray.

— Mille tuoni! — esclamò. — Anche nel carro vi era una di quelle scimmie!...

— Fuoco sui fuggiaschi, Diego! — gridò Cardozo.

— Eccomi, figliuol mio!...

Si slanciò verso la mitragliatrice, ma subito si arrestò gettando un urlo di furore.

— Mille milioni di fulmini!... — esclamò.

— Cos'hai, marinaio? — chiese Cardozo scaricando il suo snider sui fuggiaschi.

— Ho... ho... che la mitragliatrice è stata guastata!

— È impossibile!

— Hanno rubato l'otturatore.

— Ma chi? — chiese il dottore, impallidendo.

Diego, invece di rispondere, si curvò sul parapetto del carro, ma non vide alcun selvaggio a fuggire.

— Toh! — esclamò. — Dov'è fuggito quel birbante che era salito sul dray? Il ladro deve essere stato lui!... Ehi! Coco!...

— Padrone! — rispose una voce soffocata, che veniva dal di sotto del dray.

— Hai veduto nessuno scendere dal carro?

— Nessuno — rispose la guida.

— Che io sia stato cieco o che...

Balzò dal carro e si cacciò sotto. Niro-Warranga giaceva a terra, col viso tumefatto da un colpo di boomerang che lo aveva colpito di rimbalzo, per sua fortuna. Il mastro, senza dir verbo, lo afferrò per le gambe e lo trascinò fuori, poi si mise a frugare sotto il dray, ma non trovò quello che cercava.

— Ehi, marinaio! — gridò Cardozo. — cosa fai?

— Lo so io — rispose il mastro. — Qui è stato commesso un infame tradimento!

Frugò e rifrugò la terra, rotolò Niro-Warranga giù pel pendìo, poi risalì nel dray brontolando e percuotendosi il capo.

— Ebbene? — gli chiese il dottore.

— La mitragliatrice è perduta — rispose Diego con voce rauca.

— È una perdita terribile, Diego.

— Lo so, signore. L'otturatore è stato rubato e forse non lo ritroveremo più.

— Ma da chi?

— Ecco quello che ignoro. Ho veduto un negro scendere precipitosamente dal carro e sparire; senza dubbio quello era il ladro.

— Potevi abbatterlo con un colpo di fucile — disse Cardozo.

— Non l'ho più veduto.

— E dove vuoi che si sia nascosto?

— Ma non l'hai scorto risalire la sponda?

— No, dottore.

— Che si sia nascosto sotto il dray?

— Non ho trovato che Coco, e per mille...

— Cosa vuoi concludere?

— Che qui, signore, vi è un traditore.

— Ancora?

— Sì, dottore, io sospetto di Coco e scommetterei che egli ha approfittato del momento in cui noi respingevamo l'attacco, per salire inosservato sul dray e guastarci la mitragliatrice.

— È troppo, Diego. Non ci avrebbe avvertiti dell'avvicinarsi dei selvaggi.

— Non mi leverete mai questo sospetto, dottore.

— Hai guardato sotto il dray?

— Sì.

— Hai frugato Niro-Warranga?

— Anche, dottore.

— Allora il ladro non è stato lui, Diego. Se avesse rubato l'otturatore, glielo avresti trovato indosso.

— Ma quell'ombra che è discesa dal dray?....

— Sarà stato uno degli assalitori.

— Ma io non l'ho veduto fuggire, vi ripeto.

— La notte è oscura e può essersi allontanato strisciando fra i sassi.

— Sia pure, ma io non perderò d'occhio quel Coco e se mi accorgo di qualche cosa, lo strangolo con due dita, ve lo giuro.

— Aspettiamo l'alba, Diego — disse il dottore. — Cercheremo meglio l'otturatore; se non si trovasse, sarebbe una perdita disastrosa che più tardi forse amaramente rimpiangeremmo. Vedete i selvaggi?

— Mi sembra che si siano allontanati — rispose Cardozo. — Pare che ne abbiano avuto abbastanza, della dura lezione.

— Non fidiamoci, amici. Forse ritorneranno con dei rinforzi. Sapete chi ho veduto fra di loro?

— Chi?

— Lo stregone. L'ho scorto distintamente al lampeggiare delle nostre armi, mentre incoraggiava i suoi compagni a dare la scalata al dray.

— Che disgrazia che non me l'abbia veduto dinanzi — disse Diego. — Gli avrei fracassata quella brutta testa con un buon colpo di scure, ma spero di rivederlo, il cuore me lo dice, e quel giorno salderemo i nostri conti. Orsù, al lavoro, Cardozo; domani partiremo.

— Sono ancora vivi gli animali, marinaio?

— Mi pare che siano stati risparmiati. Aiutami, Cardozo e voi, dottore, mettetevi in sentinella e caricate le armi.