Il milione (Laterza,1912)/XXXIII

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XXXIII. Di Balac (Baie)

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XXXIII. Di Balac (Baie)
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XXXIII (XLV)

Di Balac (Baie).

Balac fu una grande cittá e nobile piú che non è oggi, che gli tarteri l’hanno guasta e fatto gran danno1. In questa cittá prese Alessandro per moglie la figliuola di Dario, sí come dicono quelli di quella contrada. E adorano Malcometto. E sappiate che infino a questa terra dura la terra del signore degli tarteri del levante. E a questa cittá sono gli confini di Persia intra greco e levante2. Quando si passa questa terra, l’uomo cavalca bene dodici giornate tra levante e greco, che non si truova nulla abitazione, però che gli uomini, per paura degli osti e di mala gente, sono tutti ritratti alle fortezze delle montagne. In questa via hae acqua assai e cacciagioni e lioni. In tutte queste dodici giornate non trovasi vivande da mangiare, anzi conviene che vi si porti.

  1. Pad. Ricc.* soleano esser de molte case e molti palazi de marmore, ma ora sono guasti.
  2. Berl.* Or lassiamo questa patria e diremo d’una altra patria, chiamata Dogana. E partendose da questa patria dita de sopra...