Vai al contenuto

Il ghetto di Firenze/Periodo di decadenza

Da Wikisource.
Il periodo di decadenza

../Costruzioni medievali ../Ghetto IncludiIntestazione 24 novembre 2019 100% Da definire

Costruzioni medievali Ghetto
[p. 23 modifica]

PERIODO DI DECADENZA



o splendore e la ricchezza non continuano lungamente ad aver sede in questo luogo, centro di famìglie nobili e fastose.

Nel XIV secolo siamo già in piena decadenza.

Molte case annesse ai palagi non servono più agli usi delle famiglie che di codesti palagi erano padrone, nè per abitazioni di servi e vengono appigionate; le antiche corti che si aprivano in mezzo alle abitazioni di ognuna di quelle famiglie e servivano a feste e a radunanze, divengono piazze con botteghe e banchi; nei vicoli interni si stabiliscono delle osterie ed anche dei luoghi di male affare; le traccie dell’antico splendore si affievoliscono e scompaiono a poco alla volta.

E le ragioni sono molte e facili a comprendersi.

Le famiglie che avevano già una potenza quasi principesca si dividono, decadono, impoveriscono [p. 24 modifica]addirittura, nè possono più mantenere il fasto e la magnificenza primitiva; altre trovano che l’abitare una località sottoposta alle emanazioni poco grate del Mercato, prossimo troppo a luoghi chiassosi e sconci, non è la cosa più comoda e piacevole, sicchè stabiliscono altrove la loro dimora.

Già ai primi del 1400 si rileva che quì abitavano soltanto alcuni dei Della Tosa assai decaduti dall’antica grandezza; altri dei Brunelleschi ridotti in fortuna meno che modesta, alcuni dei Pecori e basta. Tutte le altre famiglie erano estinte, scomparse, trasferite altrove, per dar luogo ad una popolazione nuova di mercanti, di trecconi, di facchini del mercato, di pollaioli, di meretrici.

Le osterie, i luoghi di male affare favorirono poi le riunioni di gente chiassosa, di vagabondi, di malanni che si trattenevano là notte e giorno a farne d’ogni colore. Aggiungasi che là facevano poi capo anche i soldati delle compagnie di ventura, quelli che seguivano i principi e gli ambasciatori di passaggio e in missone a Firenze, talchè spesso e volentieri succedevano colà scene di violenza e di scandalo.

Che gente abitasse colà e quali episodi vi si svolgessero, può mostrarlo la seguente denunzia testuale che Jacopo di Bernardo d’Alamanno De’ Medici, uno dei poco fortunati possessori di [p. 25 modifica]case in questa località faceva nel 1498 e che trovasi registrata nel campione del gonfalone Drago S. Giovanni. I fatti ai quali si accenna in tale denunzia singolarissima per forma e per stile, si riferiscono all’epoca in cui trovavasi a Firenze coi suoi soldati francesi Carlo VIII.

Ecco il documento:

«Sustanzie.

«Un albergo ad uso di meretrice e tre botteghe ad uso di meretrice chon una casetta sulla piazza del Frascato. Le quali case e botteghe si suolevano appigionare tutte chon detto Albergo e al presente poche non si trova senone ladri e ribaldi che le voglino torre a pigione e quando le togliessino se ne andrebbono chon Dio e cholle masserizie e cholla pigione come año fatto molti altri ne tempi passati. Il presente si fà governare per un artefice e rendemi L. 36 al mese ne temporali buoni e utimamente i franciosi marsano lettiere, presano e imbolarono la più parte delle lenzuole.»

È strano il documento, ma è efficacissimo per dare un idea della razza di abitatori e di frequentatori di questa località, la quale, come dirò dopo, si suoleva chiamare in gran parte il Frascato dal nome di una piazza e di una celebre osteria che qui si trovava. [p. 26 modifica]

E non basta.

Il nome di Piazza del Postribolo col quale era indicata una piazzola interna, perchè quì fu istituito il primo locale di questo genere, i luoghi destinati allo stesso uso esistenti nel Frascato e nel chiasso di Malacucina, i magazzini dei pollaioli situati in diversi vicoli interni, alcune scuole di ballare... d’infima specie, tre o quattro osterie, la contiguità col mercato ed un numero infinito di ricordi che si riscontrano negli archivi di varj magistrati preposti alla tranquillità ed alla morale pubblica, dipingono a colori ben distinti lo stato disgraziatissimo in cui la parte interna specialmente di quest’ampio quadrato era ridotta nel secolo XV.

Si capisce quindi facilmente come mai delle storiche famiglie antiche abitatrici di questa località non restassero più nel secolo successivo che le memorie.

Su per giù, si può affermare che le condizioni in cui trovavasi allora il Frascato, chiamandolo così perchè così era generalmente chiamato tutto quel ceppo di case, non erano migliori di quelle in cui si trovava il Ghetto negli ultimi tempi, quando ne fu deliberato ed effettuato lo sgombero.