Il giornalino di Gian Burrasca/2 febbraio
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2 febbraio.
Si incomincia la prova.
Prima di mezzogiorno Carlo Pezzi aveva già distribuito a ciascuno di noi un involtino nel quale sono dei granellini minutissimi come quelli della rena.
Per l’appunto oggi, essendo domenica, abbiamo avuto una pietanza di più e cioè il pesce con la maionese, e così noi altri soci della Società segreta abbiamo messo un granellino nel piatto che aveva servito per il pesce, e un altro nel piatto dei muscoletti in umido (anche questa dei muscoletti in umido è una pietanza che ritorna spesso in tavola, come la minestra di riso) e così abbiamo rimandato in cucina due granellini d’anilina a testa, cioè dieci in tutto.
Stasera a cena poi, essendoci una pietanza di stracotto, abbiamo messo nei piatti sudici un altro granellino, sicché nella giornata sono quindici granellini che sono andati in cucina nel famoso caldaione...
- Capirai, - mi ha detto il Barozzo - anche se di qui a giovedì ne mettiamo un altro solo al giorno (perché bisogna mettere il granellino soltanto nei piatti dove si è mangiato una pietanza in umido) sono altri venticinque granellini e cioè quaranta in tutti, tanti quanti bastano per colorire di rosso il brodo della minestra di venerdì... ammesso che l’inchiesta del signor Stanislao sia stata, come séguito a credere, una burletta.
- Sicché avremo la minestra col brodo rosso?
- Eh no! Molto probabilmente in settimana lo sguattero non si accorgerà affatto del colore che aumenterà gradatamente, giorno per giorno; e se n’avvedrà solo il cuoco il venerdì mattina quando si disporrà a manipolare la sua famosa minestra alla casalinga.
- Ma allora farà un’altra minestra!
- Sicuro: e, dovendo rimediare alla svelta, farà una minestra di riso... Ebbene: se venerdì non ci sarà la tradizionale minestra di magro alla casalinga, vorrà dire... che questa era proprio fatta col brodo della rigovernatura, e allora noi insorgeremo. -
Che ingegno ha il Barozzo! Egli prevede tutto e sa rispondere a tutto, sempre...
Ora, giornalino mio, ti rimetto a posto e... E poi lo sai che cosa fo? Ho qui uno scalpello che ho preso oggi nell’ora di ricreazione giù nel cortile, mentre il muratore che viene da qualche giorno a far dei lavori era uscito... E con questo scalpello voglio incominciare piano piano a fare un buco nella parete in fondo all’armadino per vedere di dove vengono le voci che sentii l’altra sera.
I miei compagni dormono: ora spengo il lume e mi ficco dentro l’armadietto a lavorare...