Il milione (Laterza,1912)/II
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II (VIII)1
Quando lo grande signore, che Cablai (Cublai) avea nome, ch’era signore di tutti li tartari del mondo e di tutte le provincie
e regni di quelle grandissime parti, ebbe udito de’ fatti de’ latini dagli due frategli,2 molto gli pregò; e disse fra se stesso di volere mandare messagi a messer lo papa; e chiamò gli due frategli, pregandoli che dovessero fornire questa ambasciata a messer lo papa. Gli due frategli rispuosero: — Volentieri. — Allora lo signore fece chiamare uno suo barone che avea nome Coghotal (Cogatal) e disseli che volea ch’andasse co’ li due frategli al papa. Quegli rispose: — Volentieri, — 3 sí come per signore. Allotta lo signore fece fare carte bollate, come li due frategli e il suo barone potessero venire per questo viaggio,4 e impuosegli l’ambasciata che volea che dicessero; tra le quali mandava dicendo al papa che gli mandasse sei uomini savi, e che sapessero bene mostrare a l’idoli e a tutte altre generazione di lá che la loro legge era tutta altramenti e come ella era tutta opera di diavolo, e che sapessero mostrare per ragioni come la cristiana legge era migliore. Ancora pregò li due frategli che li dovessero recar l’olio de la lampana ch’arde al Sepolcro in Gerusalemme.
Note
- ↑ Pad. Come misier Nicolò e misier Mafio andò ambasiatori al papa per lo gran Caan, quello i mandasse (omeni de) seno per disputar.
- ↑ Pad. mostrò che molto li piazesse, e disse... e pregò misier N. e misier M. che li piazese d’eser soi ambasiatori con uno di suo baroni a misier lo papa. Elli resposeno ch’elli eran presti e apariadi de obedir intriegamente tutti i soi comandamenti, sí come a suo signore.
- ↑ Pad. sí come suo omo ch’el iera.
- ↑ Pad. scrisse zio ch’el volse... per portar al papa, in lingua tartaresca... In lor letere e in l’ambasiata se contegniva ch’el mandava pregando misier lo papa ch’el li dovesse mandar infina cento omeni, li qual saveseno e foseno ben savi in la leze de Cristo, e saveseno...